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Esperto di centri dati: «Errori nei conti di Greenpeace sul consumo del centro dati Apple»

Apple è davvero poco trasparente quando parla dei consumi dei suoi data center? Ma soprattutto: merita davvero un’insufficienza e voti più bassi della maggior parte dei concorrenti quando si tratta di uso di energie rinnovabili? La domanda se la pone Data Center Knowledge, un sito specializzato in materia, secondo cui, ad essere prudenti, c’è qualche cosa che non va nel rapporto con cui oggi Greenpeace ha bocciato, in sostanza, la Mela.

Il fulcro dei sospetti di Data Center Knowledge è, in particolare, la stima di consumo attribuita alla struttura di Maiden. Inizialmente secondo l’associazione ambientalista i sistemi avrebbero assorbito 100 megawatt, una quantità di energia mostruosa e completamente fuori scala. Ora nel nuovo rapporto questo numero viene ribassato a 81 megawatt che resta sempre un dato stratosferico: «Ma Greenpeace – dice Rich Miller che ha scritto l’articolo – sembra non rendersi conto che in un’altra parte del suo rapporto Apple dichiara di avere richiesto il permesso per assistere il data center con un sistema di back up di energia capace di 41 megawatt. Si tratta della metà dell’energia che secondo Greenpeace Apple assorbe con l’impianto di Maiden; questa configurazione è contro le pratiche dell’industria. In altra documentazione Apple specifica chiaramente di avere fatto domanda per un N+2 che significa un impianto di back up capace di supportare interamente la richiesta di corrente del centro dati con due generatori di back up a supporto dei primari nel caso alcuni questi ultimi dovessero andare in avaria. Poiché Apple ha chiesto di installare 24 generatori da 2,4 megawatt ciascuno, o sembra che il massimo assorbimento di energia dell’impianto sia di soli 35 megawatt, molti meno di quanti ipotizzati da Greenpeace».

Le ragioni di questa discrepanza? Secondo l’articolo possono essere due: «O Greenpeace ha difficoltà nel svolgere calcoli che tengono conto dell’operatività dei centri dati e del loro consumo di energia, oppure Greepeace ha interesse a mantenersi su dati che fanno sembrare Apple meno verde perché questo le serve per sparare titoloni sulla sua campagna di sensibilizzazione in materia». L’articolo sembra propendere per questa seconda ipotesi: «Greenpeace  fa salire i consumi di Maiden perché ha interesse a sminuire l’importanza dell’impianto ad energie rinnovabili del centro dati che totalizza 25 megawatt di energia verde». Apple grazie a questo impianto e dando per scontati i conti di Data Center Knowlegde non userebbe solo il 22% di energie rinnovabili, ma il 60%.

In aggiunta a questo Greenpeace «non concede alcun credito alla pubblicazione di dati inerenti l’uso di energie rinnovabili attuata da Apple assegnando un voto totalmente insufficiente in fatto di trasparenza. Greepeace chiede maggior apertura e quando Apple la concede, si rifiutano di credere ai numeri che vengono resi noti. Apple dice che i suoi centri dati saranno al 100% “verdi” e si impegna ad acquistare energia pulita e da fonti rinnovabili e Greepeace le assegna ancora una insufficienza per gli investimenti in energie rinnovabili e in fatto di sensibilizzazione», conclude Data Center Knowledge,

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