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Apple, un anno dopo l’abbraccio ad Intel

L’annuncio che Apple sarebbe passata ad Intel sembra sia avvenuto un secolo fa, invece è trascorso appena un anno.
L’annuncio, per chi se lo ricorda, avvenne infatti il 6 giugno dello scorso anno alla Conferenza degli sviluppatori di San Francisco . Quell’evento, storico se ce n’è stato uno nella vita della piattaforma, ha cambiato e sta cambiando la vita informatica degli utenti della Mela e assai più rapidamente di quanto non ci sarebbe potuto attendere. Apple ha non solo, infatti, ha mantenuto le promesse di un rapido abbandono del PowerPc, ma ha addirittura accelerato il ritmo rispetto alle previsioni.

Il primo passo è avvenuto lo scorso gennaio con il lancio del Mac Book Pro , gli altri sono stati fatti nelle macchine consumer con iMac (sempre in gennaio), Mac mini e successivamente con MacBook .
Il risultato è che nell’attuale schema dell’offerta di Apple mancano da aggiornare i PowerMac e gli Xserve che Apple prevede di dotare di un processore Intel entro la fine dell’anno, in largo anticipo rispetto alle previsioni che parlavano di una gamma totalmente Intel entro metà  del 2007.

Ma che cosa accadrà , dunque, ora nella marcia verso la totale eliminazione dei chip PowerPC? Trattandosi di Apple è sempre difficile prevedere al 100% le mosse e le strategie dettate dal management (e da Jobs in particolare), ma quel che è certo è che in buona parte quello che Apple farà  è legato a filo doppio ad Intel.
Apple deve giocoforza seguire i passi degli sviluppi dei chip Intel che potrebbero consentire alla Mela di annunciare al prossimo WWDC (in programma dal 7 all’11 Agosto), di aver portato tutta la gamma Apple su processore Intel.

Per capire come questo avverrà  è necessario spendere qualche parola sui progetti a brevissimo termine di Intel.

I chip prossimi al lancio saranno Merom o Conroe, nomi in codice di processori della serie Core 2 Duo, che in Italiano è praticamente uno scioglilingua, ma il cui nome ci dice che si tratta di chip a nucleo doppio. A questi processori, rispettivamente per laptop e desktop, si aggiungere Woodcrest, un processore destinato a prendere posto in Cpu server.

Tutti e tre i processori si avvalgono della nuova microarchitettura Core che utilizza il processo di
realizzazione a 65 nanometri con tecnologia a 64-bit. Questi tre chip saranno i successori dei chip utilizzati attualmente nel iMac, Mac mini e MacBook Pro.

Nella presentazione di Intel si dichiaravano queste caratteristiche:
– Merom dovrebbe essere 20-25% più performante dei Core con il medesimo consumo.
– Conroe più performante del 40% e consuma il 40% in meno rispetto al Pentium D.
– Woodcrest più performante del 80% e consumo minore dell 35% rispetto a Xeon.

Il Merom portatile
I processori Merom dovrebbero essere usati nei computer di Apple nei Mini e nei portatili. L’aspetto più interessante di questo chip, in attesa di altri dettagli da Intel, è l fatto che questo processore ha la stessa “piedinatura” dei Core Duo. Questo vuol dire che Apple non dovrà  faticare troppo per adattare le attuali schede madri al nuovo chip, come hanno dimostrato alcuni esperti che, messe le mani su un Merom, sono stati in grado di usarlo su un Mac Mini.

Merom dovrebbe trovare posto inizialmente nei MacBook Pro che, come detto, sono usciti con sei mesi di anticipo e con il processore nella prima versione di Core Duo. Il processore dovrebbe essere rilasciato in agosto e dovrebbe segnare la prima revisione del MacBook Pro, in calendario per (forse) l’autunno. Qualche dubbio rimane sull’utilizzo di Merom nei nuovi MacBook, questi sono appena stati presentati e un aggiornamento così veloce non pare verosimile. Appare anche chiaro che per la gamma Apple Merom sarà  un processore importante, ma non è da escludere che i MacBook e i Mac mini possano restare vincolati ai Core 2 Duo che continueranno ad essere sviluppati e mantenuti sul mercato scendendo di prezzo.

