Quando si parla di computer o, come in questo caso, di mini PC, il rischio è sempre quello: trasformare la recensione in una lista di specifiche tecniche, grafici di benchmark e comparazioni con modelli che ormai chiunque può trovare con una ricerca su Google.
Stavolta no. Chi scrive infatti non è un esperto recensore di computer: perciò non ci saranno benchmark, non vedrete il computer smontato, né troverete confronti tramite tabelle incomprensibili ai più. Quello che il sottoscritto fa ogni giorno è scrivere, gestire documenti e fogli di calcolo, fare un po’ di editing grafico, rispondere alle email, aprire mille schede del browser contemporaneamente e altrettante applicazioni per svolgere le operazioni più comuni al nostro mestiere di giornalisti.
Per questo motivo in questa occasione abbiamo deciso di raccontare com’è stato usare, per una settimana intera, il Mini PC GEEKOM IT12 2025 al posto del nostro portatile abituale (questo cronista usa un MacBook Air del 2018 volutamente fermo all’ormai obsoleto macOS Mojave 10.14 e ancora oggi è una macchina eccellente, questo va detto). Senza grafici, senza tecnicismi.
Non sarà neppure un confronto tra Apple e Windows, ovviamente. Sono due mondi completamente diversi, lo sappiamo bene. Ma abbiamo voluto capire se (e come) questo piccolo PC poteva reggere il carico di lavoro di tutti i giorni, senza pretese di spettacolo, ma con serietà.
Insomma, vi mostreremo solo l’esperienza reale di chi ci ha lavorato per davvero, giorno dopo giorno. Cominciamo.
- 1 Gli accessori
- 2 Giorno 1: il setup (quasi) invisibile
- 3 Giorno 2: Lavorare nel silenzio
- 4 Giorno 3: Piccola creatività
- 5 Giorno 4: Multitasking selvaggio
- 6 Giorno 5: Non è un portatile, ma è meglio?
- 7 Giorno 6: Divano, TV, intrattenimento
- 8 Giorno 7: impressioni finali
- 9 In conclusione
- 10 Disponibilità e prezzi
Gli accessori
Per questa prova abbiamo chiesto all’azienda di prestarci anche un set completo di accessori per poterlo usare pienamente (perché come dicevamo, questo cronista possiede soltanto un MacBook). E così l’abbiamo usato insieme a: una tastiera meccanica e un mouse cablato della serie GKM COMBO 1 e il GEEKOM PM16, un monitor portatile da 16 pollici che sembra un tablet, con tanto di copertina magnetica ripiegabile per tenerlo in piedi e infilarlo nello zaino a fine lavoro.
Il risultato è una postazione da scrivania minimale, portatile, silenziosa…e sorprendentemente efficace, nonostante lo scetticismo iniziale anche per via delle nostre abitudini d’uso (a partire dal sistema operativo completamente diverso). Fondamentalmente la domanda che ci ha assillato per tutto il tempo è stata questa: un Mini PC affiancato a uno schermo portatile può davvero essere comodo da usare ovunque, sia in casa che altrove? ma soprattutto, datosi che un’esperienza di questo tipo potrebbe offrirla anche un Mac Mini…potremmo mai passare a Windows dopo oltre un decennio di assuefazione all’ambiente Apple?
Giorno 1: il setup (quasi) invisibile
Appena acceso si capisce subito che questo non è un computer come gli altri. Intanto perché quasi non si vede: è davvero piccolo, compatto, senza fronzoli né lucine, a parte la retroilluminazione del tasto di accensione – che, a proposito, si trova davanti, in una posizione molto più comoda di quella del tasto di accensione dei nuovi Mac Mini M4 (capito Apple?).
E poi lo schermo. A differenza dei monitor fissi, il PM16 si apre come un tablet con la sua copertina rigida. Appoggiato alla scrivania, resta in piedi da solo. Tastiera meccanica collegata, mouse con filo, cavo USB-C per il monitor e un secondo cavo per l’alimentazione. Fine del setup.
Invece, la prima configurazione all’avvio è stata sorprendentemente lunga. Sorprendentemente, lo spieghiamo un po’ meglio, perché chi scrive non metteva mano su una macchina Windows da più di dieci anni e gli ultimi confusi ricordi risalgono a una primissima versione di Windows 8 (quello dell’odiatissima modalità tiled).
