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Store or not to store?

Apple, non più tardi di un mese fa, aveva dato garanzie ad alcuni dei maggiori rivenditori americani, sostenendo che non c’era alcun piano per l’apertura di negozi con il marchio di Apple. Tim Cook, Apple senior vice president of worldwide operations, in quel contesto aveva fatto eco e ribadito quando lo stesso Mitch Mandich, responsabile del marketing a livello mondiale, aveva detto in un altro incontro con gli stessi rivenditori. Allora, secondo Mandich ci sarebbero voluti anni prima che Apple decidesse di aprire sui negozi. Ma, evidentemente, Tim Cook non è particolarmente ascoltato in Apple mentre Mandich, forse non a caso, si è ritirato in pensione, visto che lo scorso venerdì è trapelata la notizia che il primo Store di Apple è ormai sul punto di aprire.
Come già  riferito da Macity si tratta di un locale di circa 600 metri quadrati collocato a Palo Alto, poco distante dalla casa di Steve Jobs, sul viale dell’Università . Il negozio avrà  due vetrine con due grandi mele monocolore e resterà  aperto fino ad ora tarda per catalizzare il pubblico del locale ateneo, anche quello che frequenta il vicino locale che offre assaggi di vino e snack di proprietà  di Francis Ford Coppola. Contemporaneamente, secondo alcune indiscrezioni, altri due negozi apriranno in California, uno dei quali a Glendale, una delle città  della conurbazione di Los Angeles. Secondo alcune fonti Apple intenderebbe attuare un lancio contestuale dei tre punti vendita, una scelta che non può essere intesa che come il tentativo di suscitare l’impressione che siamo di fronte proprio al primo nucleo di una catena di negozi. Successivamente, riportano le fonti su Internet, la strategia di Apple porterà  alla diffusione su tutto il suolo americano di altri negozi con la Mela. Al momento non è chiaro se e quando questa strategia poi si diffonderà  al di fuori del suolo americano.
Secondo le fonti che riportano dettagli sull’evento i tre punti vendita offriranno il meglio della produzione di Apple, con macchine e software pronta consegna oppure in 24 ore, grazie ad un canale privilegiato con AppleStore. In questo modo Apple intenderebbe rispondere alle esigenze di chi ha ordini forse non particolarmente complessi da esaudire, ma vuole avere subito il materiale che desidera. E’ il caso, ad esempio, di clienti consumer o di professionisti che vogliono una macchina o un accessorio aggiuntivi. La speranza di Apple è anche quella di offrire, sempre secondo alcuni osservatori, un quarto canale di vendita non concorrenziale con quello di AppleStore, i rivenditori specializzati e i punti retail (grandi magazzini e punti vendita despecializzati).
La vera sfida per Apple, però, potrebbe essere proprio quella di convincere i rivenditoria americani, alcuni dei quali molto influenti, che la scelta di aprire una catena di negozi non va contro i loro interessi e non sottrae loro mercato. L’impresa di annuncia difficile, come si legge dalle prime interviste che si trovano su Internet.
Probabilmente il piano di Apple prevede che essi possano puntare sul piano della competenza, dell’informazione e dell’assistenza. Ben difficilmente, infatti, gli addetti dei negozi Apple, pur istruiti approfonditamente, potranno essere qualche cosa di più che degli ottimi commessi e dei competenti rivenditori. Apple non potrà , e forse non vorrà , fare di loro delle alternative ai rivenditori specializzati che continueranno ad operare indisturbati nel settore delle reti, delle soluzioni complesse e dell’assistenza, ambiti dai quali si ottengono margini più alti e fidelizzano il cliente, assai più che dalla semplicemente vendita di un iMac o un G4.

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