Desktop: quale scelta?
Passando ai computer desktop, sembrerebbe perfettamente logico che la nuova versione basata su Intel, il cui nome potrebbe essere Mac Pro (se saranno superati i problemi di copyright sul nome), si basi sui processori Conroe.
Ma c’è un problema serio da affrontare: Conroe non funziona come multi-processore. Quindi un computer con quattro chip, come il modello top dell’attuale offerta Apple, non è possibile con Conroe.
Apple a questo punto ha una serie di scelte. La prima è la possibilità  di utilizzare Conroe e fare solo una linea di desktop monoprocessore (anche se a doppio nucleo), la seconda di utilizzare Conroe per i monoprocesssore e fare una seconda linea basata su Woodcrest per il multiprocessore oppure utilizzare Woodcrest per la sua linea e tralasciare totalmente Conroe.

Quest’ultima tesi trova non pochi sostenitori che si fondano su varie deduzioni tra cui, ad esempio, anche il fatto che per la linea desktop ha sempre mirato ad arrivare al top della gamma, quindi risulta verosimile che si rivolga al chip per server molto più potente ed utilizzarlo anche nei propri desktop. Notizie sulla rete danno già  per certo l’utilizzo del processore Woodcrest e si dice anche che Apple sarà  la prima ad implementarlo per le sue workstation, già  durante l’estate.

I sistemi basati su Woodcrest avranno la tecnologia SMP (symmetric multi processing) con doppi processori che possono contenere fino a quattro core ciascuno. Intel durante una dimostrazione ha presentato una macchina che dimostrava di avere otto core attivi.

Nuovi Server: Xserve
Se sull’uso di Woodcrest per i desktop di Apple c’è qualche dubbio, ben pochi ne sussistono sull’utilizzo del processore Woodcrest per il nuovo Xserve (sempre che Apple mantenga il medesimo nome). Per qualcuno, addirittura, Xserve potrebbe addirittura essere il primo computer Apple ad avere i chip Core 2 Duo già  a partire da luglio.
Xserve sarà  la più grossa opportunità  di Apple da molti, molti anni a questa parte: speriamo la sappia sfruttare in modo efficace in modo da trovare uno spazio importante nel settore delle aziende.

L’utilizzo dei processori Intel e di Boot Camp sono le basi su cui deve basarsi la crescita di Apple nel settore dei server.

Nonostante l’apprezzamento per il sistema operativo OS X, molti responsabili IT devono scegliere tra piattaforma Linux e Windows per i loro server. Un Apple Xserve con processore Intel permette di avere un gran numero di vantaggi. Sarà  possibile scegliere quale sistema operativo utilizzare e avere la flessibilità  di poterlo cambiare secondo le esigenze del momento in un tempo brevissimo. Inoltre si può scegliere di avere sullo stesso computer uno o tutti i sistemi operativi Windows, Linux, una distribuzione BSD o Sun Solaris. Questo mette Apple nella posizione unica di poter far funzionare la quasi totalità  dei maggiori sistemi operativi utilizzati: prendi un Xserve, facci girare quello che vuoi.

Qualsiasi manager IT dovrebbe a questo punto considerare Apple come una delle scelte principali nel momento in cui deve acquistare un nuovo server.

Ultimo tassello: Mac per le scuole
Un ultimo tassello rimane fuori dal percorso di Apple verso Intel: il Mac dedicato al mercato Education. Al momento, con la cancellazione di eMac, in questo settore Apple non è presente, ma secondo diverse fonti questa situazione durerà  ancora per poco. I siti dediti alle indiscrezioni parlano di una macchina con schermo Lcd derivato dal iMac che conserva il suo involucro ma viene spogliato da tutte quelle parti che non sono assolutamente indispensabili.

Insomma, nonostante Apple abbia fatto molta strada da quel 6 giugno del 2005, molta ancora ne resta da fare e c’è la ragionevole certezza che il cammino sarà  rapido forse addirittura tumultuoso, segnato da quella stessa concitazione che contraddistingue il percorso di Intel, società  cui oggi più che mai Apple, ad un solo anno di distanza da un patto che pareva impossibile, è legata con un doppio filo e dagli stessi interessi strategici.

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