Dite la verità, fotografi, videomakers, appassionati che girate il mondo per catturare quel che vedete, in foto o in video: quante volte durante un’escursione di molte ore o addirittura di un paio di giorni in un luogo remoto (o anche non troppo remoto) ma privo della possibilità di ricaricare i vostri dispositivi, avete sperato di avere a disposizione qualche cosa di meglio di quelle PowerBank da 20 o 28mila Mah, tra i 75 e i 99 Whr che si comprano per qualche decina di euro su Amazon?
E quante volte avete poi concluso che in fondo ci si deve accontentare perché di meglio non c’è oppure se c’è, è troppo grande, poco pratico, scarsamente flessibile e quindi alla fine poco utile?
Noi, dopo avere messo le mani su Bluetti HandsFree prodotto originale e sostanzialmente unico sul mercato, siamo qui a dirvi che vi sbagliate.
Prima di scendere nel merito definiamo subito quello di cui stiamo parlando: Handsfree è uno zaino video-fotografico che unisce la funzione tipica di questi accessori (offrire spazio per il trasporto di smartphone, Gps, computer, fotocamere, videocamere professionali, droni) a quella di una stazione di ricarica.
Di che siamo parlando?
Handsfree, in pratica, è un sistema che potremmo definire “integrato”, per chi si allontana dalle zone battute e in linea generale da una presa di corrente, ma avendo la necessità di acquisire foto e video, non si può permettere di restare a secco di energia.
Prima che qualcuno si faccia avanti e ci dica: «in fondo bastano un due o tre powerbank per questo», diciamo subito che HandsFree sta a due o tre powerbank come due o tre monopattini stanno ad un’auto elettrica.
Di base in effetti fanno la stessa cosa (portano in giro persone facendo girare il motore con una batteria) ma non sono certamente la stessa cosa, non si rivolgono allo stesso pubblico e non soddisfano le stesse esigenze. Arrivando fino in fondo a questa nostra recensione il concetto diventerà più chiaro.
Come è fatto HandsFree
Partendo dall’inizio vediamo come è fatto HandsFree. Si tratta di un set composto da due differenti elementi: uno zaino e una stazione di ricarica.
Bluetti offre due diverse versioni di HandsFree, Handsfree 1 (quella che abbiamo provato noi), con zaino da 46 litri, batteria da 268,8Wh ed uscita da 300W e HandsFree 2 con zaino da 62 litri, batteria da 512 Wh e uscita a 700W
Parliamo di due set identici nelle funzioni di base e nello scopo. Quel che cambia sono la potenza del sistema di batterie e le dimensioni dello zaino ma in tutti e due i casi zaino e Power Station nascono per funzionare in simbiosi.
In particolare lo zaino ha un comparto specifico per la stazione di ricarica portatile, tagliato a misura per essa e strutturato per ospitare un dispositivo di questo tipo; a sua volta la batteria è piccola e ha una forma a valigetta, diversa dalle classiche Power Station Bluetti.
Lo zaino
Descrivere lo zaino a chi ha in mente uno zaino fotografico non ha molto senso. Anche se qui ci sono alcuni elementi tipici di uno zaino da escursionismo non presenti nei semplici zaini per fotografi, di fatto è proprio questo: uno zaino fotografico
Si tratta di una sacca in tessuto Oxford 600 denari, moderatamente impermeabile (IPX4 in pratica a prova di pioggia, in caso di acquazzoni violenti meglio sfruttare il cappuccio impermeabile che accompagna lo zaino), diviso in tre sezioni e… mezza.
La struttura
Oltre al comparto, per la stazione di ricarica di cui abbiamo già detto, ne abbiamo un altro, classico per gli zaini fotografici con divisori che offre protezione a teleobiettivi, corpi macchina, accessori, caricabatterie, droni.
Al livello superiore c’è una sezione con cinghie di compressione, buona a contenere qualche capo di abbigliamento e minimizzabile con una cerniera che chiude il soffietto.
Sopra alla stazione di ricarica, si può formare un ripiano mediante un divisore che si fissa con il velcro. Qui potremo collocare dispositivi aggiuntivi e che magari vogliamo lasciare in ricarica mentre camminiamo.
Si tratta di uno spazio di discrete dimensioni, più che sufficiente per collocare al suo interno, ad esempio, un drone o dei caricabatterie per le fotocamere.
Non mancano una lunga serie di comparti più piccoli per il computer o il tablet che troviamo in tutti gli zaini e una retina per gli effetti personali o accessori (dentifricio, set per la barba, cavi, caricabatterie…).
