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La madre svedese di tutti i lucchetti compra l’americana August Home

Come per il mercato delle automobili l’arrivo di Tesla ha costretto i produttori tradizionali ad affrontare seriamente l’avventura delle auto elettriche (e adesso hanno tutti costruito delle roadmap per produrre veicoli ibridi o solo elettrici nei prossimi 5–10 anni tendendo ad abbandonare i motori termici) così i produttori di “strumenti per la casa” hanno dovuto prendere sul serio la domotica da quando aziende come Amazon, Nest (Google) e Apple hanno messo le mani sul mercato dimostrando che qualcosa si può fare.

A uscire dal brand e ad accelerare è un colosso sconosciuto ai più: si tratta di Assa Abloy, titano da 24 miliardi di dollari tutti made in Sweden. Nessuno lo conosce ma Assa Abloy possiede decine e decine di marchi tra i quali Yale, che è il più noto tra i produttori di chiavi per le serrature di case, lucchetti, portapacchi e quant’altro. Nel settore, quando si muove Assa Abloy è come se si muovessero contemporaneamente Ford e General Motors, più quel che rimane di Chrysler assieme a Fiat. Insomma, fa notizia, ma solo per gli specializzati.

August Home

Ecco perché ne scriviamo. Infatti, adesso Assa Abloy ha deciso di comprare August Home, azienda americana specializzata in lucchetti smart. In pratica, Assa Abloy non abbandona ma “supera” una tecnologia che risale letteralmente alla notte dei tempi (i più antichi lucchetti meccanici che conosciamo, ovviamente con tecnologie molto diverse dai cilindri attuali, sono stati trovati nella capitale assira Ninive) per saltare nel XXI secolo, quando la chiusura è fatta di bit e non più di scanalature nel metallo e lo affianca al suo marchio già specializzato Yale che è già nel settore delle serrature smart con accordi con aziende come elgato per produrre serrature con Homekit.

Non male per una azienda nata formalmente nel 1994 (dalla fusione tra la svedese Assa e la finlandese Abloy Oy, sussidiaria di Warsila) ma in realtà con una storia che risale alla fine dell’Ottocento e alcuni brevetti “potenti” sotto la cintura. Monopolista di fatto, ha comprato più di 150 aziende produttrici di lucchetti e serrature in tutto il mondo, da Yale a Sargent, da Medeco a Mult-T-lock, Fichet-Bauche e VingCard Elsafe.

August Home

Il passaggio di questi giorni è invisibile per il grande pubblico ma è un segnale chiarissimo. Vuol dire che adesso sulla domotica si comincia a fare veramente sul serio, dato che le porte e comunque le serrature nel “sistema casa” sono, come i cuscinetti a sfera nei motori: senza di loro non esisterebbe la civiltà occidentale così come la conosciamo. Quale saranno i prossimi passi?

L’accordo era stato preso lo scorso agosto ma la nota di finalizzazione dell’acquisizione è arrivata in porto adesso, come previsto (la deadline era il quarto trimestre 2017). Da notare che i due co-fondatori di August Home non hanno detto cosa vorranno fare adesso. Uno, Jason Johnson (Ceo dell’azienda) è l’uomo della tecnologia mentre l’altro, Yves Behar, è un progettista piuttosto noto che probabilmente continuerà la sua traiettoria nel mondo dell’industrial design.

August Home

Il cambiamento adesso è solo all’inizio, ma è un altro esempio di “digital disruption”. I mercati non sono neanche comparabili: il fatturato previsto di August Home nell’anno fiscale 2018 è previsto arrivi ad essere lo 0,75% di quello dell’azienda che l’ha comprato (pari cioè a 60 milioni di dollari circa) ma il mercato dei lucchetti digitali smart potrebbe valere, da qui al 2023 forse 1,17 miliardi di dollari, forse addirittura 24 miliardi nel 2024. Stime ovviamente basate su previsioni delle tendenze e non certo su elementi sicuri, ma indicano chiaramente che qualcosa sta per succedere. A prescindere dal mercato dei lucchetti e delle serrature smart, questo settore è da considerare anche strategico come abbiamo visto per l’intero comparto della domotica. Un precursore della trasformazione che stiamo per vivere.

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