Hai un attacco di emicrania? Se lo condividi su Twitter, molto probabilmente ne soffri soprattutto di lunedì e sei una donna e cerchi il sostegno di chi ha il tuo stesso problema. Lo dice una ricerca statunitense che ha utilizzato Twitter per scoprire le ripercussioni immediate del mal di testa nella vita di chi ne soffre: dall’analisi di oltre 21mila tweet emerge che il momento in cui la cefalea ricorre più di frequente è il lunedì pomeriggio e che le più colpite sono le donne.
La ricerca, realizzata dall’Università del Michigan e pubblicata sul Journal of Medical Internet Research, ha visto la raccolta e l’esame di 21.741 cinguettii di uomini e donne che soffrono di mal di testa negli Stati Uniti e in Europa. I dati raccolti sono stati, secondo i ricercatori, estremamente di facile lettura: secondo Twitter il mal di testa colpisce soprattutto le donne (il 73,47 %) e i problemi segnalati sono il calo dell’umore (43,91%), una scarsa produttività al lavoro (3,46%), un peggioramento della vita sociale (3,45%) e dei risultati scolastici (2,78%). La parola più utilizzata da chi soffre di emicrania, nei 140 caratteri permessi da Twitter è “peggiore” (14,59%). Se gli attacchi di emicrania si ripetevano nell’arco dei sette giorni, le ripercussioni su tutti gli ambiti della vita privata e lavorativa sono sempre peggiori.
Twitter è stato una risorsa fondamentale nella ricerca sull’emicrania: i tweet di chi soffre di mal di testa sono condivisioni spontanee e hanno dato risultati molto chiari. Questo studio dell’Università del Michigan è la prima indagine scientifica nota che mostra l’impatto immediato – in tempo reale – degli attacchi di emicrania sulla vita dei pazienti. La ricerca su Twitter e il mal di testa 2.0 ha rivelato non solo che il social network è un vero e proprio termometro della salute: i tweet di chi soffre di emicrania descrivono anche la necessità di condividere la propria agonia con altri che la vivono e sono in grado di comprenderla e di non sottovalutarla.
