Google e Apple stanno sviluppando un sistema nativo che rende più semplice il trasferimento dei dati tra Android e iPhone direttamente durante la configurazione iniziale del dispositivo creando un meccanismo per ridurre l’attrito nel passaggio da una piattaforma all’altra e abbattere una delle barriere che contribuiscono a trasformare gli ecosistemi mobili in giardini recintati.
Il primo passaggio con Android Canary 2512
La novità, di cui parla 9to5 Google che ha avuto conferma da non precisati manager Google che la funzione arriverà con Android Canary 2512 su tutti i Pixel. Questa build introduce le basi tecniche del nuovo sistema di migrazione che opererà nativamente nel processo di configurazione iniziale del dispositivo. Un grande passo avanti rispetto a quanto accade con gli strumenti attuali: Move to iOS e, in direzione opposta, Android Switch.
Google parla di un’introduzione graduale che dipenderà dai singoli modelli Android; è quindi possibile che oltre che ai Pixel la funzione possa successivamente adattarsi anche alle build di altri produttori di smartphone del robottino. Il nuovo sistema mira anche ad estendere progressivamente i tipi di dati supportati, così da ridurre gli ostacoli per chi sceglie di cambiare piattaforma.
Per funzionare in pieno dovrà essere adottato da Apple, che in effetti collaborerà attivando la parte corrispondente con una futura developer beta di iOS 26.
Scelta libera o questione normativa?
Il fatto che nello scenario che possiamo immaginare, si trasferiranno i propri dati senza passaggi macchinosi, rendendo la scelta di un nuovo smartphone molto più libera, fa pensare che la scelta non sia solo un favore ai clienti ma anche ad Apple stessa andando incontro alle questioni normative introdotte dal Digital Markets Act, che impone ai gatekeeper di favorire l’interoperabilità.
Sul fronte USA all’orizzonte ci sono invece i procedimenti antitrust che indagano quanto gli ecosistemi di Apple e Google possano influenzare le scelte degli utenti. Un sistema di migrazione integrato e trasparente è conveniente per entrambe le aziende perché riduce il rischio di interventi regolatori e si allinea alla crescente attenzione per la portabilità dei dati.
Il precedente Airdrop
Ricordiamo che recentemente Google ha annunciato che Quick Share può ora comunicare con AirDrop, permettendo la condivisione diretta di file tra Android e iPhone come tra iPhone ed iPhone. La funzione ha debuttato sui Pixel 10 e sarà estesa ad altri dispositivi Android. Questo accade proprio mentre AirDrop è sotto la lente dei legislatori europei, che lo considerano un possibile vantaggio competitivo eccessivo all’interno dell’ecosistema Apple.
In questo scenario, aprire AirDrop a uno standard interoperabile conviene anche ad Apple: riduce la pressione regolatoria, evita interventi più pesanti dell’UE o l’eliminazione della funzione da iOS europeo e permette di mostrare un atteggiamento collaborativo verso la portabilità dei dati.
In questo quadro, la nuova funzione di migrazione descritta da 9to5Google può essere considerata una estensione naturale della recente apertura di AirDrop verso Quick Share. Google e Apple, questa volta insieme, stanno infatti allargando lo stesso principio che consente di superare i confini rigidi tra i due ecosistemi e facilitare lo scambio di dati, non solo nei trasferimenti dei singoli file ma anche nel passaggio completo da uno smartphone all’altro.

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