C’è preoccupazione in casa sul progetto Chromebook. Secondo il Digitimes il tour di Eric Schmidt nella Repubblica di Cina, dove si era recato per dimostrare i vantaggi dei computer per internet, la sua velocità all’avvio e la loro sostanziale immunità ai virus, sarebbe stata anche l’occasione per incontrare i diversi produttori locali, tra cui Acer. L’obbiettivo: comprendere come mai gli utenti dimostrino non troppo entusiasmo per il prodotto visto che la societò taiwanese ne avrebbe venduti solo 5000 pezzi. Le cose non vanno certo meglio per Samsung (altro produttore che commercializza il prodotto) che ne avrebbe venduti ancora meno.
Benché il sistema operativo pensato da Google sia indubbiamente interessante, non sembra ancora avere il grado di affidabilità per suscitare l’interesse del grande pubblico o dei professionisti. In particolare le aziende lamenterebbero una certa immaturità delle Google Apps per i fini delle aziende, problema non da poco visto che le Apps sono il prodotti di punta intorno a cui sono costruiti i Chromebook e visto che il target principale dei portatili sono proprio le aziende.
Un secondo e probabilmente ancora più grande problema è che i Chromebook possono avere una loro funzione solo quando sono connessi in maniera stabile o al limite frequentissima ad Internet. Poichè il concetto di cloud computing è allettante ma al momento non ancora passato da uno schema ideale ad una sua effettiva implementazione, ecco che i computer Google si trovano di fronte ad un altro ostacolo e che quello che dovrebbe essere un loro vantaggio si trasforma in uno svantaggio.
[A cura di Mauro Notarianni]
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