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Sviluppatori vogliono usare motori esterni nei browser di iPhone e iPad

Open Web Advocacy (OWA) è il nome di un gruppo di sviluppatori nato da poco, un “gruppo di pressione” che spera di convincere Apple a permettere l’uso di “motori” di terze parti nei browser per iOS.

Il gruppo di pressione è nato per iniziativa di uno sviluppatore britannico, e dichiara che mira a favorire un web più aperto, alleggerendo alcuni dei requisiti più restrittivi di Apple per le web app, affermando che alcune delle attuali restrizioni di Apple ostacolerebbero innovazioni sui dispositivi mobili.

Uno dei fondatori del gruppo, Stuart Langridge, ha spiegato le sue perplessità al sito The Register: “Qualsiasi browser su iOS, che sia etichettato come Chrome, Firefox o Edge, è effettivamente solo una skin (un “rivestimento”, ndr) di Safari, che rimane indietro rispetto altri browser, non essendoci concorrenti su iOS”.

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Come noto, tutti i contenuti web su iOS, devono sfruttare WebKit, il motore utilizzato per il rendering delle pagine web, obbligando essenzialmente qualsiasi app per browser a funzionare su una versione “riverniciata” di Safari.

Apple limita le funzionalità che browser di terze parti possono proporre. Langridge, ad esempio, evidenzia che browser di terze parti non possono impostare scorciatoie da proporre nella pagina iniziale visualizzata quando si apre una nuova finestra o un nuovo pannello. Non è neanche possibile operare a schermo interno né utilizzare Apple Pay.

Sul sito del gruppo di pressione, gli sviluppatori affermano che il team che occupa di Safari e del WebKit è fermo in termini di innovazioni da dieci anni, impedendo attivamente la possibilità di far decollare le Web App sui dispositivi mobili.

Secondo il gruppo in questione, i browser sui iOS devono diventare app indipendenti, con un proprio “motore”, senza obbligatoriamente passare per il WebKit, offrendo funzionalità equivalenti a quelle possibili con il WebKit e anche migliorie in termini di privacy e sicurezza.

Il gruppo riferisce ancora che ha intenzione di incontrare l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato nel Regno Unito, convincendoli della necessità di obbligare Apple a un allentamento delle attuali restrizioni.

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