Un sistema universale e indipendente dalla piattaforma hardware e software per proteggere i diritti digitali. Ecco il traguardo che si sta ponendo Philips e che una volta raggiunto potrebbe realmente liberare l’industria dal rischio che la crescita dettata dal commercio su Internet si trasformi in una trappola a causa della pirateria cancellerà i proventi che giungono dal copyright.
A lavorare sullo standard è l’affiliata che Philips controlla con Sony, Intertrust che ha quale scopo principale la sicurezza del sistema ma anche la sua interoperabilità e la mancanza di vincoli dettati da standard proprietari.
Proprio la necessità di un sistema aperto e disponibile all’industria senza la necessità di versare royalties a società specifiche aveva già fatto portato Philips in rotta di collisione con Microsoft, le cui tecnologie non faranno parte di alcuni sistemi multimediali del colosso olandese. Ora pare proprio essere ancora Microsoft l’obbiettivo principale della ricerca di Intertrust. ‘I consumatori vogliono sistemi aperti e la stessa cosa la desiderano i produttori. Il mondo dell’industria riconosce Microsoft come un formidabile protagonista, ma l’elettronica di consumo non vuole diventare dipendente da Microsoft’, dice Ruud Peters di Philips.
Se l’obbiettivo di Intertrust e Philips fosse raggiunto il sistema di protezione funzionerebbe su tutti i sistemi e i produttori potrebbero impiegarlo senza pagare i diritti a Microsoft o ad altri. Lo scopo di Microsoft è invece precisamente il contrario: utilizzare il suo strapotere nel campo dei sistemi operativi per imporre uno standard che finisca per portare, da sviluppatori, produttori hardware, case discografiche e cinematografiche, ingenti contributi alle sue casse.
Philips spera di rilasciare le specifiche del sistema ‘aperto’ entro sei mesi e di avere sufficiente supporto per la sua implementazione e affermazione.