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Piccola rivoluzione al vertice di Apple

Piccola rivoluzione al vertice per Apple: Tim Cook assume la carica di COO (Chief Operating Officer) e Job Rubinstein si ritira. A comunicare ufficialmente l’€™avvicendamento è stata ieri la casa di Cupertino.

La collocazione di Tim Cook nella posizione di COO, che fino ad ora non esisteva nelle gerarchie di Apple, è nei fatti una promozione. In precedenza Cook era responsabile mondiale delle vendite, ora in qualità  di COO coordinerà  l’€™intero apparato di produzione e marketing, di fatto divenendo il responsabile in seconda, appena dietro a Jobs, dell’€™organizzazione dell’€™azienda.

Cook è un veterano di Apple. E’€™ arrivato in azienda nel corso del 1998 assumendo l’€™incarico di senior vice president for operations; successivamente, nel 2002, gli è stato assegnato l’€™incarico di o executive vice president of Worldwide Sales and Operations. In precedenza aveva ricoperto incarichi dirigenziali in Compaq ed IBM.

Oltre alla nomina di Cook a COO, Apple ha anche annunciato il ritiro di Jobs Rubinstein.

L’€™attuale responsabile dell’€™hardware iPod è stato una delle figure più in vista del settore hardware di Apple. Giunto a Cupertino nell’€™ambito della grande rivoluzione che ha riportato Jobs in sella, Rubinstein è un uomo di fiducia dell’€™attuale CEO. Aveva lavorato con lui a NeXT, contribuendo a creare il NeXT Cube e altri prodotti innovativi. In Apple è stato a capo a varie rivoluzioni, contribuendo alla nascita di prodotti come tutta la gamma iMac, alla migrazione verso G5 e alla nasciata della nuova generazione dei PowerBook. Lo scorso anno, con la nascita del gruppo di iPod, gli era stata assegnata la guida del team che lavorava all’€™ingegnerizzazione del player, un compito importante, vista la rilevanza del prodotto, ma che di fatto gli aveva tolto la supervisione, che in precedenza aveva, su tutto l’€™hardware Apple.

Al posto di Rubinstein Apple nominerà  a capo della divisione iPod Tony Fadell. L’€™assegnazione dell’€™incarico non si può certo dire sorprendente, visto che Fadell è considerato da tutti il vero padre dell’€™iPod, ciò nonostante la storia non sia mai stata confermata nei dettagli e lo stesso Fadell, probabilmente per disposizioni dell’€™azienda, non abbia mai ufficialmente parlato del suo ruolo nella nascita del player.

La nomina di Tony Fadell a capo del gruppo che si occupa di iPod è un premio a chi per primo ha avuto l’€™intuizione che un player di musica digitale avrebbe potuto rivoluzionale il mondo dell’€™elettronica di consumo.

Nonostante, forse per disposizioni aziendali, non sia mai stato confermato ufficialmente, Fadell è il vero e proprio padre dell’€™iPod. Fu lui, ex ingegnere di Philips a pensare per primo ad un lettore di musica digitale avanzato e a provare a realizzarne uno fondando un’€™azienda indipendente. Fallito il progetto per mancanza di fondi, Fadell venne assunto come lavoratore a progetto da Apple nel 2001.

Fu proprio in questa incarnazione che Fadell, riunito un team di ingegneri, costruì l’€™embrione di quello che sarebbe stato iPod. Il player era realizzato intorno ad un chip per cellulari, usando il sistema operativo di Pixo (una società  che produce softwae per cellulari posseduta da un ex dipendente Apple, Paul Mercer. Il progetto venne mostrato ad Apple che lo acquistò ed assegnò a Fadell l’€™incarico di trasformare iPod in un prodotto commerciale.

Secondo alcune fonti le ragioni per cui Fadell non ha mai voluto o potuto parlare in pubblico del suo ruolo di responsabile della nascita del progetto iPod deriva dal fatto che il progetto originale, una volta arrivato in Apple, è stato tanto trasformato da non essere divenuto quasi un’€™altra cosa rispetto a quello pensato da Fadell cui, comunque, resta il merito di avere intuito la rilevanza che avrebbe potuto avere nell’€™ambito del mondo dell’€™elettronica consumer l’€™audio digitale portatile.

L’€™assegnazione del posto di capo del gruppo di iPod sembra essere un riconoscimento delle sue capacità  e del suo intuito che, evidentemente, in questi anni di lavoro dietro le quinte devono avere convinto ancora di più Steve Jobs.

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