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Meta testa chatbot più invadenti su WhatsApp e Instagram

Meta sta testando una nuova funzionalità per i suoi chatbot AI personalizzati che potrebbe renderli molto più proattivi, e quindi potenzialmente più invadenti, nelle conversazioni in WhatsApp e Instagram. In particolare, l’azienda sarebbe al lavoro su una funzione che permetterà ai chatbot, creati tramite la piattaforma AI Studio, di inviare all’utente messaggi non richiesti, basandosi su interazioni precedenti.

Secondo quanto riportato da Business Insider, l’azienda guidata da Mark Zuckerberg starebbe sperimentando una funzione nota internamente come Project Omni e sviluppata in collaborazione con la società di data labeling Alignerr.

Lo scopo sarebbe quello di migliorare il tasso di coinvolgimento e la fidelizzazione degli utenti. Nei documenti visionati da Business Insider, si legge che il progetto mira a “fornire valore agli utenti e migliorare la retention”, attraverso interazioni che mantengano attiva la conversazione nel tempo.

Meta testa chatbot più invadenti su WhatsApp e Instagram - macitynet.it

AI Studio, presentata da Meta come una piattaforma accessibile a chiunque, consente di creare chatbot senza alcuna competenza tecnica e senza dover programmare. Gli utenti possono definire l’aspetto del bot, selezionare i contenuti su cui addestrarlo e decidere su quale piattaforma Meta – come WhatsApp o Instagram – renderlo disponibile.

Tra gli esempi riportati nei documenti del progetto, viene citato un assistente virtuale a tema cinematografico chiamato “The Maestro of Movie Magic”. Questo bot sarebbe in grado di inviare messaggi cordiali, chiedendo all’utente se ha scoperto nuove colonne sonore o compositori di suo gradimento, oppure proponendosi per offrire suggerimenti su cosa guardare durante la prossima serata dedicata ai film.

Oltre all’intento comunicativo, ovviamente, c’è anche una forte motivazione economica dietro questa iniziativa. Meta, infatti, punta a incassare tra i 2 e i 3 miliardi di dollari nel 2025 solo dai suoi prodotti basati sull’intelligenza artificiale generativa.

La cifra, secondo le stime interne, potrebbe salire fino a 1.400 miliardi entro il 2035. Un obiettivo ambizioso, raggiungibile solo se gli utenti continueranno a interagire regolarmente con gli strumenti offerti. In questo senso, messaggi “di richiamo” dei chatbot rappresentano una strategia logica per mantenere alta l’attenzione.

Meta testa chatbot più invadenti su WhatsApp e Instagram

Al momento i chatbot proattivi sono ancora in fase di test, ma Meta sembra aver già escogitato alcune soluzioni per evitare che risultino troppo invadenti per gli utenti. Due le limitazioni indicate: i chatbot invieranno un messaggio di follow-up solo se l’utente ha già avviato la conversazione, e non insisteranno se il primo messaggio non riceve risposta.

In aggiunta, i contenuti dei messaggi dovranno rimanere coerenti con la personalità del chatbot e con la natura della conversazione precedente, evitando tematiche delicate o controverse, a meno che non siano state introdotte dall’utente stesso.

Tutti gli articoli che parlano di Intelligenza Artificiale sono nella sezione dedicata di macitynet.

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