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Epic attacca ancora Google sui pagamenti

Epic Games ha presentato una mozione per una ingiunzione preliminare per impedire a Google di rimuovere Bandcamp dall’app store Android, cosa che Google ha apparentemente minacciato di fare perché l’app sta usando il proprio sistema di pagamenti e fatturazione, invece di pagare a Google la consueta percentuale su Google Play Store.

Bandcamp, che Epic ha acquisito a marzo, utilizza un proprio sistema di fatturazione su Android dal 2015, ed è stato in grado di farlo per via delle regole che esentano la musica digitale dal dover utilizzare il sistema di fatturazione di Google, secondo un post sul blog del co-fondatore e CEO di Bandcamp, Ethan Diamond. Tuttavia, Google sta ora modificando le sue regole per richiedere a Bandcamp (e ad altre app simili) di utilizzare esclusivamente Google Play Billing per i pagamenti di beni e servizi digitali, così da rendere obbligatorio il pagamento della commissione a Google.

Secondo le nuove regole di Google, Bandcamp dovrebbe apportare modifiche a partire dal 1° giugno. Diamond riferisce che Bandcamp sarebbe costretto a scegliere tra trasferire le commissioni ai clienti, trasferire le commissioni agli artisti, o gestire la sua attività Android in perdita, o ancora disattivare le vendite all’interno dell’app Android.

Epic attacca ancora Google sui pagamenti

Epic sostiene che il passaggio al sistema di fatturazione di Google influenzerebbe la sua capacità di continuare a riconoscere agli artisti l’82% delle entrate totali di Bandcamp, perché dovrebbe pagare a Google il 10 per cento, tassa comunque inferiore al consueto 30%.

Pagare a Google anche una quota di entrate del 10% costringerebbe Epic a cambiare l’attuale modello di business di Bandcamp oppure a gestire il business di Bandcamp con una perdita a lungo termine

Epic afferma anche che anche gli artisti musicali potrebbero dover aspettare più a lungo per ottenere i pagamenti perché il suo attuale sistema di pagamento consente agli artisti di essere pagati entro 24-48 ore da una vendita, ma che Google non paga gli sviluppatori se non descorsi “da 15 a 45 giorni dopo una vendita”.

Questi argomenti, ricorda anche TheVerge, non hanno funzionato in vicende pregresse simili. Fanhouse aveva sfruttato tali difese contro Apple, senza riuscire nell’intento. Questo potrebbe essere il motivo per cui Epic sta andando in tribunale piuttosto che cercare una soluzione mediatica.

Ricordiamo che Epic ha citato in giudizio sia Apple che Google nell’agosto 2020, sostenendo violazioni antitrust dopo che entrambe le piattaforme hanno rimosso Fortnite dai loro negozi. Il caso Google, comunque, non andrà a processo fino al 2023. La causa madre relativa alle commissioni del 30% e ai metodi di pagamento alternativi è quella che vede contrapposti Epic ad Apple. Tutti gli sviluppi della vicenda sono disponibili da questa pagina.

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