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Recensione tavoletta Xiaomi Mijia, la lavagna prendi-appunti digitale

Da qualche tempo circola in commercio un curioso dispositivo elettronico il cui prezzo è quasi un invito all’acquisto impulsivo, anche solo per provarlo e vedere se ne vale davvero la pena. Anche perché per fattezze e tecnologie si sovrappone al tablet e vederne uno che non sfiora neanche i quindici euro fa venire subito l’acquolina in bocca.

Si tratta in realtà di un oggetto molto più elementare, che tuttavia può trovare spazio in diversi contesti casalinghi e lavorativi: è in tutto e per tutto una tavoletta prendi-appunti o meglio ancora una piccola lavagna digitale, visto che si tratta di scrivere sopra una superficie il cui colore quasi si avvicina al grigio-nero delle lavagne che troviamo ancora oggi in gran parte delle aule scolastiche.

Digitale, appunto, perché non c’è carta né inchiostro, ma una semplice superficie su cui poter scrivere e, quando lo si desidera, cancellare tutto con il click di un pulsante. Per concezione ricorda le piccole tavole di disegno, a volte come strumento accessorio, che si regalano ai bambini per il primissimo approccio alla scrittura senza sporcare.

Lì il funzionamento è diverso perché il tratto si crea con il contatto tra lo strato superficiale e il fondo: per cancellare basta spostare un selettore che separa le due membrane, mentre con queste tavolette digitali ci viene incontro la tecnologia.

Ve ne stiamo parlando perché abbiamo recentemente provato la tavoletta della gamma Mijia di Xiaomi e, avendola ritenuta un valido acquisto, ci sentiamo di consigliarvela qualora condividiate con noi almeno uno degli impieghi in cui siamo riusciti a trovargli un posticino.

Com’è fatta

Tolta dalla confezione – per altro facilmente riciclabile perché si compone unicamente di un vassoio in leggera plastica trasparente posto all’interno di un involucro in cartoncino sul quale campeggia il logo dell’azienda e qualche scritta in cinese – dentro c’è solo la tavoletta, la penna per scriverci sopra (ma non è obbligatoria, ci arriviamo tra un attimo) e il manuale utente che, se non siete pratici della lingua cinese, potete anche buttare subito perché non ci sono immagini che aiutano a comprenderne le sue funzioni.

Peccato, perché alcune di queste non sono così intuitive e senza una guida si finisce per scoprirle soltanto strada facendo. Ma in questo vi aiutiamo noi attraverso questa recensione. Andiamo però avanti con quello che c’è di più evidente. Sulla facciata frontale, in uno dei due lati corti, c’è un pulsante frontale di forma circolare: serve per cancellare tutto ciò che si è scritto sulla superficie.

Sul lato destro è invece presente un interruttore per impedire che un click involontario del precedente pulsante possa buttare all’aria quanto scritto o disegnato fino a quel momento. E fidatevi che serve, perché il pulsante-gomma è un filino troppo sensibile e schiacciarlo anche mentre si impugna la tavoletta è questione di un attimo.

Sul fondo trova posto invece un cassettino per la batteria CR2025 che alimenta il sistema di cancellazione della tavoletta: per scriverci sopra infatti non serve energia, ed è tutto qui il segreto sulla lunga, lunghissima autonomia di questo dispositivo. Secondo quanto documentato dagli utenti, una batteria può durare perfino “anni” prima di dover essere sostituita, perché viene effettivamente chiamata in causa soltanto quando è necessario pulire tutto per ricominciare a scriverci sopra.

Per scrivere non serve energia

Supponendo di impugnare la tavoletta con il pulsante frontale sul fondo, spostando quindi l’attenzione sul bordo destro si nota una piccolissima area ellittica leggermente incavata lungo il profilo. Sotto c’è senz’altro una piccola asticella di ferro o qualcosa di simile perché la penna ci si aggancia magneticamente.

