In Italia il digital divide si conferma un problema significativo; le cause che alimentano l’analfabetizzazione tecnologica degli italiani non sono solo infrastrutturali ma anche culturali. Gli ultimi dati sul gap tecnologico fra il Bel Paese e il resto dell’Europa vengono da eMarketer, che ha raffrontato i numeri relativi alla penetrazione della connettività alla Rete del Bel Paese con quelli dei vicini spagnoli.
Da una ricerca di International Telecommunication Union, la penetrazione delle connessioni Internet fisse in Italia è di poco al di sopra del 23 per cento, mentre la penetrazione delle connessione mobile è pari al 154.2 per cento. Nonostante ciò la penetrazione Internet in Italia non supera il 62 per cento delle popolazione, un numero al di sotto di quello dei cugini spagnoli, che vantano sì una maggior penetrazione delle linee fisse (27.3 per cento) ma un inferiore tasso di penetrazione delle connessioni mobili (107.8 per cento).
La spiegazione, secondo eMerketer, sta nelle abitudini di utilizzo degli smartphone: secondo un sondaggio effettuato nei due Paesi, circa il 56.3 per cento della popolazione spagnolo ha posseduto uno smartphone lo scorso anno, usandolo almeno una volta al mese; in Italia questa percentuale scende al 48.9 per cento. Dati che confermano le stesse tendenze riscontrate dalla commissione Europea secondo cui in Spagna l’85 per cento degli utenti usa uno smartphone per accedere alla rete, contro solo il 68 per cento degli italiani.
Osservando questi riscontri, saremmo tentati di concludere che in Italia l’alta penetrazione delle connessioni mobili sia solo potenziale: nella realtà la maggior parte degli smartphone venduti vengono utilizzati come cellulari tradizionali, per telefonare o inviare sms, tralasciando tutte quelle funzioni che rendono uno smartphone “smart”; di conseguenza molti italiani che potrebbero essere online, di fatto non prendono in considerazione questa possibilità.
