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Cook: «Dignità  del lavoro, una nostra priorità »

«La nostra convinzione è una e semplice: ogni lavoratore ha diritto ad un ambiente di lavoro che lo tratti in maniera corretta e umana, libero da discriminazioni, dove sia pagato in maniera giusta e nel quale possa esprimere le sue opinioni liberamente». Questa il pensiero espresso da Tim Cook in apertura dela Goldman Sachs Technology Conference, un incontro per analisti finaziari ma che da qualche anno, con la quasi regolare partecipazione di Cook all’appuntamento, è divenuta anche un momento per fare il punto sulle tematiche più rilevanti e di attualità per Apple. Cook, che parlava per la prima volta da amministratore delegato, ha teso a rendere chiaro fin dal primo momento, quanto seriamente si prenda il tema delle condizioni di lavoro presso gli stabilimenti dei suoi partner, affrontando di petto e con un discorso durato diversi minuti la tematica.

Tim CookIl CEO di Apple ha sottolineato il costante impegno della sua azienda in questo ambito e il «costante sforzo compiuto nel tentativo di migliorare gli ambienti di lavoro e il livello di rispetto che le aziende partner hanno per i lavoratori. Nessuno nel mondo nel nostro campo fa quanto facciamo noi. I nostri gruppi che si occupano di questo argomento sono un modello per il resto dell’industria». Cook ha anche precisato, in merito agli straordinari “selvaggi” che secondo alcuni osservatori sarebbero imposti ai dipendenti delle aziende che lavorano per Apple, che viene richiesto un limite massimo di 60 ore settimanali, ma anche che «sono state constate numerose violazioni e in conseguenza di questo saranno condotte nuove ispezioni sugli orari di lavoro ad un livello ancora più capillare». Cook ha poi detto di rendersi conto che «la gente si attende molto da Apple», ma ha anche precisato che «Apple si attende anche di più da sé stessa. Siamo stati fortunati ad avere con noi il personale più intelligente e innovativo al mondo, metteremo lo stesso tipo di sforzo ed energia nel sollecitare la responsabilità dei fornitori nel percorso che ci conduce verso nuovi prodotti»

Nel corso dell’incontro Cook ha affrontato anche un secondo tema di spessore, quello dei nuovi mercati spiegando con le cifre la scelta di puntare su paesi come Brasile e, soprattutto, Cina. «Nel 2015 gli smartphone – ha detto Cook – saranno un miliardo e di questi il 25% sarà venduto in questi due paesi. I particolare ci stiamo concentrando sulla Cina dove siamo passati da qualche centinaio di milioni di fatturato a 13 miliardi; nel coso dell’ultimo anno abbiamo cominciato a concentrarsi su Brasile e Russia. Siamo estremamente determinati a capire questi mercati».

Per quanto riguarda iPad e il fattore di cannibalizzazione che il tablet sta avendo sul mercato Mac, il CEO di Apple non ha rifiutato il confronto con gli analisti ammettendo: «che esiste questo fenomeno. Da pare nostra comunque preferiamo “cannibalizzarci” da soli piuttosto che lasciare che altri lo facciano con i loro prodotti. Non fermeremo l’innovazione anche se questo portasse via vendite da un’altra area di prodotto; il nostro motto è: “vogliamo soddisfare i nosri clienti e vogliamo che lo siano comprando prodotti Apple”». Secondo Cook, in ogni caso, iPad «ruba più mercato ai PC che ai Mac e questo è un bene anche per i PC. Il mercato dei PC tradizionali non sparirà; i tablet in ogni caso costringeranno i prodottori a creare computer più innovativi e competivi»

Ad un analista che chiedeva conto del fattore prezzo, Cook ha poi detto che «il costo solo raramente è  la prima cosa. Un prodotto economico vende, ma poi quando la gente se lo porta a casa non si sente soddisfatta, non è in grado di dire a sé stessa che ha fatto un affare perché spesso odia quel prodotto. La gente – ha detto il CEO di Apple riferendosi ai concorrenti che hanno affrontato iPad sul mercato – vuole qualche cosa di eccellente ed è a questo mercato che ci rivolgiamo. A mio giudizio il vero fattore di catalizzazione sul mercato dei tablet è l’innnovazione e la spinta al prossimo traguardo». E arrivato a questo punto l’unico cenno alle complesse vicende legali che oppongono Apple ad asiatici, taiwanesi e Motorola: «non mi dispiace la concorrenza. Noi riteniamo tutti dei concorrenti, a patto che ciascuno faccia uno sforzo per inventare qualche cosa». Poca la preoccupazione per Amazon che qualcuno ritiene il vero avversario di Apple: «hanno un differente approccio; devono vendere molti prodotti e questo è quello che fanno. Ma i nostri clienti non sono propensi a comprare dispositivi con funzioni limitate»

Dopo qualche cenno alla molto percorsa vicenda della liquidità di cassa eccezionalmente alta e alla funzione che essa potrebbe avere nelel strategie future («non fatico a dire che ne abbiamo più di quanta ci servirebbe per la nostra attività. Chiedo un po’ di pazienza per permetterci di fare le nostre considerazioni a prendere decisioni a beneficio dei nostri investitori»), Cook ha anche lanciato qualche messaggio sulla rumoreggiata Apple TV.

In replica ad una domanda con la quale si chiedeva conto dell’attuale dispositivo e su come stia andando l’ “hobby”, ha detto che «Apple in linea generale non si occupa di prodotti che possano essere un semplice passatempo; crediamo in una estrema focalizzazione e lavoriamo su pochi prodotti. Abbiamo chiaramente sempre pensato che in questo ambito, quello della Apple TV, ci fosse qualche cosa da ricavare e che se avessimo perseguito il nostro intuito e tirato le debite conseguenze, avremmo potuto ricavare qualche cosa che fosse molto più di spessore. Le persone che hanno comprato una Apple TV sono eccezionalmente soddisfatte, ma abbiamo bisogno di qualche cosa che sia di appeal più vasto per trasformare questo impegno in qualche cosa di serio e consistente»

Infine nella parte conclusiva, dopo avere parlato di iCloud («una strategia per il prossimo decennio»)  e di SIRI («una nuova generazione di interfaccia» che, si è compreso, arriverà anche ad altri livelli dell’offerta Apple), Cook ha parlato dell’eredità di Jobs e del volto impresso ad Apple: «la nostra è una cultura unica e una società unica. Non resterà inerte e non permetterà che sia smantellata lentamente. Steve ci ha insegnato a restare focalizzati su poche cose facendole bene invece che farne molte male, andremo nei mercati dove potremo portare un significativo contributo e non solo vendere molti prodotti. Queste sono le cose che fanno Apple quel luogo magico dove la gente vuole lavorare e non parlo solo di guadagnarsi da vivere, ma fare il miglior lavoro della loro vita. Voglio vedere la gente che usa iPhone e vedere altra gente che usa iPod in palestra o andare da Starbucks e vedere gente che usa iPad. Queste sono le cose che mi rendono felice, non ci sono surrogati a questo. Non resteremo seduti a ripensare le cose importanti che abbiamo fatto in passato»

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