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MWSF10: David Pogue Late Show, il contro-keynote della simpatia

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pogue

Un improbable “Late” show alle 9 del mattino ha aperto di fatto la sezione “Expo” del Macworld ma ovviamente David Pogue, colonna del New York Times non portava con sé alcun nuovo prodotto ma tutto il suo campionario di simpatia, canzoni-parodia che accompagna direttamente al pianoforte e con una band di cui fa parte anche Paul Kent, il responsabile massimo dell’Expo.
L’ingresso nella sala gremita da circa 1200 spettatori è d’effetto: visto che non c’è Steve Jobs lo sostituisce (ma solo nell’ingresso un po’ “scimmiesco”) un altro Steve, Ballmer che è in realtà  è un David Saltellante.

Inizia così uno show di sessanta minuti che ha fatto ridere a crepapelle il pubblico.
David è un ottimo piano player ed un cantate un po’ scarso ma le sue parodie sulle manie tecnologiche sono veramente godibili. Dopo un spassosissima auto-promozione del suo libro su Twitter con gli imprevedibili risultati di una ricerca sociologica ed umoristica di risposte e controtwit a quesiti improbabili, presenta una serie di App assurde non prima di avere rilevato che è stato difficile inventarne di nuove visto che di solito sono state già  realizzate: pensate ad un cosa assurda, cercatela su App Store e la troverete già  pronta da acquistare.

Alle Apps Pogue deduce la sua version di “Oops, i did it again” di Britney Spears che naturalmente diventa “Apps, i did it again” e tocca lo “spinoso” argomento dell’acquisto compulsivo sull’App Store.
Poi arrivano sul palco i quattro giovani membri del gruppo Auto Tune the News reduci da quatto milioni di visualizzazioni del video YouTube in cui mettono alla berlina le frasi e gli atteggiamenti di media e politici USA: li fanno cantare a tempo e tono e con un green screen si introducono negli scranni del parlamento con coretti e gesti esplicativi.

Pogue li intervista e poi propone loro di recitare in una commedia: “It’s a Wonderful Mac” un misto tra la “Vita è meravigliosa” di Frank Capra e il “Christmas Carol” di Dickens.
Tra gli attori Gil Amelio, un angelo e ovviamente Steve Jobs che prende, a sorpresa le sembianze di LeVar Burton, l’attore che interpretava Geordi Laforge nella serie StarTrek e in alcuni lungometraggi (in italia è conosciuto per r interpretato il personaggio di Kunta Kinte da ragazzo nella miniserie televisiva del 1977 Radici)

La commedia guarda all’evoluzione del mondo tecnologico che si sarebbe potuta verificare se Jobs non fosse tornato ad Apple: invece di interfacce a finestre una versione di DOS 25.1.6, l’inesistenza del mouse, del wi-fi e persino di internet come la conosciamo oggi.
Con una versione Live della “I Want an iPhone” cantata sulle note di “My Life” si chiude uno show che ha divertito tantissimo e introdotto forse due Steve Jobs più spiritosi dell’originale. In fondo l’assenza del controllo di Apple sulla fiera, come dice Pogue all’inizio, permette di dire e fare tutto quello che si vuole… salvo essere smentito subito dopo dalla scomparsa della luce in sala!

Su questa pagina una galleria fotografica ed un video.

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