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Tim Cook chiede alla Casa Bianca di non uscire dagli accordi sul clima di Parigi

Donald Trump avrebbe deciso di sfilare gli Stati Uniti dall’accordo di Parigi sul clima, una decisione non gradita da vari CEO del mondo IT, incluso Tim Cook di Apple ed Elon Musk di Tesla, che invitano il Presidente USA a valutare bene ciò che sta per fare.

Il CEO di Apple avrebbe chiesto alla Casa Bianca di non uscire dall’intesa di Parigi, visto come un vero e proprio colpo assestato alle politiche ambientali, un segnale che per i prossimi anni lotta al cambiamento climatico e al riscaldamento globale non saranno una priorità per il governo USA.

Gli Stati Uniti sono il secondo produttore di gas serra dopo la Cina e, lo ricordiamo, si sono impegnati a diminuire le emissioni del 26-28% rispetto i livelli del 2005 entro il 2025. Durante la sua campagna elettorale, Trump ha più volte detto di essere contro l’accordo, affermando che i cambiamenti climatici sono un un mucchio di falsità. A suo dire  il concetto dei cambiamenti climatici è stato inventato dai Cinesi per rendere meno competitive le aziende americane.

Venticinque aziende, incluse (oltre a quelle già citate) anche Intel e Microsoft, hanno firmato una lettera e comprato una pagina sul New York Times e sul Wall Street Journal spiegando di non volere un ritiro degli Usa. “Ampliando il mercato ad innovative e pulite tecnologie, l’accordo crea occupazione e crescita economica” si legge nella lettera. “Le aziende statunitensi sono in grado di guidare questi mercati. Il ritiro dagli accordi limiterà l’accesso a questi ultimi e potrebbe esporci a misure di rappresaglia”.

Elon Musk, l’unica figura di spicco della tecnologia che è in qualche modo vicino a Trump, ha già detto che uscirà dal consiglio di Trump se dovesse passare una revisione degli accordi. Passaggio anche industrialmente comprensibile visto che la principale impresa di Musk è Tesla, una fabbrica di automobili elettriche.

Ma non sono solo i  big dell’IT a ritenere che Trump sbagli. Anche gruppi petroliferi come BP, Shell ed Exxon Mobil pensano che l’uscita sia un passo falso. A essere d’accordo con Trump produttori di carbone come Murray Energy. Robert E. Murray, fondatore e CEO della società mineraria, ha dichiarato a Bloomberg Television che Trump ha la responsabilità di esaudire le dichiarazioni con le quali si è impegnato in campagna elettorale stracciando l’accordo. Alcuni osservatori evidenziano il pericolo di ripercussioni a livello globale con il boicottaggio di prodotti da parte dei consumatori.


 

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