All’interno di quest’ultima sono infatti posizionate due piccole calamite, come dimostrano le attaches (in foto) con cui abbiamo provato a rintracciarne la posizione. Sono piuttosto potenti perché dando dei piccoli colpetti alla penna, questa non accenna a cadere.

Fatte queste premesse, sull’estetica non c’è molto altro da dire. La tavoletta, il cui spessore sta sotto il centimetro, è realizzata interamente in ABS con finitura satinata, una scelta che abbiamo particolarmente apprezzato soprattutto sulla superficie di scrittura perché ne simula l’effetto di scorrevolezza della matita sulla carta. Complessivamente è piuttosto leggera e altrettanto flessibile e le dimensioni sono leggermente al di sotto di quelle di un foglio di carta A4 (più vicini alle pagine di una rivista, in effetti).

La penna è costruita con gli stessi materiali e sebbene si possa banalizzare definendola un semplice pezzo di plastica, in realtà è ben bilanciata e questo non è scontato, soprattutto perché aiuta moltissimo nell’impugnatura e rende tutta l’esperienza d’uso ancora più confortevole.

La tecnologia

Perché la tecnologia che utilizza questo sistema non richiede particolare strumentazione. Se invece del pennino in dotazione si utilizza una comunissima penna (purché completamente scarica, altrimenti rischiate di sporcare tutto con l’inchiostro) non cambia nulla. Nemmeno se usate il fondo di una matita, oppure un pennino senza toglierne il tappo.

Ma potete scriverci anche con le unghie, con un anello, o con un qualsiasi altro oggetto abbastanza solido. Con oggetti estranei l’unico rischio che si corre è quello di graffiare irrimediabilmente la superficie della tavoletta, perché la penna in dotazione utilizza una punta ben arrotondata che non graffia neanche se si esercita una pressione consistente.

In base alle nostre prove purtroppo anche lo sfioramento del palmo può talvolta causare un falso contatto ed imprimere delle piccole macchie sulla tavoletta. Meglio evitare quindi di scrivere poggiando parte della mano come si farebbe con carta e penna: ne va del risultato finale con i disegni e della leggibilità quando si usa invece per prendere degli appunti. Per la stessa ragione non è possibile usare neanche un righello per i disegni tecnici: spostarlo o ruotarlo sulla superficie equivale a registrare una buona dose di sbavature.

La tavoletta riconosce anche la forza con cui si eseguono i tratti. Apparentemente è in grado di regolare il tratto registrato su tre diversi livelli di pressione, ma la sensibilità andrebbe calibrata un filino meglio: eseguire il tratto più leggero è parecchio complicato mentre per quello più marcato basta applicare un pelino di forza in più.

C’è spazio per migliorare: ma poi ne varrebbe la pena?

La domanda con cui introduciamo questo paragrafo è anche quella su cui abbiamo riflettuto a lungo prima di cominciare a scrivere questa recensione. Perché sono diversi i punti su cui questa tavoletta andrebbe migliorata per renderla un po’ più usabile. Ad esempio, lo schermo attira un sacco di polvere e se non si riesce a toglierla soffiandoci sopra di striscio, è meglio conviverci, perché si rischia di scriverci involontariamente anche quando ci si passa sopra un panno.

Sarebbe bastato aggiungere un interruttore anti-click da affiancare a quello anti-gomma già esistente, e sarebbe stato senz’altro più sicuro anche il trasporto degli appunti all’aperto. Per il momento l’alternativa è fotografare con lo smartphone gli appunti che si desidera preservare prima di cancellarli.

Anche la visibilità al chiuso andrebbe rivista. I tratti infatti, se esposti alla luce del sole, sono marcatissimi. In stanze poco illuminate invece si vedono appena, il che costringe ad accendere la luce anche quando magari non serve perché la visibilità nella stanza, data dalla sola luce ambientale, è ancora complessivamente buona.

Per intenderci, l’effetto che ne risulta è simile a quello dell’inchiostro e-ink degli e-reader, tanto da lasciarci presumere che questa tecnologia sia effettivamente qualcosa di simile. Non c’è infatti la retroilluminazione degli schermi LCD e quindi niente luce blu, che alla lunga può essere dannosa per la vista (lo sfondo è scuro, quasi nero, il tratto invece è sul verde).

