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Tra .PDF e .DOC non mettere omissis

L’inchiesta italo-statunitense sul caso della morte di Nicola Calipari è diventato un caso informatico sta facendo tremare qualcuno al Pentagono. Le ragioni stanno nella scarsa destrezza dimostrata da chi ha prodotto il documento pubblico sulla vicenda che ha portato alla morte l’agente dei servizi di sicurezza italiani e al ferimento della giornalista del Manifesto Giuliana Sgrena.

Gli USA, come noto, hanno diffuso la loro versione dell’accaduto con un documento pubblicato sul web in formato PDF che, come abbiamo abbondantemente saputo dai notiziari, era in varie parti illeggibile, perché i servizi segreti statunitensi avevano apposto degli omissis su nomi, orari, dati e situazioni da tenere riservati applicando pecette nere. Purtroppo per il generale Vangjel, presidente della commissione d’inchiesta USA, chi ha svolto questa operazione non si è reso conto che sarebbe bastato usare un qualunque word processor per fare copia incolla per rendere interamente leggibili le 43 pagine del file Adobe.

Il primo a provarci e a riuscirci è stato Gianluca Neri, un blogger che pubblica on line “sul suo sito Macchianera” i risvolti e i dettagli della vicenda.

Neri spiega: “non ho rivelato nessun segreto di stato, il file è in rete ufficialmente, chi vuole lo può leggere, anche con Word, ed è così che gli omissis spariscono, quasi non volevo credere a tanta ingenuità  informatica da parte di una super-potenza come gli Stati Uniti”.

I no-comment (un po’ imbarazzati) da parte delle due commissioni si sprecano e intanto il documento originale è stato ritirato dal sito dei militari USA in Iraq.

Se si pensa che le ultime versioni di Acrobat sono perfettamente compatibili con tutti i più avanzati sistemi di codifica e sicurezza, c’è davvero da restare imbarazzati e immaginare che negli uffici informatici del Pentagono in queste ore possa qualcuno possa passare qualche brutto quarto d’ora.

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