Quanto considerate ammissibile indebitarvi per comprare un prodotto Apple? In Cina la risposta arriva dagli studenti che, a quanto pare, in gran numero aderiscono a un sistema di credito che chiede loro quasi il 50% all’anno in interessi. La notizia arriva da China Daily secondo la quale fino ad oggi a questa forma di prestito studiata per comprare beni di consumo nel campo dell’elettronica, hanno già aderito 20mila universitari.
Il prestito è stato lanciato da Home Credit China, un istituto di credito che opera nella provincia di Hubei; la proposta di finanziamento si distingue da altre del genere per il fatto che è molto semplice ottenere il denaro; basta presentare i documenti, inclusa la tessera universitaria, e si possono avere fino a 10mila Yuan, l’equivalente di circa 1200 euro, in pochi minuti e senza troppe domande. Poi lo studente deve solo andare in un negozio convenzionato, versare una franchigia sul costo del prodotto (dal 10 al 30%) ed esce con in tasca o sottobraccio quel che desidera che per il 90% di chi sottoscrive il prestito, è un prodotto Apple. L’unico dettaglio di non poco conto a fronte di tanta snellezza di procedure è nell’interesse che può arrivare al 47,12% ogni anno, una percentuale che in occidente sarebbe abbondantemente sopra il livello considerato usuraio.
La ragione per cui i ragazzi cinesi aderiscono comunque al prestito, spiega China Daily, è nel fattore moda. Molti di loro si sentono esclusi se non hanno un prodotto Apple, un marchio che anche in Cina è oggi sinonimo di tecnologia avanzata e di stile e in quanto tale è un simbolo in alcuni gruppi sociali come quello dei giovani e degli studenti. Il giornale rileva però come la vicenda stia diventando un problema per molti ragazzi, costretti secondo i casi a ricorrere ai genitori per pagare le rate o, in altri casi, a cercarsi un lavoro per ripagare l’agenzia di prestiti. Home Credit China ha infatti in mano alcuni strumenti coercitivi piuttosto pressanti, come la possibilità di pubblicare il nome dei morosi in una lista di “cattivi pagatori”, attribuendo a questi giovani un marchio che potrebbe diventare molto problematico quando dovranno, magari sempre a credito, acquistare prodotti più importanti per la loro vita personale e famigliare di un iPhone o un iPad.