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Luca Maestri «Essere italiano è un asset enorme», «Lavorare in Apple è un po’ come lavorare per l’esercito»

Luca Maestri, direttore finanziario di Apple, parlerà oggi alla Goldman Sachs Technology and Internet Conference. In occasione della conferenza la multinazionale di Cupertino renderà disponibile l’intervento in diretta tramite podcast audio.

La conferenza è organizzata annualmente da Goldman Sachs: in passato il CEO di Apple Tim Cook è stato più volte ospite ma questa è la prima volta del Chief Financial Officer Luca Maestri. Ricordiamo che Wall Street ha chiuso la prima seduta della settimana in rialzo e l’indice S&P ha toccato il record storico di 20.000 miliardi di capitale di mercato ed Apple ha chiuso la seduta con il record storico a 133,29 dollari ad azione, superando i 133 dollari raggiunti nel febbraio del 2015.

Maestri è stato recentemente ospite di una conversazione organizzata il 10 febbraio dal consolato italiano a New York sotto la guida del console generale Francesco Genuardi. Laureato alla Luiss di Roma, Maestri ha spiegato che essere italiano per lui è un «asset enorme». «Non c’è altro Paese come l’Italia che suscita così tanto affetto. È una cosa che non ha paragoni ma siamo noi a costruirci attorno gli stereotipi. Ero il primo a credere che non avrei mai ottenuto il lavoro a General Motors (dove iniziò la sua carriera, ndr) ma mia moglie, che è americana, mi disse che le aziende USA sono invece molto inclusive».

Luca Maestri

Il sito America24 riporta la conversazione con Maestri. Dei giovani italiani dice di non condividere la “rassegnazione”: perché possono essere «tanto competitivi quanto quelli di altre nazionalità», e poi perché è «davvero più facile oggi avere una esperienza internazionale. Se si prende un certo numero di rischi, le opportunità ci sono». Tanto più se si parte con all’attivo una istruzione, come quella italiana, che secondo lui è “fenomenale”.

Il CFO della Mela ha ribadito l’importanza dell’inclusione e della diversità in Apple, spiegando che a Cupertino si possono trovare “persone di ogni nazionalità”. Apple ha aiutato e sta aiutando i collaboratori colpiti da decreto anti-immigrazione di Trump ma Maestri è fiducioso facendo capire che anche nella peggiore delle ipotesi l’America non andrà a rotoli perché la democrazia è forte.

Alle startup italiane che hanno buone idee, il manager consiglia di andare a San Francisco per trovare capitali «Se andate a San Francisco con un’idea fantastica, sarete finanziati». Tra gli esempi citati, Musixmatch, gruppo bolognese nato nel 2010 con il quale Apple ha una collaborazione su Apple Music. Anche in Italia può esserci il nuovo Steve Jobs? A suo dire sì. Maestri, che si sveglia ogni giorno intorno alle 3 del mattino per poi crollare sul divano con un’iPhone in mano intorno alle 22-22.30, spiega che nel nostro Paese «Siamo molto bravi a fare le cose. Se Tim Cook vuole una bicicletta, la va a comprare in Italia».

Di tornare in Italia, al momento non se ne parla: «Amo troppo il mio lavoro» anche se lavorare per Apple, «un grande centro di innovazione», è un po’ come «lavorare per l’esercito» per via della disciplina maganeriale necessaria per eseguire i piani previsti. Allo stesso tempo, essere in Apple significa anche «essere in un monastero: si è al servizio dell’azienda e il tuo ego non ha posto». Maestri ha spiegato che Apple ha una gestione centralizzata e basata su poche persone ma buone: «Per noi la qualità è meglio della quantità. Il mio team è grande la metà di quello di altre aziende simili. Se abbiamo le giuste persone, non ne abbiamo bisogno di molte». Il CFO di Apple ha aggiunto che ogni lunedì mattina i principali 10 top manager si riuniscono per parlare di varie questioni in dettagli estremi. «La nostra professione sta nei dettagli». E «la ricetta del gruppo non sta nel prodotto” ma “dall’ecosistema composto da hardware, software e servizi. La chiave sta nella loro integrazione».

Maestri è sul sito dell’azienda

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