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Logitech e Microsoft all’attacco di Bluetooth

Freschi degli annunci di una versione 4.0 di Bluetooth, la tecnologia per la connettività senza fili delle periferiche, adesso ci si può interrogare su un altro quesito: servirà a qualcosa?

Chi vive nel mondo Apple è abituato alla soluzione standard che Ericsson ha portato sul mercato nel 1994. Non è il caso di fare la storia del Bluetooth, ma bisogna osservare che, pur essendo una tecnologia proprietaria (tutti i costruttori di apparecchi pagano le royalties ad Ericsson e al Bluetooth Special Interest Group per poterlo usare nei propri gadget), è comunque il vero standard del settore. Con la comodità del fatto che, quando un produttore di apparecchi realizza una periferica o un computer dotandolo di Bluetooth, è automaticamente sicuro che funzionerà con la stragrande maggior parte degli apparecchi dotati dello stesso sistema. Proprio come la USB nella sua definizione a partire da 1.1.

Qual è il problema, allora? C’è il fatto che i fabbricanti di mouse e tastiere stanno invece scegliendo altre tecnologie. Proprietarie e non aperte agli altri, cioè incapaci di interoperare. Questo sarebbe il male di poco: se voglio comprare una tastiera wireless e Microsoft mi vende anche un accrocchio USB da mettere sul mio computer per farla funzionare, non c’è niente di male. Il problema è che di porte USB, soprattutto nei portatili, ce n’è un numero limitato. E ciascun apparecchio di questo genere, richiede il suo specifico accrocchio.

Il gruppo svizzero Logitech, che è più avanti di Microsoft nel settore di una generazione (cioè di un anno circa) ha commercializzato da sei mesi gli adattatori universali: praticamente, con lo stesso accrocchio si possono usare tutti i nuovi mouse e tastiere wireless. In questa maniera, si possono usare set di periferiche diversi con il portatile a casa, in ufficio e in viaggio. Bello, funziona anche con Mac, ma praticamente reinventa il Bluetooth.

Oggi, durante la presentazione delle nuove periferiche Microsoft a Milano, che vi abbiamo raccontato qui, è stata la nuova occasione per chiedere all’azienda di Redmond (che commercializza apparecchi con accrocchio USB non ancora capace di comandare più di una periferica), abbiamo chiesto nuovamente se il motivo è da ricercare in un minore consumo energetico, maggiore efficienza, inferiore sensibilità alle interferenze della tecnologia wireless 2,4 Mhz usata più o meno da tutti per pilotare le tastiere. La risposta? Ovviamente un’altra: “Senza dover pagare i diritti ai proprietari dello standard Bluetooth, facciamo pagare gli apparecchi dieci o venti euro in meno”. Quando un mouse costa 39 euro, fa la sua bella differenza. Ma pone anche un altro problema. Riuscirà il Bluetooth a sopravvivere all’ondata dilagante di periferiche wireless a basso costo bastate su sistemi proprietari non standard?

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