Lytro risponde a distanza ai produttori di smartphone che negli ultimi mesi hanno sviluppato tecnologie di re-focus che consentono di scegliere la messa a fuoco dopo lo scatto. “Se l’azienda si riducesse alla sola tecnologia di re-focus, gli smartphone solleverebbero problemi e preoccupazioni non indifferenti. Ma noi crediamo fortemente nella tecnologia legata alla cattura di dati significativi. […] Il modo in cui le fotocamere plenottiche modificano le immagini è con dati significativi, aspetto che ha ampi benefici.
In effetti ci sono diverse applicazioni realizzate dai vari produttori di software che offrono la tecnologia di refocus, ma tutte hanno una significativa differenza rispetto a Lytro: mentre il refocus nel caso di Lytro è ottenuto a livello hardware, nel caso della applicazioni si tratta invece di un effetto simulato via software, la differenza che, per fare un parallelo, passa tra uno zoom ottico e uno zoom digitale.
Ogni produttore ha utilizzato tecniche diverse: Nokia con la sua app Refocus ha deciso di ottenere l’effetto scattando molteplici versioni della stessa immagini ognuna con una diversa profondità di campo nitido; Google invece con la sua app Google Fotocamera ha optato per lo sviluppo di un algoritmo capace di mappare l’immagine in 3D e simulare in seguito il cambio di messa a fuoco, elaborando così l’immagine.
Per Lytro è dunque ora giunto il momento di rispondere alla concorrenza: la prima (ed unica) fotocamera plenottica è ora vecchia di circa due anni e nonostante l’innovazione, non è stata accolta con entusiasmo per la qualità d’immagine, giudicata da molti mediocre . La prossima quindi dovrà essere una mossa vincente, per far sì che l’azienda non venga travolta dall’inesorabile avanzata degli smartphone, che sempre più stanno comprimendo le vendite di fotocamere digitali.
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