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Apple depenna un fornitore cinese: «Impiega minorenni»

Nella nuova edizione 2013 del report sulla responsabilità dei fornitori rilasciato da Apple vengono descritti i miglioramenti ottenuti nel mondo del lavoro in Cina presso le numerose fabbriche che costituiscono la filiera di produzione impiegata da Cupertino, oltre che da tutti i più grandi costruttori e marchi dell’ITC mondiale, e anche un aneddoto che testimonia l’impegno di Cupertino nel proseguire la strada intrapresa ormai un anno fa.

Iniziamo dall’aneddoto: da tempo Apple ha rilasciato un codice di condotta a cui devono adeguarsi tutte le società che desiderano lavorare con Cupertino. Tra i vari punti descritti viene stabilito il numero di ore massime di orario standard e quello starordinario e assolutamente vietato l’impiego di minorenni. In una delle indagini è emerso che presso la società Guangdong Real Faith Pingzhou Electronics (PZ) erano impiegati ben 74 lavoratori con meno di 16 anni, in palese contrasto con il codice di condotta di Cupertino. Apple ha cancellato tutti i propri ordinativi presso questa società eliminandola dall’elenco dei propri fornitori. Nel report però viene anche precisato che la società in questione realizza circuiti stampati standard impiegati da diverse altre aziende anche in settori completamente diversi, questo significa che nonostante la chiusura di Apple gli affarri per questa società continueranno a prosperare. Per risolvere o almeno migliorare la situazione del lavoro in Cina occorre l’impegno coungiunto di tutti gli interessati.

Il nuovo report sulla responsabilità dei fornitori di Apple segnala tutti i progressi compiuti nel corso del 2012. Le ispezioni e i controlli presso le fabbriche sono aumentati del 72% mentre è raddoppiato il numero dei lavoratori monitorati direttamente da Apple che passa da 500mila del 2011 a un milione. L’estensione dei controlli è stata messa a frutto da Cupertino e dalla Fair Labor Association, organismo indipendente incaricato da Apple di eseguire le indagini e di offrire consulenza in questa materia delicata, per monitorare gli orari di lavoro e anche per erogare corsi e sessioni di training.

Nel corso del 2012 circa 1,3 milioni di lavoratori nella filiera di produzione Apple ha potuto seguire gratuitamente corsi e training, sia per migliorare le proprie conoscenze tecniche sia per imparare una nuova lingua o apprendere di più sui propri diritti come dipendenti. Il report infine evidenzia che il limite delle 60 ore settimanali di lavoro è stato rispettato per una media del 92% lungo tutto l’arco dell’anno con una leggera flessione tra settembre e novembre. In questo periodo di forte domanda, soprattutto per iPhone ma anche per la produzione di iPad mini, i dipendenti che lo desideravano potevano proporsi per effettuare straordinari volontari e retribuiti.

Il report completo di Apple del 2013 sulla responsabilità dei fornitori può essere consultato a partire da questa pagina Web.
fabbriche cina 600

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