Cambia la scena della multimedialità autoriale: dopo la fusione tra Macromedia e Adobe, c’è chi nel mondo Linux comincia a preoccuparsi di un piccolo e apparentemente insignificante problema, in realtà di importanza strategica capitale.
La diffusione sempre più ampia del formato Flash, onnipresente non solo in rete, è supportata non senza sforzo direttamente da Macromedia attraverso differenti piattaforme: Windows, MacOsX e Linux. Ma proprio gli utenti Linux si stanno cominciando a preoccupare.
Nel 2000 il progetto GPLFlash, che originariamente lavorava allo sviluppo di un player universale sotto Linux per i filmati Flash. Ma i successivi sviluppi tecnologici, dopo che Macromedia nel 2000 aveva cominciato a supportare la piattaforma del pinguino, hanno reso totalmente obsoleto il lavoro. Il passaggio dai 16 ai 32 bit, i formati Flash 6 e Flash 7, l’evoluzione tecnologica del settore, hanno infatti portato il lavoro iniziato da Olivier Debon nel 1998 a un livello di non utilizzabilità assoluta, oggigiorno.
Eppure, viene avvertito come strategico da molta parte della comunità Linux il fatto che vi sia uno strumento di visualizzazione non proprietario, in modo tale da non essere dominato bensì da dominare l’evoluzione dell’uso di Flash – multipiattaforma e multistandard – su Linux. Il progetto, adesso ribattezzato GPLFlash2, ha riaperto i battenti. Nei prossimi mesi arriveranno i primi risultati in questo come negli altri due settori che la Free Software Foundation vede come critici, strategici e quindi da riconquistare dal punto di vista della disponibilità di uno strumento Open Source: Gnu Classpath e Gnu Java Compiler.