Il design del nuovo G5 ha suscitato le più disparate reazioni. C’è chi lo trova accattivante e perfettamente adatto ad esprimere la destinazione professionale delle nuove macchine, chi lo apprezza per la sua ingegnerizzazione ma trova che l’uso dell’alluminio lo renda un po’ troppo freddo ed austero e chi invece pensa sia decisamente brutto, avvicinando la macchina più ad una sorta di grattugia per formaggio un po’ troppo cresciuta.
Ora, dopo alcuni giorni di pensieri in libertà , sullo stile e la filosofia che ha guidato alla sua definizione della nuova macchina di Apple interviene il padre del centro design di Cupertino, Johnathan Ive, che dai giorni dell’iMac CRT ad oggi è stato l’artefice praticamente di ogni singolo prodotto con la Mela.
In una intervista a Wired, Ive spiega il concetto di base intorno a cui è stato sviluppato il case è quello della semplicità e del minimalismo. ‘Il G5 appare semplice ‘ dice Ive ‘ perché è proprio tale. Tutto il processo di studio e design si è sviluppato intorno a questa esigenza, sia internamente che esternamente. Ogni giorno ci chiedevamo ‘ci serve questa componente’. E’ stato un continuo esercizio di riduzione, ma questo ha reso la macchina facile da costruire e facile per lavorarci’
Ive spiega che dal punto di vista dell’ingegnerizzazione del case uno degli elementi di maggior difficoltà è stata la modellazione dell’alluminio, mentre dal punto di vista complessivo un risultato di enorme rilievo è stato lo studio del sistema di raffreddamento a comparti.
‘Io vedo il G5 come un attrezzo di lavoro ‘ dice Ive chiarendo la filosofia di base che ha guidato alla definizione dello stile ‘ uno strumento estremamente potente. Non ci sono etichette plastiche che lo sottolineano. E’ molto, molto ovvio che esso è quello che è. Dal punto di vista del design non abbiamo giocato le nostre carte dal punto di vista dell’apparenza. Si è trattato di un approccio utilitaristico con uso del materiale in maniera minimalistica’