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Apple licenzia 100 reclutatori e rallenta le assunzioni

Apple ha licenziato circa 100 persone impiegate nella ricerca di nuovo personale: un numero imprecisato di dipendenti con la medesima occupazione rimane, e pare siano per lo più quelli che lavorano a tempo pieno. Ma quel che sta accadendo è evidente e sebbene Tim Cook abbia già smentito le voci riguardo un rallentamento delle assunzioni per timori di una recessione economica, licenziare personale addetto al reclutamento di nuovi dipendenti difficilmente può voler dire altro.

Le assunzioni quindi continueranno pure «deliberatamente» e ad un ritmo più lento «che riflette le realtà dell’ambiente», e questi recenti tagli in alcuni degli ufficili Apple dislocati in Texas e Singapore ne sono la conferma. Fonti anonime riferiscono che questi lavoratori erano già stati informati del fatto che le esigenze aziendali erano cambiate, e riceveranno la paga e le prestazioni mediche per due settimane.

Quella di Apple è una mossa rara, ma non senza precedenti (nel 2016 aveva infatti licenziato tutti i suoi reclutatori a contratto). E non la si può certo biasimare: l’inflazione infatti sta portando le persone ad avere un approccio più cauto specie per quanto riguarda le spese “non essenziali”, e i prodotti Apple rientrano abbondantemente in questo contesto per molti.

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Poi c’è la pandemia, che ha spinto un numero considerevole di persone a rivalutare le proprie priorità, col risultato che in percentuale maggiore hanno puntato al pensionamento anticipato o alla riduzione dell’orario di lavoro per raggiungere un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata.

Della «realtà dell’ambiente» di cui parla Apple rientrano anche i costi energetici in vertigionoso aumento soprattutto in Europa a causa delle sanzioni contro la Russia: il gaso convogliato da quest’ultima ha svolto un ruolo sostanziale nella produzione di elettricità in molti paesi europei, sicché sanzioni da un lato e interruzioni delle forniture dall’altro hanno più che raddoppiato i costi per le famiglie, e si prevedono rincari anche maggiori. Ciò indubbiamente alimenterà – tra le altre cose – una riduzione della spesa per l’elettronica di consumo.

E non dimenticiamoci infine che, anche nelle aree in cui la domanda rimane forte, la carenza di componenti sta ostacolando la catena di approvvigionamento di Apple, causando perdite di miliardi di dollari.

Comunque anche se Apple taglia da una parte, dall’altra non si sta certo girando i pollici: di recente abbiamo riportato la notizia di una nuova posizione di lavoro con cui punta ad espandere e potenziare la sua divisione pubblicitaria.

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