Lo zaino è completato esternamente da altre tasche ma anche da elementi quasi mai presenti in zaini fotografici. Parliamo di ganci stile MOLLE (Modular Lightweight Load-carrying Equipment,), di fatto asole cui appendere una tazza per esempio oppure una pala.
Ci sono anche cinghie per il trasporto di accessori come picchetti, sacco a pelo, bastoncini da trekking ma utili anche per trasportare cavalletto e aste per selfie.
Sulla fascia ventrale, come in tutti gli zaini, ci sono altre tasche per custodire oggetti che vorremmo avere sempre a portata di mano. Qui troviamo anche custodito il cappuccio per migliorare l’impermeabilità.
Impressioni sullo zaino
Al di là degli elementi che lo costituiscono, quelli tradizionali e quelli che lo rendono decisamente peculiare, lo zaino HandsFree offre buone sensazioni.
Nulla da dire sul design, la struttura e sui sistemi di regolazione. C’è tutto quel che serve e a cui sono abituati coloro cui piace camminare nella natura: una generosa imbottitura ergonomica sulla schiena, spallacci regolabili e le tipiche cinghie di regolazione del carico: quelle pettorali e la fascia addominale.
Solo le zip in questo impianto di qualità ci sono sembrate sotto dimensionate rispetto al carico che lo zaino deve andare a sopportare (qualche cosa di questo, sotto) e in alcuni casi, quando lo zaino è molto pieno, non è facile chiuderle.
Se escludiamo la sezione dedicata alla stazione di ricarica, siamo in pratica di fronte ad un ibrido tra uno zaino per brevi escursioni e uno zaino fotografico con elementi di uno zaino per trekking.
Per quanto riguarda la capacità personalmente non abbiamo avuto grossi problemi. Nell’HandsFree 1 (47 litri) la nostra mirrorless e le sue lenti hanno avuto tutto lo spazio che serve, così come il nostro drone Dji Mini con il suo controller e tutti gli accessori che ci siamo portati dietro.
Ma la profondità del comparto potrebbe essere considerata insufficiente da chi ha un’attrezzatura di differente tipo, come una full frame con le sue massicce lenti oppure un drone Mavic. In casi come questi potrebbe forse essere meglio optare per l’HandsFree 2 (60 litri).
Molto flessibile tutto il resto. Oltre a ganci e cinghie, le tasche esterne offrono spazio per tutto.
Quella per il computer è bene imbottita e il comparto per effetti personali è sufficiente per un cambio completo e per ospitare uno strato di abiti aggiuntivo, magari antipioggia o per far fronte ad una serata più fredda.
C’è anche una chiusura a combinazione, deboluccia per dissuadere un ladro, ma utile per tenere lontano qualche curioso.

Il compromesso
Detto questo si deve anche dire che lo zaino HandsFree di Bluetti fa i conti con la funzione di sistema per trasportare la Power Station e quindi paga dazio per forma e peso e va valutato in questa ottica.
Non stiamo infatti parlando solo di uno zaino fotografico ma di un sistema che ospita un elemento, che di per sé ha il suo peso e soprattutto richiede un suo spazio. Di conseguenza Bluetti è dovuta giungere ad un compromesso ergonomico che influenza la forma e deve essere tenuta in considerazione quando si valuta l’acquisto.
La stazione di ricarica in HandsFree 1 non è particolarmente ingombrante, ma è comunque spessa dieci centimetri. Questi dieci centimetri si sommano allo spessore dello zaino che in uno zaino video fotografico è già sempre considerevole.
I prodotti di aziende specializzate in outdoor come Ferrino, Osprey, Salewa o Deuter, tendono a privilegiare l’altezza rispetto a spessore e a larghezza, in maniera da ridurre lo sbilanciamento del corpo e per scaricare il più possibile il peso in verticale assecondando l’andatura.
Lo zaino Handsfree invece somiglia molto ad uno zaino militare, è obbligatoriamente una sorta di parallelepipedo con uno spessore molto importante quando è pieno in tutti i suoi comparti, superiore a tutti gli zaini da escursione che abbiamo visto. Questo tende a mandare il peso fuori dall’asse centrale.
Per questo si deve correggere costantemente l’andatura marciando leggermente inclinati in avanti una posizione che aumenta il senso di fatica.

Poco o molto?
