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Open Sources, il libro con le voci della rivoluzione

Ricordate che alcuni mesi addietro recensimmo in questa rubrica Os Revolutions, libro e Dvd? Fu grazie al contributo speciale dei ragazzi di una classe di teoria e tecnica della comunicazione, e aprimmo un primo spiraglio sul mondo dell’Open Source da un punto di vista non tecnico.

Se quella volta si è trattato di un bigino con annesso contributo audiovisivo (fondamentale per “vedere” i protagonisti del movimento Open Source e sentire dalla loro voce di che cosa si stanno concretamente occupando, quale pensiero c’è dietro) adesso è la volta del più autorevole e completo libro di testo.

Nonostante siano passati cinque anni, un arco di tempo che per l’informatica rappresenta un’era geologica, in questo caso niente è cambiato. Ovvero, l’attualità  (e in un certo senso la visionarietà ) di quello che viene raccontato nelle 278 pagine dell’edizione statunitense originale di Open Sources, Voices from the Open Source Revolution, a cura di Chris DiBOna, Sam Ockman e Mark Stone, pubblicato da O’Reilly (e disponibile attraverso Amazon (adesso a 16,97 dollari), è tuttora stringente.

Ci sono gli interventi di Tim O’Reilly, un editore “illuminato” che con la sua casa editrice pubblica perché partecipa e condivide i presupposti del movimento. E non potrebbe essere diversamente, vista la centralità  e l’autorevolezza che i suoi libri e le sue conferenze hanno all’interno del mondo Open Source. Ma c’è anche Linus Torvalds, impegnato a raccontare lo scopo e il modo in cui è nato Linux.

La carrellata di autori presenti è troppo vasta per rendere conto di tutti. Aggiungiamo a mo’ di esempio Brian Behlendorf, a capo della fondazione di Apache, il più importante progetto legato al mondo dell’Open Source, ma anche Jim Hamerly, di Netscape, Kirk McKusick, di Berkeley Unix, oppure Tom Paquin di mozilla.org, Richard Stallman, in compagnia di altri due “ideologhi” più che tecnologhi della rivoluzione: Bruce Perens ed Eric Raymond (Open Source Initiative).

Non mancano neanche Scott Bradner, Internet Engieering Task Force, Michael Tiemann, Cygnus solutions, che svolse un ruolo fondamentale per il “decollo” di Linux nel mondo del commercio e delle grandi imprese, Paul Vixie di Bind, Larry Wall creatore di Perl e Bob Young di Red Hat.

Ecco, in realtà  li abbiamo citati tutti, perché scorrendo l’indice chi poteva essere lasciato fuori? E’ raro trovare un libro che metta con completezza la “fetta” più importante, il motore di un movimento per sua natura sparpagliato e complesso da analizzare nelle sue molteplici relazioni. Ma il merito di questo libro è principalmente qui: offrire non una antologia di pensatori e protagonisti che accettano di spiegare la loro storia e il loro approccio al mondo Open Source, quanto di selezionare, scegliere chi veramente ne rappresenta l’essenza e metterli in fila.

Ripercorrono le tappe dell’evoluzione dell’informatica in una ottica inconsueta (valga per tutti l’ottimo articolo di Raymond e Stallman), oppure spiegano il significato di una tecnologia (il discusso articolo di Wall, sul “senso” del Perl come linguaggio ma anche come filosofia) e consentono di aprire scenari e stimolare riflessioni molto più ampie di quanto non sia dato intuire di primo acchito.

Qual è lo scopo di una lettura di questo genere? Perché parlarne, se affronta temi tecnici (un particolare tipo di informatica) senza essere tecnica? Proprio per questo motivo. Per la capacità  di mettere un punto fermo di riflessione, al tempo stesso semplice (come sanno fare gli statunitensi quando spiegano, senza nascondersi dietro paroloni o ragionamenti barocchi e bizantini) e completo. In appendice, per esempio, sono riportate le mail del dibattito (una polemica per certi versi feroce) tra uno dei più famosi studiosi e docenti di informatica, Tanenbaum, e il ragazzo prodigio Linus Torvalds.

Ma c’è anche la storia dettagliata di tanti aspetti dell’informatica di oggi che sono molto poco cartografati sia dal giornalismo che dalla “storia” ufficiale, reperibile sui manuali. Oppure ristretta in poche note a pie’ di pagina, in qualche spunto che si può trovare tra le pagine di un manuale di Php o di server Apache. Una tradizione quasi orale che qui invece trova una veste e una dignità  storica, scientificamente sistematizzata.

Il valore di questo libro sta proprio in questo: è uno strumento per capire, per approfondire, per farsi una idea. Ci vogliono un po’ di pagine, un po’ di attenzione, magari non sarà  adatto a una lettura da spiaggia. Ma è un libro che resta. Anche per questo abbiamo deciso di segnalarlo oggi, a cinque e più anni di tempo dalla sua pubblicazione. Perché vale la pena di leggerlo anche oggi. Per saperne di più.

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