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Apple è sempre più verde, lo rivela il nuovo report ambientale

Apple ha aggiornato la sezione del sito web nel quale presenta le ultime novità su mutamenti climatici, risorse, materiali usati, pubblicando il nuovo report ambientale. “Pensiamo all’ambiente esattamente come pensiamo ai nostri prodotti: in modo innovativo” dice Apple. “Realizziamo nuovi impianti a energia solare per ridurre le nostre emissioni di gas serra, adottiamo materiali più ecologici per rendere più sicuri i prodotti e i processi industriali, e tuteliamo le foreste da cui attingiamo le risorse controllando che vengano gestite in modo sostenibile. Non solo: puntiamo a riciclare i nostri dispositivi in maniera sempre più responsabile. E per farlo abbiamo inventato persino un robot” (Liam, una linea di robot in grado di smontare più di 1,2 milioni di telefoni all’anno).

Apple comunica che nel 2015 le fonti rinnovabili hanno fornito il 93% dell’energia sfruttata e che l’obiettivo è arrivare a 100%. “A Singapore alimentiamo le nostre strutture con un impianto fotovoltaico da 32 megawatt distribuito su oltre 800 tetti”; “In Cina stiamo installando un impianto solare da 170 megawatt per iniziare a compensare l’energia necessaria a produrre i nostri dispositivi. “E i data center Apple sparsi nel mondo – quelli da cui passano miliardi di iMessage, risposte di Siri e canzoni scaricate da iTunes – funzionano già al 100% con energia pulita”.

 report ambientale carbon footprint

“Vogliamo tutelare le foreste sostenibili, e vogliamo che gli alberi piantati siano più di quelli che utilizziamo. Con un obiettivo ancora più grande: ridurre al minimo la quantità di risorse che prendiamo dal nostro pianeta”. “Cotrolliamo attentamente quanta acqua consumiamo cercando di riutilizzarne il più possibile”, “evitiamo che qualsiasi scarto degli impianti di assemblaggio di iPhone e Apple Watch finisca nelle discariche” e ancora “abbiamo creato Apple Renew, un programma per riciclare i dispositivi Apple negli Apple Store.

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Nel settore dell’elettronica, Apple vanta di esser da anni l’azienda più attenta a eliminare le sostanze tossiche dai dispositivi. “Abbiamo tolto mercurio e arsenico dagli schermi, e il piombo da tutte le saldature”. E ancora: “Nel 2015 abbiamo avviato un programma di totale trasparenza che documenta la composizione chimica di tutti i materiali usati in tutti i componenti dei nostri prodotti: ci è molto utile nel ridurre ed eliminare le sostanze nocive. E non appena troviamo il modo di rimuovere queste sostanze da un dispositivo o da un processo produttivo, con test approfonditi ci accertiamo che siano davvero assenti. Un dispositivo quale l’Apple Watch è privo di mercurio, berillio e ritardanti di fiamma bromurati.

“Abbiamo dato il via al Full Material Disclosure, un programma di totale trasparenza sui materiali, per identificare tutte le sostanze presenti nei componenti che utilizziamo: siamo già riusciti ad analizzare più di 10.000 singole parti, e il numero cresce di giorno in giorno. Usiamo 18 criteri diversi per valutare le sostanze chimiche rilevate, e questo ci aiuterà a capirne meglio gli effetti sulla nostra salute e sull’ambiente”.

“Ci adoperiamo anche per rimuovere le sostanze tossiche dai nostri processi produttivi e metodi di riciclo, proteggendo così i lavoratori e limitando l’inquinamento geologico, idrico e atmosferico”. “Dai nostri fornitori pretendiamo standard ben più rigidi di quelli previsti dalle leggi locali a tutela dell’ambiente. Per questo i tossicologi nel nostro Environmental Testing Lab analizzano rigorosamente i materiali usati, con test approfonditi come la spettrometria di massa a plasma accoppiato induttivamente, la spettrografia di fluorescenza ai raggi X, la spettroscopia LIBS, la cromatografia ionica e la gascromatografia”.

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Apple spiega di avere costituto un Green Chemistry Advisory Board, comitato per la chimica sostenibile: “Runisce tossicologi, ricercatori e accademici di fama mondiale, e ci aiuta a trovare modi innovativi per ridurre al minimo o eliminare i materiali tossici dalla nostra filiera”. “Siamo sempre pronti a confrontarci anche con le maggiori ONG, in cerca di idee e consigli per rendere i nostri prodotti e processi produttivi ancora più sicuri.

Per quanto riguarda la produzione, Apple spiega che è durante i processi produttivi che viene generata la maggior parte delle emissioni. Sono state individuate due aree in cui è possiible intervenire in modo significativo: l’energia elettrica utilizzata e le materie prime scelta. “Nel 2015 abbiamo lanciato un programma rivolto ai nostri fornitori in tutto il mondo per aiutarli a consumare meno energia, usare più energia pulita e realizzare impianti capaci di produrre energie rinnovabili”. “Sstiamo costruendo impianti fotovoltaici per 200 megawatt in Cina, cominciando con un impianto solare da 170 megawatt nella Mongolia Interna: è un modo per iniziare a compensare le emissioni delle nostre fabbriche”. “Stiamo lavorando insieme ai nostri fornitori all’installazione di nuovi impianti a energia pulita per un totale di 4 gigawatt in tutto il mondo, di cui 2 gigawatt nella sola Cina entro il 2020. E nei prossimi due anni Foxconn installerà 400 megawatt di impianti solari per alimentare la linea di assemblaggio finale degli iPhone nello stabilimento di Zhengzhou.

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“Vendiamo milioni e milioni di telefoni, perciò anche il minimo cambiamento nella produzione di un nuovo iPhone può avere un impatto enorme. Ci siamo resi conto che modificando il modo di produrre il guscio in alluminio potevamo ridurre le nostre emissioni di CO2, e abbiamo quindi cominciato a preferire leghe fuse tramite energia idroelettrica invece che con combustibili fossili; inoltre abbiamo adattato i nostri processi produttivi in modo da rimettere in circolo l’alluminio di scarto. Risultato? La carbon footprint associata alla produzione del guscio in alluminio degli iPhone 6s si è dimezzata rispetto alla generazione precedente. E puntiamo a fare lo stesso per tutti gli altri nostri prodotti, scegliendo alluminio prodotto in modo più ecosostenibile”.

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