Si deve quindi applicare la giusta lungimiranza nel predisporre il carico per l’escursione. In particolare la sezione con l’abbigliamento, che aggiunge altro spessore, a nostro giudizio dovrebbe essere lasciata inutilizzata. Eventuali abiti, affidateli ad un compagno di viaggio. Sarebbe meglio evitare anche di sfruttare i ganci MOLLE; applicando esternamente altri oggetti si aumenta ancora lo spessore.
Se il compagno di viaggio non c’è, considerate che il fattore con cui fare i conti in una escursione con lo zaino Handsfree prima ancora del peso, sarà proprio il fattore ergonomico imposto dallo spessore dello zaino.
Per il peso invece il ragionamento è semplice. Lo zaino HandsFree pesa quanto peserebbe un altro zaino con dentro la roba che deciderete di metterci. A questo dovrete aggiungere i circa cinque Kg della power station. È poco o è molto? La domanda non ha molto senso: è semplicemente quello che è necessario per poter sfruttare il vantaggio di avere una stazione di ricarica come quella che andremo a descrivere sotto.
Più che altro va fatto qualche conto prima di partire. Zaino vuoto e power station insieme pesano 7,5 Kg. Superare il peso del 20% del corpo considerato come il limite accettabile per il confortevole trasporto di uno zaino non è certo difficile.
È possibile arrivare a 30 KG di carico come suggerisce Bluetti? Lo zaino pare assolutamente in grado di sopportare il carico, ma non ci pare realistico pensare che un trekker anche ben allenato possa gestire uno zaino con questo peso (per giunta con la forma di HandsFree) per poco più che un paio d’ore e su percorsi neppure troppo difficoltosi.
La Power Station
Stabiliti i paletti intorno a cui ragionare per dimensioni e peso, è impossibile non mettere davanti ad ogni altra considerazione che Handsfree esiste, in fondo, per uno scopo: dare modo di trasportare la propria attrezzatura ma anche la stazione ricarica, vero cuore di questo prodotto. È quindi sui vantaggi che deriva da questa idea che ci si deve concentrare per poi esprimere un giudizio.
Cominciamo col dire che chi ha in mente altri dispositivi del marchio americano se li deve dimenticare. Siamo infatti di fronte a una power station differente per capacità energetica e per forma nata per essere trasportata, unendo insieme il minimo del peso con il massimo della capacità delle prestazioni.
Come è fatta
Nella versione che abbiamo provato, le dimensioni sono di 286.5mm × 95mm × 280mm, il peso è di 5 KG; la forma è a valigetta con tanto di maniglia, per una capacità di 268.8Wh (HandsFree 2 arriva a 512Wh). Specifiche modeste per una stazione Bluetti ma molto elevate rispetto alle classiche PowerBank.
La tecnologia
In realtà il confronto con le classiche batterie cui siamo abituati non si pone proprio non tanto per la capacità reale che pure è di almeno tre volte rispetto a quella reale delle più potenti PowerBank tradizionali comuni, ma soprattutto per le tecnologie.
Cominciamo dal fatto che HandsFree non è una power bank al Litio ma contiene batterie al litio ferro fosfato (LFP). Sfruttando questa chimica riesce ad immagazzinare a parità di dimensioni relativamente meno energia delle classiche batterie ma offre un’enorme quantità di vantaggi.
Le celle LFP sono più “verdi” e hanno anche una capacità di carica e scarica molto più rapide superando nel contempo i cicli operativi delle migliori batterie al Litio; non a caso HandsFree viene presentata come in grado di raggiungere i 4000 cicli prima di scendere all’80% della capacità nativa. Per fare un confronto le migliori batterie, come quelle che usa Apple, sono certificate per una riduzione all’80% dopo mille cicli.
Sono basate su litio, ferro e fosfato tutte le batterie che devono avere un alto tasso di scarica per alimentare dispositivi che richiedono elevate quantità di energia in poco tempo.
Per citare un altro esempio, possiamo parlare di auto elettriche: la batteria della Tesla Model 3 da 55 kWh è una batteria LFP. Anche BYD usa batterie di questo tipo. Stellantis investirà più di 4 miliardi di euro per un impianto in Spagna per batterie FLP.
La presa a Corrente Alternata
E non a caso la Handsfree infatti è in grado di fornire fino a 300W a 230V (700W per HandsFree 2) attraverso la presa a corrente alternata integrata.
Questo elemento, la presa CA, è un’altra delle cose che differenzia totalmente il prodotto Bluetti da una normale PowerBank. Anche se ci sono due porte USB-A (15W ciascuna) e due USB-C (da 100W l’una, con esse potremmo teoricamente ricaricare due MacBook Pro in contemporanea) la presa Schuko offre una versatilità che altri concorrenti non possono dare.
