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San Francisco vuole vietare le tecnologie di riconoscimento facciale

La sempre maggiore diffusione delle tecnologie di riconoscimento facciale usate dalle forze dell’ordine o aziende private, solleva dubbi sul diritto alla privacy.

È un potente strumento che può essere utilizzato per buoni scopi come identificare criminali, capire chi sta entrando nel paese, trovare persone scomparse ma non mancano gli aspetti negativi: la raccolta indiscriminata – senza il loro permesso – di foto di persone che non hanno commesso nessun crimine, significa perdita della privacy su scala globale, può portare ad abusi da parte delle forze dell’ordine per errori nell’identificazione dei volti, può permettere alle aziende di comprendere spostamenti, gusti personali e portare alla vendita dei nostri dati ad altre aziende per scopi commerciali.

Il consiglio delle autorità di vigilanza della città di San Francisco ha deciso di vietare le tecnologie di riconoscimento facciale nella pubblica sicurezza. Il divieto riguarda agenzie comunali e il dipartimento di polizia, rendendo illegale l’uso di software di riconoscimento dei volti. Secondo il proponente, il consigliere supervisore Aaron Peskin, la tecnologia non solo rappresenta una minaccia per la privacy ma potrebbe essere utilizzata anche per prendere di mira alcune minoranze. Nove membri del consiglio di sorveglianza della città, tutti tranne uno, hanno votato a favore della legge che dovrà ad ogni modo superare un nuovo scoglio procedurale la prossima settimana.

“La propensione della tecnologia per il riconoscimento facciale a mettere a rischio i diritti e le libertà civili supera i benefici a essa legati”, spiega Peskin, citando il software di riconoscimento facciale usato per tracciare gli indipendentisti uiguri nella Cina occidentale, e un esperimento dell’American Civil Liberties Union (ACLU) con il riconoscimento facciale che ha trovato una corrispondenza (in realtà inesistente) tra 28 volti del Congresso e quelli di alcuni criminali: la prova dei rischi legati a questa tecnologia nella pubblica sicurezza.

L’ACLU da tempo evidenzia come le libertà civili (in particolar modo di alcuni gruppi etnici) siano esposte alle tecnologie per il riconoscimento facciale (è recente il caso di uno studente che a New York ha fatto causa ad Apple affermando che il sistema di riconoscimento facciale della sicurezza avrebbe erroneamente collegato il suo volto a una serie di furti avvenuti negli Apple Store).

Videocamera sorveglianza

La decisione della città di San Francisco rientra nell’ambito di una legislazione più ampia sui sistemi di sorveglianza da parte delle agenzie governative. Dal divieto è escluso l’Aeroporto Internazionale di San Francisco e il Porto di San Francisco, essendo questi ultimi sotto la giurisdizione del governo federale. Il divieto non riguarda inoltre imprese private e cittadini.

A dicembre dello scorso anno Microsoft ha esortato i legislatori di tutto il mondo ad agire prima che sia possibile abusare largamente dei sistemi di riconoscimento facciale, ammonendo che questi potrebbero spianare la strada verso un futuro distopico, sullo stile di quello raccontato in “1984“, uno dei più celebri romanzi di George Orwell.

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