Ma il bello di questa tavoletta è che costa veramente pochissimo: quanto sarebbe il sovrapprezzo per due migliorie di questo genere? Perché se per quindici euro si può anche fare “la pazzia”, per trenta o quaranta in cambio di una specie di illuminazione del pannello (che per altro prosciugherebbe la batteria) o un pulsante aggiuntivo, forse non saremmo disposti a spenderli.

Perché sì

Insomma la tecnologia è questa e migliorarla a fronte di un aumento del prezzo del prodotto non avrebbe senso. D’altronde non è una tavoletta grafica per lavorare con Photoshop e neppure un tablet. E’ qualcosa di completamente diverso (anche nell’approccio alla scrittura: non c’è un tasto per tornare indietro che elimini solo l’ultimo tratto) che va invece a sostituire più semplicemente la risma di carta che generalmente si spreca per prendere appunti di poco conto. Al costo di un blocco da 500 fogli qui se ne hanno a disposizione un numero potenzialmente infinito, con un notevole risparmio anche in ottica ecologica e di spazi, perché non si spreca davvero niente e il cestino dei rifiuti resta vuoto.

Però se dovete scriverci le lezioni dell’università lasciate perdere: la necessità di scrivere senza poggiare il polso per evitare tratti involontari e il ridotto spazio a disposizione non aiutano a gestire gli appunti delle lezioni, anche se li fotografate ogni volta che completate una pagina.

In casi come questi, la carta tradizionale è ancora imbattibile. Invece per sfidare un amico a Fila-Tre, per appuntarsi qualche idea o la lista della spesa, oppure per far giocare un bambino disegnando in un modo senz’altro particolare e del tutto nuovo, questi sono i campi di applicazione in cui la tavoletta offre il meglio della sua tecnologia.

Dopo una prima serie di prove che ci hanno permesso di prendere confidenza con il dispositivo, noi gli abbiamo trovato uno spazio in cucina. Blocco-gomma sempre attivo, abbiamo definitivamente eliminato carta e penna per la lista della spesa: tutti i membri della famiglia, anche i più piccoli che non hanno ancora uno smartphone, possono buttarci su le proprie richieste o segnare ciò che sta per terminare.

Sarà poi compito di chi andrà a fare la spesa, scattare una foto alla tavoletta prima di uscire di casa. A tal proposito sarebbe stato utile predisporre la tavoletta con un sistema per appenderla ad una parete, trasformandola così in una vera e propria lavagnetta digitale.

Conclusioni

Se siete degli spreconi di carta, valutatene seriamente l’acquisto. Quando c’è da prendere al volo una nota che si estinguerà in qualche ora o pochi giorni al massimo (immaginiamo un indirizzo o un numero di telefono in ufficio), l’immediatezza d’uso garantita da questa tavoletta è superiore a qualsiasi altro accrocchio digitale che si può avere a portata di mano, anche perché è sempre “accesa” e pronta all’uso, senza consumare energia. Con un approccio alla scrittura quanto più vicino possibile a quello a cui l’uomo è abituato da secoli.

Pro

Il sistema magnetico per agganciare la penna, l’interruttore per bloccare il pulsante-gomma, l’effetto carta durante la scrittura, il riconoscimento della pressione, l’assenza di luce blu, la leggerezza e il buon bilanciamento della penna, le dimensioni e l’immediatezza d’uso.

Contro

La facilità con cui si possono registrare tocchi involontari e con cui lo schermo attira la polvere, l’impossibilità di usare un righello per i disegni tecnici e di impedire la scrittura con un interruttore, la ridotta visibilità al chiuso dei tratti e l’assenza di un sistema per appenderla trasformandola in una piccola lavagna in tutto e per tutto.

Prezzo al pubblico

La tavoletta prendi-appunti di Xiaomi è in vendita su Gearbest: nel momento in cui scriviamo la potete comprare per poco meno di 15 euro.

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