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Le prime lenti a contatto smart fanno rimpiangere gli occhiali

L’idea di una lente a contatto intelligente esiste da molti anni, ma una società che ci ha lavorato a lungo afferma che la tecnologia è pronta per arrivare sul mercato: manca solo l’approvazione della FDA. Così, mentre per quelle di Apple secondo Ming-Chi Kuo bisogna attendere il 2030, per ora c’è la Mojo Lens di Mojo Vision, che può già offrire cose notevoli. Ne ha parlato Scott Stein di CNET, che ha avuto la possibilità di provarne un paio – o per meglio dire ha potuto guardarci dentro, visto che la dimostrazione offerta dalla società non prevedeva di indossarle completamente.

La tecnologia di Mojo Vision è, in un certo senso, realtà aumentata. Ma non nel vero senso della parola. Il display verde monocromatico presente nel rigido obiettivo può mostrare testo, disegni basilari e persino alcune illustrazioni, ma è progettato per funzionare più come uno smartwatch. L’accelerometro, il giroscopio e il magnetometro gli conferiscono anche qualcosa che non avevo mai provato prima: il tracciamento degli occhi.

Quello che l’utente vede attraverso il prototipo attuale è un piccolo reticolo che, grazie al sistema che identifica il punto in cui si sta guardando, si posiziona automaticamente sull’icona delle mini-applicazioni visibili attorno ad un anello: se ci si sofferma in una di queste per qualche secondo, l’app viene avviata. Questo anello rimane invisibile all’utente che indossa le lenti fino a quando non sposta lo sguardo sui bordi, dove sono presenti anche alcuni widget.

lenti a contatto smart

Tra le varie applicazioni attualmente in fase di sviluppo cen’è una di viaggio che simula la ricerca di informazioni sui voli aerei ed include un piccolo grafico che indica dove si trova il suo posto a sedere. Ce ne sono anche altre che mostrano i dati relativi all’attività fisica – compresi frequenza cardiaca e andatura – come quelli che generalmente mostrano gli smartwatch.

Tutto bello a vederla così, ma ci sono ancora alcune sfide da superare. Una come dicevamo è l’approvazione della FDA, perché senza di questa la lente non si potrà commercializzare. Soprattutto però, la batteria integrata è molto limitata, perciò non si può usare il Bluetooth per far comunicare le lenti a contatto col telefono. Questo significa che allo stato attuale la comunicazione avviene usando una frequenza radio diversa per agganciarsi ad un collare che fa da ponte tra i due dispositivi, una soluzione decisamente goffa e tutt’altro che fascinosa rispetto ad esempio all’indossare un paio di occhiali smart.

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