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Università  del Maine: Xserver G5 Cluster da 256 nodi (aggiornato)

L’Università  del Maine ha da poco terminato l’installazione, presso il Target Technology Center, di un sistema cluster da 256 nodi basato su Xserver G5.

L’università  ha battezzato “Baby” la nuova installazione perché parte del progetto MACH 5 (Multiple Advanced Computers for Hypersonic, G5) dell’Esercito degli Stati Uniti da 1.566 nodi (costo previsto di 5,8 milioni di dollari), coordinato da COLSA Corporation. Proprio l’US Army ha contribuito all’acquisto del super-computer dell’UMaine con una spesa di 680.000 dollari.

Anche al laboratorio Plasma Physics dell’UCLA si è recentemente dotato di un sistema Xserve G5 Cluster da 256 nodi (costato circa 1 milione di dollari), denominato “Dawson Cluster“, qui la webcam relativa.

Il super-computer del Maine monta un totale di 512 GB di RAM (2 GB ogni cluster), consuma circa 60-70 KW (stima) ed è durato sei mesi il tempo per preparare l’università  all’installazione. Eric Wages, dell’Advanced Computing Research Lab, ci ha detto che ora è felice, ha un computer immensamente “cool” e lo ha installato esattamente come voleva lui fin dal principio.

Si calcola che, una volta completato in ottobre, il sistema di 1.566 Xserve G5 (doppio processore) creato per l’Esercito degli USA, si posizionerà  secondo nella classifica generale dei super-computer, dietro all’Earth Simulator giapponese, costato però 350 milioni di dollari.

Durante la terza settimana di luglio, all’Advanced Computing Research Lab dell’università , hanno visto arrivare la quantità  ingente di imballi di Xserver Cluster e gli addetti hanno provveduto alla “costruzione” del sistema.

Come già  sappiamo (ma solo raramente abbiamo potuto osservare il suo interno) gli Xserve G5 Cluster sono la versione di Xserve G5 senza alcune componenti dell’Xserve ma appositamente congeniati per operare in sistemi server estremamente potenti come questo, pur risparmiando su alcune parti che risulterebbero inutilmente ridondanti e quindi inutili…

…infatti sono pochi esemplari di Xserve G5 e di Xserve RAID a essere installati per l’accesso diretto a queste parti non presenti nelle versioni Cluster; come si vede in questo caso si è scelto un display di altra marca (BenQ, nello specifico) per la relativa poca importanza che viene dato al dispositivo di visualizzazione, nella stanza del server.

I rack con gli switch e i cablaggi ordinati erano pronti e man mano che venivano estratti dagli imballi, gli Xserve Cluster, andavano ad impilarsi negli appositi spazi, per creare muraglie di computer dalla potenza impressionante.

A lavoro completato la stanza che occupa il super-computer è stata ripulita ed ordinata e ormai già  funzionante.

Ad Orono, sede dell’Università  del Maine, il sistema nuovo di zecca funziona 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 per scopi di ricerca e di business, come si può anche verificare in ogni momento, grazie a due webcam che monitorano la stanza, qui e qui.

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