La Turbolinux Inc. è stata ceduta alla SRA – Software Research Associates Inc. di Tokio.
Turbolinux è uno dei quattro membri del progetto di Linux unificato UnitedLinux e i manager della SRA hanno assicurato che non hanno alcuna intenzione di uscire dal progetto.
Il nuovo CEO sarà Hajime Watanabe e Koichi Yano presidente della nuova Turbolinux che prenderà sede in Giappone; la “vecchia” sede californiana sarà presto scorporata e diventerà un’azienda indipendente (si concentreranno sulla linea PowerCockpit) ancora capitanata da Ly-Huong Pham, ex CEO della Turbolinux dell’altro-ieri.
La società leader delle distribuzioni Linux, RedHat, ha invece promosso un’iniziativa al contempo interessante ma anche spiacevole: uno sconto su RedHat 7.3 del 20% (per il settore education lo sconto arriva al 50%) per chi lo acquista entro il 31 agosto 2002 o nel negozio online di RedHat o presso il punto vendita diretto presso l’aeroporto londinese di Heathrow.
Naturalmente quando si parla di ribassi di listino, non si può che intenderle come buone notizie, il problema è però un altro… andando a verificare sul sito europeo di RedHat, abbiamo scoperto che la versione inglese Personal costa 66,65 euro e la versione Professional costa 232,26 euro, quella francese Personal costa 70,66 euro e la versione Professional costa 285,56 euro, quella tedesca Personal costa 51,90 euro e la versione Professional costa 199 euro e infine quella spagnola Professional costa 256,35 euro (non è elencata la versione Personal); tutti prezzi scontati appunto del 20%.
Prezzi sensibilmente diversi da lingua a lingua ma quando si legge il listino italiano non si trova alcuna traccia di questo sconto del 20% sulle versioni Professional (256,35) e Personal (93,61 euro), quest’ultima la più cara di tutte a livello continentale.
Come si può spiegare questo tipo di discriminazione?
