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Digital Market Act, Apple potrebbe essere obbligata a offrire App Store alternativi

Nuove norme UE in vigore da oggi potrebbero obbligare Apple a offrire agli utenti la possibilità di accedere a store di terze parti per le app di iPhone e iPad, oltre a rispettare altri cambiamenti che mirano a rendere il settore digitale “più equo e competitivo”.

È entrata in vigore la legge dell’UE sui mercati digitali. Il nuovo regolamento – Digital Markets Act (DMA) – mira a porre fine alle pratiche sleali delle imprese che operano da gatekeeper nell’economia delle piattaforme online. È stato proposto dalla Commissione a dicembre 2020 e approvato dal Parlamento europeo e dal Consiglio in tempi record, a marzo 2022.

La legge sui mercati digitali – spiega la Commissione – definisce le situazioni in cui una piattaforma online di grandi dimensioni è un “gatekeeper”. Si tratta di piattaforme digitali che fungono da importante punto di accesso tra utenti commerciali e consumatori “e godono di una posizione da cui poter dettare le regole e creare una strozzatura nell’economia digitale”. Per affrontare questi problemi, la legge sui mercati digitali stabilisce una serie di obblighi per i gatekeeper, fra cui il divieto di determinati comportamenti.

Le imprese che gestiscono uno o più cosiddetti “servizi di piattaforma di base” elencati nella legge sui mercati digitali sono designate come gatekeeper. Rientrano in questo ambito servizi di intermediazione online quali negozi di applicazioni software (e quindi gli App Store), motori di ricerca online, servizi di social network, alcuni servizi di messaggistica, servizi di piattaforma per la condivisione di video, assistenti virtuali, browser web, servizi di cloud computing, sistemi operativi, mercati online e servizi pubblicitari.

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“Pratiche di un gatekeeper come favorire i propri servizi o impedire agli utenti commerciali dei propri servizi di raggiungere i consumatori possono eliminare la concorrenza”, spiega la Commissione “portando come conseguenze meno innovazione, meno qualità e prezzi più alti”. “Quando un gatekeeper adotta pratiche sleali, ad esempio imponendo condizioni inique per l’accesso al proprio negozio online di applicazioni software o impedendo l’installazione di applicazioni provenienti da altre fonti, è probabile che i consumatori paghino di più o siano privati dei benefici che i servizi alternativi avrebbero potuto apportare”.

Con l’entrata in vigore, la legge sui mercati digitali passerà alla fase cruciale di attuazione. L’applicazione effettiva inizierà fra sei mesi, a partire dal 2 maggio 2023. Nei successivi due mesi e non oltre il 3 luglio 2023 i potenziali gatekeeper dovranno notificare alla Commissione che forniscono servizi di piattaforma di base se raggiungono le soglie stabilite dalla legge sui mercati digitali.

Una volta ricevuta la notifica completa, la Commissione disporrà di 45 giorni lavorativi per valutare se l’impresa puà essere designata come gatekeeper. In seguito a tale designazione, i gatekeeper avranno sei mesi di tempo per conformarsi ai requisiti della legge sui mercati digitali, al più tardi entro il 6 marzo 2024.

Per quanto riguarda Apple, quest’ultima potrebbe essere obbligata a cambiamenti relativi all’App Store, ai Messaggi, a FaceTime e Siri. Tra gli obblighi probabili, anche il cosiddetto “sideloading”, in altre parole la possibilità per gli utenti di scaricare app da store alternativi all’App Store. Per quanto riguarda Messaggi e Siri, la Commissione prevede obblighi che prevedon l’interoperabilità dei vari servizi, che non possono essere più proposti in esclusiva in esclusiva su una piattaforma, senza la possibilità di interagire con altri servizi.

La Commissione ha già spiegato che la legge sui mercati digitali sarà applicata mediante una solida architettura di vigilanza, in base alla quale la Commissione sarà l’unica responsabile dell’applicazione delle norme, in stretta collaborazione con le autorità degli Stati membri dell’UE.

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