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Apple ha temporaneamente chiuso i suoi store dopo la nuova ondata di proteste negli USA

Apple ha temporaneamente chiuso la maggiorparte dei suoi negozi al dettaglio negli USA per garantire la sicurezza di clienti e dipendenti in seguito al crescere delle proteste dopo la morte dell’afroamericano George Floyd , morto soffocato mentre veiva arrestato da un agente bianco.

In varie città USA è stato proclamato il coprifuoco e mobilitata la Guardia Nazionale. Venerdì sera Trump è stato portato nel bunker della Casa Bianca per le proteste davanti alla presidenza Usa, continuate anche domenica notte.

Vari Apple Store da costa a costa, sono stati bersaglio di saccheggiatori e vandali, costringendo alla chiusura per impedire ulteriori danni.

Apple riferisce che la chiusura degli store si protrarrà per sistemare danni e garantire la sicurezza di dipendenti e clienti.

In seguito alla questione coronavirus, attualmente risultavano aperti 140 su 271 store. Con l’inizio delle proteste per la morte di Floyd, il primo negozio della Mela a essere preso di mira è stato Apple Uptown a Minneapolis, vandalizzato e saccheggiato più volte.

Altri danni, riferisce 9to5mac, sono stati evidenziati in a Portland, Philadelphia, Brooklyn, Salt Lake City, Los Angeles, Charleston, Washington D.C., Scottsdale e San Francisco.

I prodotti Apple rubati dagli store sono inutilizzabili (bloccati in remoto) e possono essere tracciati delle autorità, misure di protezione che non hanno ad ogni modo scoraggiato i furti.

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Le proteste e le rivolte negli Stati Uniti dopo la morte di George Floyd, intanto continuano, sono state arrestate migliaia di persone nel weekend, si segnalano feriti e un uomo è morto a Indianapolis.

Il candidato alla presidenza Joe Biden ha condannato la violenza delle proteste, sottolineando ad ogni modo che gli americani hanno diritto di manifestare. “Protestare contro tale brutalità è giusto e necessario. È una risposta assolutamente americana – ha dichiarato – ma incendiare le comunità e distruggere inutilmente non lo è. La violenza che mette in pericolo la vita non lo è. La violenza che distrugge e chiude le attività che servono alla comunità non lo è”.

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