Qui gira Windows 11 Pro e sono decine, letteralmente, le schermate in cui Microsoft chiede consensi per la privacy su questo e quello (nel nostro caso tutta una sfilza di No, semmai poi faccia davvero qualche differenza) e propone prove per i più svariati abbonamenti, da Microsoft 365 al Gaming Pass (anche qui, No a volontà).
Comunque sia, portata a termine l’impresa, la macchina è subito operativa.
L’impatto iniziale è stato complessivamente positivo: la tastiera emette un rumore sordo, da macchina da scrivere dei bei tempi andati (è una meccanica da gaming con Red Switch, apprendiamo dal manuale) e ha il layout italiano, con tasto Invio di dimensioni standard e un comodo tastierino numerico sulla destra. La digitazione è leggera e piacevole, agevolata anche da una morbida curvatura verso l’alto delle prime tre file che aiutano a colpire bene i tasti quando si va veloce. Refusi zero, almeno per me.
Col mouse invece inizialmente abbiamo fatto fatica. È più ingombrante rispetto al basilare Logitech a cui eravamo abituati, ma tempo un’ora e la mano prende confidenza. Per chi ne fa un uso più intensivo del sottoscritto, sicuramente ha tanto da offrire, grazie ai pulsanti di regolazione DPI e ai cinque laterali che si possono configurare per richiamare scorciatoie e funzioni preferite (dal mostrare il desktop all’aprire specifiche applicazioni, per dire).
Ma al di là delle prime personalissime impressioni d’uso, quel che resta sulla scrivania quando arriva la sera è una postazione che sembra venire dal futuro.
Giorno 2: Lavorare nel silenzio
C’è qualcosa di particolare, quasi meditativo, nel lavorare con questa configurazione.
Innanzitutto, non si sentono ventole. Gli ingombri poi, per una postazione desktop quale è questa, sono ridotti all’osso. Il computer è davvero piccolo, e se lo si volesse fissare dietro un monitor tradizionale tramite l’attacco VESA incluso in dotazione, allora sarebbe del tutto invisibile.
Nel nostro caso sul tavolo ci sono solo quattro cose: uno schermo, una tastiera, un mouse, e il GEEKOM IT12 2025.
Un portatile è più compatto, certo, ma qui c’è una chiarezza fisica che non avevamo mai provato. Ogni elemento ha il suo posto, ogni gesto è naturale. Niente trackpad da “spuntare” con due dita, niente ventola che parte appena apri più di 10 schede.
Non sappiamo se sia minimalismo, ergonomia o solo questione di silenzio, ma l’effetto è davvero zen. Lavori, e alla fine ti dimentichi che c’è un computer in funzione.
In questa seconda occasione abbiamo fatto quel che facciamo di solito col computer, ovvero scrivere su queste pagine. E quindi aperti c’erano contemporaneamente:
- Obsidian per lavorare sui testi
- Excel (su Mac usiamo Numbers) quando c’è da mettere mano a qualche tabella
- Telegram per parlare con gli altri ragazzi della redazione
- Outlook (su Mac usiamo Mail) per la posta elettronica
- e poi Firefox, Opera, Brave e Vivaldi per navigare in rete, ciascuno con la sua decina abbondante di schede aperte, in modo da tenere separati account e accessi in base al tipo di lavoro che devo svolgere in rete.
Insomma, il classico caos digitale da lavoro. E il GEEKOM IT12 2025 non ha fatto una piega. Il sistema operativo gira fluido e l’avvio è stato velocissimo: meno di 5 secondi ed eravamo già online, e qui il merito va (leggiamo ancora dal manuale) al disco SSD PCIe 4.0 da 1 TB e della RAM in dual channel. In questo contesto non abbiamo mai sentito ventole né rallentamenti; e la scocca, poggiandoci una mano sopra, è sempre stata appena appena tiepida.
Giorno 3: Piccola creatività
Non fa parte del nostro lavoro abituale, ma ogni tanto capita di dover ritoccare qualche foto (su Mac generalmente lo faccio con GIMP o direttamente con Anteprima) o montare piccole clip audio o video.
L’abbiamo fatto anche qui – con le versioni trial di DaVinci Resolve, Lightroom e Audacity – per vedere come se la cavava il GEEKOM IT12 2025 in questo contesto provando a montare un breve video 4K e ritoccando una decina di RAW, e l’esito finale ancora una volta è stato positivo.
