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Apple fa sequestrare prodotti contraffatti in un negozio di New York

Il maglio legale di Apple si abbatte anche sui negozi americani che vendono prodotti con falsi marchi della Mela. Una ingiunzione di perquisizione e sequestro ai danni di due punti vendita del Queens denominati Apple Story e Fun Zone è stata portata a termine nei giorni scorsi proprio con l’intento di bloccare il commercio di prodotti, essenzialmente custodie e cuffie, che venivano spacciati per originali Apple ma che di originale non avevano nulla.

Apple avrebbe presentato, racconta Reuters, al giudice distrettuale Kiyo Matsumoto, la denuncia di infrazione ai suoi marchi registrati il 25 luglio chiedendo però di mantenere secretato il fascicolo fino a quando non fosse stata compiuta una perquisizione che avrebbe dovuto dimostrare che nei punti vendita di proprietà di Janie Po Chiang erano effettivamente i vendita prodotti contraffatti. Apple da parte sua, si legge nella documentazione, aveva mandato in più occasioni suoi uomini di fiducia ad acquistare presso Apple Story e Fun Zone verificando che era possibile comprare custodie con il marchio Apple e la scritta “Designed in California Made in China” e cuffie sempre con il marchio Apple. Ciascuno di questi prodotti era offerto in scatole praticamente identiche a quelle che Apple usa per i suoi prodotti ma nessuno era originale. La perquisizione e il sequestro dei prodotti incriminati sarebbe avvenuto il 27 luglio. «La controparte – scrive Apple nella denuncia – sfrutta indebitamente e riceve vantaggi dalla fiducia che Apple ha stabilito con il marchio registrato Apple attraverso il suo impegno e i suoi investimenti durati anni»

Apple non sembra però intenzionata a fermarsi qui. Oltre ad avere richiesto il cambiamento del nome del negozio Apple Story che genererebbe confusione nei clienti, ha ottenuto il sequestro dei messaggi di posta elettronica. Lo scopo degli avvocati di Cupertino è quello di avere le informazioni necessarie a risalire a chi produce e distribuisce i falsi accessori; non a caso nel fascicolo sono citati una cinquantina di anonimi complici che si vuole portare alla luce sperando così di sgominare alla radice il traffico di prodotti “tarocchi”. Apple chiede anche di avere un elenco di chi ha comprare i prodotti falsi per sequestrarli e distruggerli.

Nessuna delle due parti ha commentato la vicenda ma dai documenti processuali Janie Po Chiang sarebbe indirizzata a richiedere un accordo per chiudere il caso senza che esso vada a processo.

apple story

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