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Traditori… traditi, una class action contro Ashley Madison

Parte la class action contro Ashley Madison, il sito di incontri violato dal gruppo hacker Team Impact che ha diffuso con il protocollo Torrent un file di 9.7GB con  varie informazioni riservate di 32 milioni di utenti: nome, cognome, indirizzo, email, numero delle transazioni, fantasie sessuali; i numeri di carta delle carte di credito, al momento sembrano essere rimasti cifrati.

Ashley Madison, è una piattaforma di appuntamenti online che alcuni giorni addietro è stata attaccata dagli hacker i quali avevano minacciato di pubblicare dati e informazioni personali dei suoi milioni di iscritti. Il sito in questione è molto noto ed è probabilmente il più famoso tra quelli dedicati agli incontri extraconiugali. Il gruppo proprietario del sito qualche giorno addietro aveva spiegato di essere al lavoro con le autorità per individuare eventuali responsabilità legate all’accaduto.

L’Impact Team accusa Avid Life Media (società proprietaria del servizio) di commercializzare un servizio inesistente quale la rimozione completa dei propri dati a fini di tutela della privacy. A quanto pare, per cancellare completamente un profilo l’azienda richiede ai clienti il pagamento di 19$; Nonostante ciò, i dati dei clienti non vengono cancellati del tutt, come promesso. La dimostrazione è il database reso pubblico. Il team di hacker aveva chiesto ad Avid Life Media di chiudere le proprietà gestite per la frode perpetuata nei confronti degli utenti.

Nell’enorme database ci sono vari indirizzi email di persone con domini che terminano in .gov e .mil. Tra le mail note anche quella presunta dell’ex Primo Ministro del Regno Unito Tony Blair (non si tratta ovviamente di una prova di “colpevolezza”, giacché chiunque poteva in fase di registrazione indicare un nome e una mail di fantasia o nome e indirizzi reali di altre persone), ma se oltre al nome si dovesse scoprire che la carta di credito collegata è quella realmente di Blair, la faccenda per il politico britannico diventerà certamente più spinosa.

Nella denuncia si sostiene che il sito avrebbe dovuto custodire e controllare l’effettiva cancellazione dei dati, evidenziando il non corretto comportamento e la lentezza nel comunicare ai vari clienti quanto accaduto. La richiesta di indenizzo supera i 5.000.000$ esclusi interessi e altri costi.

A complicare la questione Ashley Madison, la polizia canadese ha collegato due recenti suicidi al caso della diffusione dei dati del sito di incontri.

Quanto accaduto è ovviamente uno smacco per l’azienda che d’ora in poi difficilmente riotterrà la fiducia che ha avuto fino ad oggi. Intanto  Noel Biderman, amministratore delegato del sito d’incontri, si è dimesso.

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