Ad esempio possiamo collegare qui una multipla e ricaricare tantissimi dispositivi che non sfruttano le porte USB-C ma sono da collegare, appunto, ad una presa. È il caso dei caricabatterie delle fotocamere.
L’uscita in alternata è perfetta anche per ricaricare un computer potente, come ad esempio un MacBook Pro 16” che richiede 140W, o anche un accessorio da campeggio; benché i 269Wh o anche i 512Wh siano scarsi per quest’ultimo scopo (un fornelletto elettrico da campeggio durerebbe qualche decina di minuti), sono perfetti per l’uso che ne potrebbe fare un video maker o un fotografo. Con la porta AC si possono ad esempio usare luci LED.
Tutto questo non l’abbiamo mai visto tutti insieme, collocato in un semplice zaino.
Che si può fare con la Power Station?
Ma che si può fare con una power station come quella di HandsFree? Tutto dipende ovviamente dai dispositivi che si vogliono ricaricare ma possiamo fare qualche esempio.
Partendo dal principio che una batteria al litio ferro fosfato ha una resa tra il 90 e il 95% (contro l’80/85% di una batteria al Litio), con HandsFree 1 abbiamo a disposizione circa 250Wh.
Se si considera che la batteria di un MacBook Pro 16 da 100 Whr richiede per la ricarica completa 115/120 wattora, possiamo pensare di ricaricare una volta il portatile avanzando altri 120 wattora per altri scopi.
Nel nostro caso, una volta ricaricato il MacBook Pro, ce ne sarebbe stata a sufficienza per raddoppiare l’autonomia di una pletora di dispositivi. Ad esempio un iPad Air 11” (30 wattora), iPhone 15 Pro (12.70 Whr), due batterie della nostra fotocamera Olympus (sommate fanno 10 wattora) e le tre del Dji Mini (60 whr).
E il bello è che usando una multipla, come detto, avremmo potuto ricaricare tutto contemporaneamente.
In realtà questo scenario è persino pessimistico perché alla fine non ci porteremmo per un’escursione fotografica o video un MacBook Pro o un qualunque laptop ma un tablet, proprio come l’iPad Air, che grazie alla suite Adobe fa praticamente tutto quel che fa un portatile ma con un enorme vantaggio in termini di peso.
A quel punto ce ne sarebbe a sufficienza per un viaggio lontano da una presa di corrente anche per diversi giorni.
La ricarica della Power Station
Quando HandsFree è scarico subentra il suo terzo strategico vantaggio: la ricarica attraverso un connettore AC C13, in sostanza la ricarica avviene direttamente attraverso una normale presa a muro. Bluetti afferma che la ricarica al 100% di HandsFree 1 avviene in 90 minuti ma per arrivare all’80% bastano solo 45 minuti.
In un paio di prove abbiamo registrato (superando di poco) i tempi dichiarati. Anche qui una PowerBank al Litio di quelle che trovate su Amazon, ammesso che ce ne fosse qualcuna da 250Wh, non sarebbe mai in grado di pareggiare e neppure avvicinare questa velocità.
Se si volesse cercare un difetto in questo assetto potrebbe essere nel fatto che manca la possibilità di ricaricare HandsFree con un caricabatterie USB-C. Visto che è possibile che chi acquisti un HandsFree metta nello zaino anche un caricabatterie per un portatile, sarebbe stato comodo avere la possibilità di un input con questo tipo di connettore.

Bonus track: il pannello solare
Facendo i nostri conti abbiamo parlato di un’autonomia di alcuni giorni e di ricarica con la presa di corrente, ma HandsFree ha anche un altro asso nella manica: un ingresso DC/PV (12V-28V/8.2A/200W). Grazie ad esso è possibile collegare un pannello solare che supporta la ricarica appunto col sole.
Bluetti afferma che la ricarica con un pannello da 350W a pieno sole richiede un paio d’ore. Ma è difficile immaginare che chi acquista un HandsFree possa pensare di abbinarlo ad un pannello così grande (BLUETTI 350W solo per fare un esempio pesa 15 KG e ripiegato è 74,5X78,5X7,5cm).
Più realistico l’utilizzo con il BLUETTI PV60F, un nuovo modello di panello solare Bluetti che nasce specificatamente per chi se lo vuole portare in giro comodamente.
