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I Netbook erodono il mercato di Apple

Apple sta cominciando a pagare a caro prezzo la mancanza nella sua linea di prodotti di un Netbook. A dimostrarlo sono le ultime statistiche pubblicate da iSuppli, una società  di analisi di mercato nelle cui classifiche Apple perde anno su anno per il terzo trimestre ben lo 0,5%.

La riduzione di percentuale di mercato (dal 3,7 al 3,2%) è importante e frutto più che del ritardato lancio dei portatili Unibody della crescente rilevanza nel contesto globale dei portatili a basso costo. Le prove sono molteplici, ad esempio nella posizione difensiva assunta da Dell che resta al secondo posto con il 13,9% ma viene avvicinata da Acer (12,2%); il costruttore taiwanese, molto forte in Europa e specialmente in Italia, ha venduto tre milioni di macchine in più rispetto al trimestre precedente e tre milioni, forse non a caso, sono i netbook venduti da Acer. Non sembra essere neppure un caso che Asus, nota nel mondo ultimamente per avere creduto per prima negli ultraportatili a basso costo, abbia superato Apple ricacciandola da sesto al settimo posto.

Il peso esercitato sul mercato dai netbook è ancora più evidente se tradotto in termini numerici e confrontato con quello dei computer da tavolo. Il mercato dei laptop è arrivato a 38,6 milioni superando per la prima volta il numero dei desktop (38,5 milioni); come dire che Apple ha due computer, iMac e Mac mini, collocati in un settore che oggi, per la prima volta nella storia, vende meno dei portatili e nessun prodotto in una nicchia che che cresce ad un ritmo vertiginoso.

Il contesto sfavorevole alla linea di prodotto di Apple era già  stato messo in luce con chiarezza da Macity a metà  novembre quando abbiamo preso in esame l’andamento del mercato italiano nell’analisi di Gartner; in Italia, un paese dove gli effetti della svolta verso i netbook è stata più rapida e decisa e dove le vendite dei portatili erano cresciute in estate di quasi il 100%, Apple ha guadagnato solo il 21% con il risultato di avere perso lo 0,7% (passando dal 3,1 al 2,4%) della sua quota di mercato.

A fronte di queste cifre sembra sempre più difficile per Apple fingere che i portatili a basso costo siano “un mercato nuovo e tutto ancora da definire”, come ha detto, non si capisce quanto per snobismo e quanto per mascherare le grandi manovre in corso, Jobs. Presto o tardi, certo più presto che tardi, dovrà  arrivare da Cupertino una risposta.

Quando questo avverrà  vorrà  dire che Cupertino avrà  risolto il principale rebus che grava sul sistema: coniugare l’esigenza di non perdere il treno che si appresta a lasciare la stazione, lanciando una macchina in grado di catturare il pubblico che va verso gli Eee Pc o gli Aspire One preservando i preziosi margini spuntati dai Macbook e Macbook Pro che computer da 500 o 600 euro (dando per scontato che la Mela non lancerà  mai portatili da 300 euro) non garantiscono.

La soluzione potrebbe però essere già  nelle mani della Mela: replicare il modello di iPhone e iPod touch: una piattaforma chiusa, hardware strettamente proprietario (basato per i netbook su nuovi processori ARM creati dal team ex PASemi), nessuna possibilità  di installare software se non attraverso App Store. A quel punto le percentuali raccolte dagli sviluppatori interessati a vendere le loro applicazioni usando l’infrastruttura di Cupertino darebbero vita ad un nuovo sistema economico, simile a quello creato dai produttori di console.

Nel caso di Playstation, Xbox, Wii, Sony, Microsoft e Nintendo, rinunciano al profitto sulla vendita di hardware per raccogliere molto denaro dagli sviluppatori che usano i loro strumenti di programmazione; nel caso di Apple e del Netbook di Cupertino, la macchina potrebbe generare un basso guadagno iniziale, forzatamente più basso di quello ricavato dall’hardware attuale, ma diventare una vera e propria miniera di liquidità  per tutto il corso della sua operativa, grazie alle percentuali che gli sviluppatori dovranno versare per vendere i loro software su App Store.

Se in questo contesto, magari forzando un po’ la mano, immaginiamo un netbook dotato di modulo Hsdpa e qualche accordo con operatori mobili disposti a finanziare, come fanno con gli iPhone, i portatili con la Mela, avremmo sul tavolo tutti i pezzi per comporre un puzzle che strategicamente ed economicamente si presenta rivoluzionario rispetto a quanto visto fino ad oggi non solo da Apple, ma anche da parte dei concorrenti e capace di creare uno scenario nuovo e nuovi vertiginosi modelli di business.

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