Il processo per il caso di backdating delle azioni di Apple dovrebbe cominciare il 18 maggio del prossimo anno. Questa, almeno, è la data che il collegio legale reclutato da Nancy Heinen ha richiesto alla Us Securities and Exchange Commission.
La Heinen, come noto, è ormai l’unica figura che faceva rifermento ad Apple ancora nel mirino della commissione tra quelle che erano state coinvolte nella vicenda che risale a due anni fa e che ha risvolti complessi e affonda le sue radici nella pratica molto comune presso le aziende americane di pagamento in azioni a favore dei manager. In base ad alcune indagini si era appreso che questa formula era stata applicata in maniera (eufemisticamente) disinvolta, pre-datando l’attribuzione del pagamento e attribuendo ad esso azioni ad un valore più basso di quello che avevano effettivamente. Questa azione non è illegale, ma deve essere denunciata in maniera tale da essere contabilizzata anche fiscalmente in maniera corretta, pratica che per Apple non sarebbe stata seguita.
La Heinen è stata direttamente coinvolta dall’inchiesta per il ruolo di consulente legale che essa aveva all’interno di Apple e come tale diretta responsabile di tutti gli incartamenti che devono essere prodotti a margine dell’operazione. Inizialmente sul banco degli imputati sarebbe dovuto salire anche Fred Anderson, ma l’ex Cfo di Apple è uscito dal caso con un accordo mediato (pagando 3,5 milioni di dollari di sanzione), cosa che non ha fatto la Heinen.
Tra i testimoni chiamati a deporre dalla Heinen, che continua a sostenere di avere semplicemente eseguito delle disposizioni altrui, ci sono molti manager di Apple tra cui anche Jobs. Il Ceo è uscito anch’egli dalla vicenda dopo avere dimostrato di non avere beneficiato dell’opportunità offerte dal ‘backdating’ visto che non ha mai riscosso quelle azioni che gli erano state offerte. Il comportamento di Jobs era stato esaminato e giudicato conforme alle normative, sia da una commissione nominata dal consiglio di amministrazione che dalla stessa Sec.
In tutto i testimoni dell’udienza saranno 25. Oltre a Jobs ci saranno, tra gli altri, Fred Anderson, Philip Schimmel (paret dello studio legale reclutato da Apple KPMG); Arthur Levinson (membro del consiglio di amministrazione); and Steve Jobs (Apple CEO) e vari avvocati al servizio di Apple.