“La tecnologia senza fili permette di accedere ad Internet dai luoghi pubblici semplicemente con il proprio portatile e un modem apposito” è stata la dichiarazione del responsabile del dicastero delle Comunicazioni mentre firmava il decreto che autorizza il Wi-Fi (nelle bande 2,4 – 2,4835 GHz o 5,15 – 5,35 GHz e 5,47 – 5,725 GHz) nei luoghi pubblici del territorio italiano, o meglio, la “R-LAN – Radio Local Area Network” come viene definita ufficialmente.
Con l’autorizzazione ministeriale il Wi-Fi esce dalla sperimentazione ed entra nella lagalit:à la commercializzazione da parte dei vari operatori, senza concessioni esclusive (contrariamente a quanto accade per la telefonia cellulare), che si imbarcheranno in questa interessantissima soluzione wireless degli “access point”.
Come preannunciato, il Ministero delle Comunicazioni richiede una rigida catalogazione, tracciabilità e identificazione degli interessati ad accedere al servizio Wi-Fi, tutti dovranno essere riconoscibili nelle loro azioni wireless grazie a “codici di abilitazione e identificazione”.
Piuttosto semplice la proceduta che le aziende di fornitura d’accesso (obbligatoriamente iscritte al registro degli operatori di comunicazione) devono seguire per ottenere l'”autorizzazione generale”: basta scrivere una semplice dichiarazione di inizio attività e il silenzio delle autorità diventerà assenso valido per nove anni, rinnovabili.
E’ necessrio usare apparecchiature conformi alle direttive europee 1999/5/CE.
Queste aziende “WISP” potranno avere sede in Italia o in uno dei paesi dello SEE – Spazio Economico Europeo, in uno dei paesi appartenenti all’OMC – Organizzazione Mondiale del Commercio, o in altri paesi con i quali vi siano accordi di reciprocità nel settore disciplinato dal presente provvedimento.
La banda tra i 5,15 e i 5,35 GHz (5,15 e i 5,25 GHz sezione inferiore e 5,25 e i 5,35 GHz sezione media, della banda UNII – Unlicensed National Information Infrastructure) dovrà essere utilizzata solo in modalità indoor, quindi viene decretato solo l’uso all’interno di edifici della versione 802.11a.
Si pronostica quindi una definizione dello standard IEEE 802.11b (AirPort) e prossimamente 802.11g (AirPort Extreme) come unici sistemi per luoghi al chiuso e all’aperto, autorizzati per gli hot spot italiani.
L’interconnessione tra varie reti R-LAN è ammessa esclusivamente attraverso reti pubbliche di telecomunicazioni, è ammesso il collegamento tra gli access point appartenenti alla medesima R-LAN limitatamente all’ambito geografico locale.
Un beneficio più utile che pratico del Wi-Fi è la distribuzione della banda larga in aree non appetibili e scomode per gli operatori telecom tradizionali (via cavo), un esempio lo trovate qui, a tal proposito Gasparri ha dichiarato: “le WLAN apriranno nuovi scenari anche per le aree disagiate e a minor reddito […] ritengo che anche questa opzione tecnologia possa contribuire alla riduzione del digital divide […] è nostra intenzione lavorare affinché la banda larga diventi un servizio universale a disposizione di tutti e di cui tutti possano trarre i benefici”.
Per tutti i particolari ecco i tre PDF rilasciati dal ministero: decreto tecnico (128 KB), nota tecnica (80 KB) e nota storica (72 KB).
La sperimentazione del Wi-Fi sulle frequenze 2,4 – 2,4835 GHz cessa entro 60 giorni dall’entrata in vigore del decreto appena firmato.
