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I giganti dell’hi-tech sostengono il piano per salvare il Web di Tim Berners Lee

Il Web è da salvare e il primo ad averlo capito è il suo fondatore, Tim Berners Lee, che ha presentato un piano, al quale hanno aderito già centinaia di organizzazioni: a unirsi a questa iniziativa per salvare il mondo di Internet troviamo anche i giganti dell’hi-tech, inclusi Facebook, Google e Microsoft e molti altri ancora.

Tim Berners Lee, in occasione del 30° anniversario della “nascita” di Internet, aveva dichiarato che questo anno sarebbe stato un momento fondamentale per riflettere sia sugli aspetti positivi che su quelli negativi della Rete. Ora, arriva il suo piano per salvare il Web. 

Il fondatore del Www aveva spiegato che per i primi 15 anni il Web era stato una forza estremamente positiva, ma aveva espresso preoccupazione per le conseguenze che oggi hanno certi comportamenti online, come la diffusione della disinformazione e l’incitamento all’odio. 

Berners Lee ha proposto un “contratto per il Web”, per evitare un futuro disfunzionale del World Wide Web. Ha proposto nove principi: tre per i governi, tre per gli individui e tre per le aziende: sono questi il suo piano per salvare il Web. 

I governi dovranno:

  • Assicurarsi che tutti possano connettersi a Internet;
  • mantenere sempre disponibile Internet;
  • rispettare e proteggere i diritti fondamentali della privacy e dei dati online delle persone.

Le aziende dovranno:

  • rendere Internet accessibile a tutti;
  • rispettare e proteggere la privacy e i dati personali delle persone per costruire fiducia online;
  • sviluppare tecnologie che supportino il meglio dell’umanità e sfidino il peggio.

I cittadini dovranno

  • Essere creatori e collaboratori sul web;
  • Costruire comunità forti che rispettino il discorso civile e la dignità umana;
  • Lottare per il web.

Tim Berners Lee ha spiegato alla pubblicazione britannica The Guardian che il controllo del Web sicuramente è uno strumento per permettere alle società e ai governi di realizzare enormi profitti o un modo per assicurarsi di rimanere al potere e che affrontare subito la questione del cambiamento del web è indispensabile. 

Alcuni dei giganti della tecnologia che hanno approvato il piano potrebbero avere difficoltà ad aderirvi concretamente. Recentemente Amnesty International, infatti, ha accusato Google e Facebook di essere irrispettose dei diritti umani. 

Il 12 marzo del 1989 Tim Berners Lee, un ingegnere informatico del Cern di Ginevra, presentava al suo superiore una proposta per ottimizzare lo scambio di informazioni tra i diversi gruppi di ricerca e laboratori dell’istituto svizzero. Si trattava di un semplice scarno algoritmo che stava per diventare il World Wide Web.

Tim Berners Lee, che ha utilizzato un computer NeXT per materializzare il suo progetto, in un post sul suo blog personale intitolato “Steve Jobs and the actually usable computer”, il giorno dopo la morte del fondatore di Apple ha scritto un vero e proprio elogio a Steve Jobs, insistendo molto sul dono fatto da Steve al mondo intero “nel voler ottenere computer utilizzabili da tutti e non esasperanti”.

La storia di Tim Berners Lee e di Internet si può ripercorrere a partire da questa sezione di Macitynet.

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