Volendo e avendo spalle sufficientemente capaci, Bluetti suggerisce addirittura di applicare il pannello a due ganci specificatamente disegnati e integrati nello zaino, lasciandolo penzolare per ricarica la power station mentre si cammina recuperando tempo.
In realtà questa soluzione non ci pare molto pratica perché completamente esteso il BLUETTI PV60F arriva a quasi un metro e quaranta di lunghezza. Anche chi è molto alto (tralasciando chi non lo è affatto alto come chi scrive) potrebbe trovarlo scomodo e ingombrante.
Ma portarsi dietro il pannello piegato richiede poco sforzo. Misura solo 21,8X35,5X4,5cm e pesa poco più di due Kg. Una volta arrivati in un luogo opportuno e messo in posizione si può sfruttare la sua elevata resa energetica (23.4% di conversione) per ricaricare HandsFree.
Abbiamo testato rapidamente il BLUETTI PV60F in una giornata soleggiata ma invernale di inizio febbraio. Intorno all’una del pomeriggio, posizionati in una zona montana del Nord Italia, abbiamo ricavato dal pannello 30 Watt una potenza che diremmo ottima considerati giorno dell’anno e longitudine.
In estate non dovrebbe essere impossibile ricaricare interamente o quasi la power station in sei-sette ore di esposizione solare. Questo significa lasciare la Bluetti totalmente scarica collegata al pannello solare al campo base mentre si fa una escursione e tornare avendola di nuovo pronta per ricaricare tutto quello che ci siamo portati dietro.
In aereo
Segnaliamo in questa parte finale un limite, connesso al principale vantaggio, la potenza della batteria è nel fatto che Handsfree non può essere portato in aereo. La sua capacità supera, e di molto, in tutte e due le versioni il limite sia massimo standard possibile di 99 Whr, sia i 160Whr che in qualche caso possono essere autorizzati rivolgendosi alla compagnia. Per questa ragione la stazione di ricarica dovrà sempre essere trasporta o spedita via terra.
Conclusione
In conclusione una volta ben compreso che cosa è HandsFree e per quale scopo nasce non si può che essere ammirati di come l’obiettivo sia stato raggiunto.
Bluetti non voleva fare uno zaino da trekking con dentro una batteria ma un sistema studiato per dare a fotografi e creatori di contenuti la possibilità di portarsi dietro il più comodamente possibile energia sufficiente per acquisire video e fotografie senza avere la preoccupazione di restare a secco.
Handsfree svolge questo compito in maniera impeccabile, sforzandosi di mettere in equilibrio tre elementi: il peso, la capacità dello zaino e quella di immagazzinare corrente.
Questo non permette ad Handsfree di essere lo zaino più leggero ed ergonomico che abbiamo provato nel corso della nostra esperienza e per questo si deve sapere bene come organizzare il carico.
Non è neppure la stazione di alimentazione più potente che si possa immaginare e in conseguenza di questo non è quel che serve ad una campeggiatore o appassionato di outdoor per avere con sé un accumulatore di energia che offra wattora in abbondanza. Per questo ci sono altri prodotti Bluetti.
Nonostante questo è il miglior sistema che possiamo immaginare ci si possa mettere sulle spalle per trasportare attrezzatura fotografica e video accompagnati da una riserva di corrente per prolungare le sessioni di lavoro restando lontani da una presa di corrente.
Portarsi dietro un porta AC con una batteria capace di moltiplicare per due l’autonomia di una lunga serie di dispositivi anche a ricarica solare, in uno zaino con generose spazio, stando (come dice il nome) a mani libere, rende HandsFree un prodotto unico e probabilmente imbattibile, per chi fa fotografia naturalistica e content creators che lavorano lontani dalla propria casa o ufficio.
Prezzi e disponibilità
Handsfree è disponibile sul sito di Bluetti. Handsfree 1 (batteria e Bluepack) ha un costo di 398 euro. Il kit con batteria e Bluepack con il pannello solare PV60F costa 498 euro. La sola batteria costa 249 €. Infine lo zaino BluePack costa infine 149€.
Come accennato è disponibile anche la versione HandsFree 2 con prezzi che partono da 179 euro per il solo zaino fino a 678 euro per il pacchetto che include zaino, batteria e pannello solare.
Per chi volesse acquistarlo, è attivo uno sconto del 5% valido su Handsfree. Per ottenerlo, basterà inserire il codice MAC5 al momento dell’acquisto.
Il codice MAC5 rimarrà valido in modo permanente su tutti i prodotti BLUETTI, eccetto alcuni articoli contrassegnati come “member price”.