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Recensione Buffalo Drivestation Duo, l’archivio semplice

Negli ultimi anni Apple ha prodotto diversi modelli di Mac, generalmente molto diversi da loro ma tutti accumunati da una costante orizzontale: l’archiviazione verte sempre verso l’esterno, e nonostante alcuni modelli come l’iMac possano essere acquistati con un disco interno da 3TB, quantità di tutto rispetto ancora oggi, è chiaro che per la maggior parte dei modelli (specialmente per quelli equipaggiati con costose unità Flash) l’archivio di dati deve giocoforza passare per un drive esterno, e nonostante le possibilità del cloud e dei dischi NAS sempre più potenti e versatili, quando si tratta di velocità e praticità una connessione locale appare la più ovvia.

Tra le numerose proposte del mercato abbiamo voluto testare la soluzione di Buffalo, il modello Drivestation che, nonostante qualche anno alle spalle, offre ancora caratteristiche di rilievo per il mercato e una connessione USB che apre ad un range che copre praticamente tutti i modelli di Mac o PC attualmente in commercio.

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Drivestation calimero

Abbastanza piccolo per essere un doppio disco da 3.5”, il Drivestation si tira fuori dalla scatola ed è un piccolo parallelepipedo nero: basta collegare il cavo USB 3.0 (retrocompatibile 2.0), collegare l’alimentazione ed è fatta. Il disco è visto immediatamente dal Mac, e anche in queste condizioni è già gestibile direttamente: il taglio da noi provato era quello da 2 TB, contenente due dischi da 1 TB l’uno, ma sono disponibili anche tagli più grandi da 4, 6 e da 8 TB (2+2, 3+3 e 4+4): i dischi interni nella nostra configurazione sono Seagate Barracuda, modello SATA da 7200 Rpm, è molto probabile che questi modelli equipaggino anche i tagli superiori.

Una volta installato, il disco è gestibile tranquillamente da Utility Disco per la formattazione (noi abbiamo optato per il formato HFS+, per ottimizzare la velocità con il nostro Mac), mentre per la gestione più dettagliata del formato RAID e del modo in cui il device vede i dischi interni, è disponibile una Utility un po’ spartana ma funzionale direttamente dal sito Buffalo, dal quale abbiamo anche scaricato una seconda Utility per l’aggiornamento del Firmware, eseguito in modo silenzioso in un paio di minuti.

L’utility per il Raid permette la gestione delle due unità disco: gli stati possibili sono RAID 0, nel quale i due dischi sono visti come un unico volume, che massimizza le prestazioni perché i dischi leggono e scrivono contemporaneamente e gestiscono ognuno metà dei dati, RAID 1 dove un disco è utilizzato per la scrittura diretta dal Mac e l’altro che copia specularmente i dati, in modo che alla rottura di uno dei due l’utente possa operare con l’altro sino al cambio del disco rotto. Infine, la modalità normale nella quale il disco mostra due volumi distinti.

La sostituzione di uno dei dischi, in caso di rottura (o di cambio, con il tempo sarebbe possibile anche passare a volumi maggiori), basta aprire lo sportellino frontale e grazie agli anelli estrarre i dischi semplicemente tirandoli. Nella parte interna del pannellino è presente un piccolo schema che elenca le modalità di funzionamento in base ai due LED frontali, che si illuminano di verde o di rosso in base allo stato di dei dischi.

In tutti i casi, una volta formattato come HFS+ il disco è gestibile direttamente per tutti i servizi di OS X, incluso anche Time Machine.

Prestazioni

Una volta acceso Drivestation necessita di qualche secondo per apparire nella scrivania ed è abbastanza silenzioso tranne che per il funzionamento dei dischi. Forse a causa di uno spazio vuoto all’interno, infatti, la meccanica dei dischi è percettibile, il che non ne fa un modello adatto al salotto ma più per lo studio o un server.

Per quanto riguarda le prestazioni invece possiamo dire che il drive si è dimostrato in linea con le aspettative: utilizzando l’App gratuita AJA System Test abbiamo rilevato valori di 90 MB/sec in scrittura e 148 MB/sec in lettura utilizzandolo collegato ad un MacBook Pro con unità Flash e USB 3.0 con unità test di 1GB, che sono lontani dal valore teorico di 350 MB/sec ma che si attestano ai valori normali della categoria.

Concretamente, abbiamo copiato verso il disco una cartella con un centinaio di Jpeg (291 MB totali) in 3 secondi (qualche decimo in meno al contrario) e un file da 1 GB (questo cortometraggio scaricato da iTunes) in 10 secondi e mezzo (poco meno di 9 al contrario). Le prove sono state effettuate utilizzando il disco in modalità RAID 0, che offre il massimo della velocità. Purtroppo la modalità Turbo, decantata dalla scatola in grado di abbassare questi tempi, è gestibile solo tramite App, al momento disponibile solo per Windows.

Considerazioni

In definitiva Drivestation è un disco che offre quello che promette: semplicità, elasticità e velocità. Chi desidera prestazioni ad alto livello deve oggi giocoforza optare per connessioni Thunderbolt e dischi SSD, ma stando su prezzi ben maggiori, laddove il Drivestation offre quello che i Mac oggi necessitano, un buon compromesso tra prezzo e possibilità di archiviazione. L’App per la gestione del RAID appare scarna ma funzionale (anche con OS X 10.11) e permette configurazioni personali che altrimenti necessiterebbero di soluzioni ben più sofisticate. I prezzi ufficiali partono da 469,90 Euro per il modello da 4 TB a salire a 669,90 (6 TB) sino a 779,90 (8TB), ma i lettori possono approfittare delle interessanti offerte su Amazon come questa per il modello da 4 TB.

Per chi volesse approfondire l’argomento archiviazione raccomandiamo “Il Mac secondo me”, il libro elettronico disponibile per iBooks Store oppure Amazon Kindle Store in vendita a 5,99 Euro.

[usrlist Design:4 Facilità-d’uso:4.5 Prestazioni:4 Qualità/Prezzo:4]

Pro:

  • La connessione USB è praticamente universale
  • Compatto e veloce
  • Possibilità di gestire il RAID

Contro:

  • I dischi interni sono un po’ rumorosi

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