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Libra, la criptovaluta Facebook coinvolgerà nomi come Visa, Spotify, Uber e Iliad

La presentazione della criptovaluta di Facebook è vicina: secondo quanto appreso online il prossimo 18 giugno l’azienda presenterà ufficialmente il white paper (il documento che spiega la natura e la tecnologia alla base del progetto) relativo alla sua criptovaluta, progetto sul quale sono già coinvolti nomi non da poco, come Uber, Visa, PayPal, Spotify e molti altri.

Il nome del token pare sia ormai certo; nonostante alcune fonti puntassero su GlobalCoin, il nome ufficiale – secondo quanto appreso dalla testata TheBlock – sarà Libra; il lancio ufficiale non è ancora certo, con indiscrezioni che parlano del 2020 come anno zero del servizio, ma con test previsti già a partire dall’anno in corso; quello che è certo è che la moneta di Facebook sarà una “stablecoin” ovvero un token il cui valore sarà legato direttamente a quello di una o più valute fiat, questo per evitare le enormi fluttuazioni che caratterizzano il mercato delle criptovalute.

A rivelarlo è stata Laura McCracken, Head of Financial Services & Payment Partnerships for Northern Europe, durante un’intervista al settimanale economico tedesco Wirtschaftswoche; McCracken ha poi aggiunto che il valore del token sarà correlato ad un insieme di criptovalute, per limitare ancor di più la possibile fluttuazione.

Il lancio di Libra potrebbe rivoluzionare radicalmente il mercato dei pagamenti, sbloccando nuove soluzioni per lo scambio di denaro via social network. Per comprendere la possibile portata di questa soluzione è sufficiente osservare i nomi delle azienda coinvolte, ottenuto sempre da TheBlock.

Fra questi citiamo Visa, Spotify, Uber, Iliad, Vodafone, ma anche eBay, Farfetch, Mastercard o Andreessen Horowitz e nomi importanti del settore, fra cui Xapo e Coinbase. Qui di seguito il grafico con tutti i più importanti partner coinvolti.

Facebook coin, la criptovaluta di Facebook sarà presentata il 18 giugno

La moneta potrà probabilmente essere utilizzata per offrire pagamenti o scambi di denaro gratuiti (o con tariffe irrisorie) tra amici e parenti via WhatsApp e Messenger (ricordiamo che WhatsApp può raggiungere 1.6 miliardi di persone, Facebook Messenger 1.3 miliardi).

Il token potrebbe diventare anche un temibile concorrente per i circuiti delle carte di credito e di pagamento, che spesso vessano i commercianti con commissioni sulle transazioni poco gradite, e potrebbero decidere di accettare pagamenti attraverso il denaro di Facebook in luogo della classica transazione elettronica, soprattutto nel caso delle micro transazioni.

Un’altra applicazione potrebbe riguardare l’acquisto di spazi pubblicitari sul social network e le sue proprietà, con possibili agevolazioni per chi deciderà di investire in comunicazione e pubblicità usando la criptovaluta.

Facebook sta anche pensando di mettere a disposizione del pubblico anche degli ATM fisici, per facilitare lo scambio e l’acquisto del suo token anche localmente.

Facebook coin, la criptovolauta di Facebook sarà presentata il 18 giugno

Per la gestione del progetto Facebook pare sia intenzionata a creare una fondazione indipendente per supervisionare la sua criptovaluta. Le azienda interessate a gestire un nodo (indispensabile per validare le transazioni) della sua blockchain potrebbero dover pagare fino 10 milioni di dollari, avendo in cambio la possibilità di intervenire sulle decisioni riguardo alla governance del token e ottenendo altre tipologie di benefici.

L’obiettivo di Facebook sembra sia quello di raggiungere almeno 100 partner per la gestione dell’intero progetto, incamerando così fino a 1 miliardo di dollari.

Il lancio di Libra potrebbe avere un’impatto non trascurabile anche sul mercato “tradizionale” delle criptovalute: secondo alcuni osservatori il token di Facebook potrebbe rendere obsolete (almeno dal punto di vista pratico) molte criptovalute alternative (per esempio Ripple, Litecoin o la meno nota Reddcoin) nate con lo scopo di facilitare i pagamenti elettronici fra pari, ma che fino ad oggi hanno riscontrato un’adozione limitata (se non nulla) per via delle difficoltà ad accedere agli strumenti indispensabili alla conversione e allo scambio di denaro.

Su questo tema giocherà un ruolo importante anche il livello di decentralizzazione della tecnologia di Facebook, al momento sconosciuto.

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