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Utenti Mac al bivio: acquisto o aspetto?

I veri delusi dagli annunci del 6 giugno sul passaggio di Apple dai chipset Motorola e IBM a quelli Intel non sono gli utenti Mac “fedeli” e già  dotati di una CPU potente o recente ma quelli che in inglese si chiamano i “wannabe” o i possibili “switchers” e pure quelli che desiderano rinnovare il proprio parco macchine ormai vetusto.
Perchè affermiamo questo?
Innanzitutto vediamo i principali pro e contro del matrimonio Apple-Intel.

PRO
– Apple si allea con l’azienda piu’ motivata nello sviluppo di processori con maggiori capacità  velocistiche.
Non è una novità  che IBM, dopo l’exploit dei primi PowerPC di classe G5, non è riuscita a mantenere la propria roadmap (la serie temporale di potenza crescente dei propri processori), non è pure una novità  che Freescale (ex-Motorola) non sia in grado di sviluppare oltre la potenza dei G4, gli unici processori allo stato attuale in grado di trovare posto su un portatile per il rapporto potenza, consumi accettabile.
Quando Jobs si è trovato di fronte all’impossibilità  di trasferire sui portatili l’efficienza raggiunta con i processori PowerPC desktop si deve essere chiesto se l’arma segreta, la “seconda vita” di Mac OS X non potesse essere disvelata per dare modo ai suoi prodotti di competere con quelli piu’ prestanti della concorrenza.

– Apple si allea non con un monopolista ma con una azienda che ha un serio concorrente come AMD in grado di stimolare la competizione.

– Apple è in grado di fornire il migliore sistema operativo sulla piazza, il piu’ sicuro e versatile, in grado gestire al meglio processori multipli e perche’ no, multicore.

– Apple ha a disposizione gli strumenti per un rapido passaggio da un chipset all’altro e l’esperienza di un altro passaggio epocale: quello dai processori 68xxx di Motorola ai PowerPC dell’allenza AIM. Passaggio non indolore e durato a lungo ma che ha permesso una lunga convivenza tra vecchie e nuove macchine.

– Apple puo’ avere a disposizione per le proprie macchine le migliori periferiche come schede video ultrapotenti per il 3D, in grado di girare senza problemi con le piattaforme X86 e può attirare ulteriori produttori di terze parti per “accessoriare” con minor fatica le proprie CPU.

CONTRO
– Al passaggio annunciato non fa riscontro una immediata disponibilità  dei computer dotati di chipset adatto proprio perche’ il passaggio necessita di un periodo di sviluppo di circa un anno in cui gli sviluppatori “devono” fare il porting delle loro applicazioni se vogliono continuare a trarre vantaggio da Mac OS X.

– L’utente che deve acquistare un Mac oggi si chiede per quanto tempo sarà  supportata la sua macchina sapendo che prima o poi gli sviluppatori abbandoneranno il processo di doppia compilazione per passare a quello di generazione del solo codice per la piattaforma Mac-Intel.
Sicuramente il periodo sarà  superiore ai 4 anni (i 24 mesi e più di transizione più altri 24-36 a seconda degli sviluppatori) ma nella percezione che ha l’utente Mac medio della longevità  del proprio computer questo potrebbe essere un periodo non sufficiente per effettuare un acquisto a breve se non necessario.

– La possibile contrazione delle vendite e l’effetto “attesa macchine con chipset Intel” potrebbe nuocere all’immagine di Apple come azienda “vincente”

Forse non a caso Apple ha deciso di fare l’annuncio fatidico in questo preciso momento : al culmine dell’effetto traino di iPod, del successo di Mac mini e della capacità  di innovazione di Tiger, Steve Jobs ha tirato fuori il coniglio dal cilindro per togliersi dall’empasse di un confronto di prestazioni che ben presto avrebbe penalizzato le proprie macchine: bellissime, con un ottimo sistema operativo ma con scarse possibilità  di crescita.

Il tempo ci dimostrerà  se Jobs ha visto ancora una volta giusto, ha saputo interpretare i desideri dei suoi utenti fornendogli un sistema avanzanto e all’avanguardia o li ha gettati, almeno in un periodo che potrà  durare 12 mesi nell’ambascia di dover scegliere domani un Mac che forse non sarà  “attuale dopo piu’ di un lustro.

Sembrerà  strano per l’utente “Wintel” che è abituato a cambiare CPU a cadenza biennale, ma il dilemma per l’utente Mac può essere determinante per le sue scelte di acquisto: la longevità  attesa di un Apple è di circa 4 o 5 anni: se si possiede già  un computer è bene acquistare un MacPPC adesso o un MacIntel domani, dopo il 6 Giugno 2006?
Per chi vuole il meglio subito la risposta è semplice.
La prossima settimana andrò ad ordinare il mio iMac G5.

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