Riesce a stare al passo, i file si aprono in fretta, la RAM regge. Certo non è una workstation, ma nemmeno una macchina da battaglia: per uso creativo leggero – social, YouTube, podcast – è assolutamente sufficiente.
Qui per altro ci sono “solo” 32 GB di RAM, ma per chi pensa di impiegarlo principalmente per queste operazioni, sicuramente vale la pena investire direttamente nella versione con 64 GB.
Giorno 4: Multitasking selvaggio
Abbiamo provato a metterlo in crisi: Firefox con 30 schede, Opera, Vivaldi e Brave con un altro pugno di schede aperte, Excel pesante (con fogli da 30.000 righe), Spotify in background, due PDF con centinaia di pagine e Photoshop aperto. Regge.
Il processore (torniamo a sfogliare il manuale) è un Intel i7-1280P, ma al di là di numeri ed etichette, ci ha colpito la costanza: non fa miracoli, ma tiene botta. Tutto resta fluido, stabile, senza impuntamenti. Sembra una macchina costruita per stare sotto stress e non lamentarsi.
E anche qui, il silenzio aiuta. Il computer non si fa mai notare, il che è una vera manna dal cielo per la concentrazione.
Giorno 5: Non è un portatile, ma è meglio?
Ecco il giorno in cui abbiamo deciso di spostarci. Abbiamo messo tutto nello zaino: il Mini PC, il monitor, la tastiera e il mouse. Senza custodie particolari, a parte il tablet che come abbiamo già detto ha la sua cover magnetica; e la tastiera, che da quando l’abbiamo spacchettata non viene mai lasciata incustodita senza averci prima rimesso sopra la plastichina rigida della confezione originaria che ci è fin da subito sembrata un’ottima protezione contro la polvere (e nello zaino è una cover minimalista quasi perfetta). Comunque sia, in dieci minuti avevamo rimontato tutto su un altro tavolo, in un’altra stanza.
Ora: non è un portatile, ok. Non lo aprite sulle ginocchia. Ma lo schermo è comunque un 16 pollici (come per tanti notebook di fascia alta) e qui abbiamo la possibilità di scegliere tastiera e mouse. Anzi: dobbiamo. Ma è un vantaggio, perché a quel punto siamo noi a decidere quelle che fanno più al caso nostro.
E questa è una postazione comoda per davvero. Si scrive meglio, si naviga meglio. E non c’è la sensazione di essere “provvisori” anche se ci si è appena spostati.
È una specie di “ufficio smontabile” che potete portarvi dietro e rimontare con un paio di cavi, una base modulare per lavorare ovunque ci sia abbastanza spazio per potersi sedere. Ecco, se lo considerate in questo modo, allora ha un senso tutto suo, perché permette di cambiare ambiente senza rinunciare a una postazione con una vera tastiera meccanica e uno schermo generoso.
Una postilla: la custodia
L’azienda ci ha inviato, con un po’ di ritardo e a sorpresa, la custodia per il GEEKOM IT12 2025. Oltre ad essere ben fatta – perché è robusta e abbondantemente imbottita – rende tutto ancora più semplice perché a quel punto nello zaino insieme ad essa finiscono soltanto altri due pezzi: la tastiera e il monitor.
Dentro infatti c’è spazio per tutto il necessario (il Mini PC, l’alimentatore, il cavo USB-C per il monitor, eventualmente entra anche il mouse) ed è da valutare anche nell’ottica di sfruttarla, una volta giunti sulla scrivania, come supporto per rialzare lo schermo di quei 10 centimetri che fanno davvero piacere alla schiena.
Ha sicuramente ancora più senso quando il computer è l’unico oggetto che ci portiamo dietro: se ad esempio tastiera, mouse e monitor sono già sul posto, allora con un accessorio del genere non c’è bisogno neppure dello zaino per via della efficace imbottitura che tiene al sicuro il computer e della generosa maniglia che ne facilita il trasporto.
Giorno 6: Divano, TV, intrattenimento
Qui è dove il GEEKOM IT12 2025 ci ha stupito di più, anche perché quando abbiamo chiesto all’azienda la gentilezza di farcene provare uno non avevamo preventivato uno scenario del genere. L’idea è nata così, quasi per caso, quando abbiamo provato a collegarlo al televisore. Si, può tranquillamente diventare anche un centro multimediale completo.
Film, musica, YouTube, Plex, Kodi, giochi indie, emulatori: tutto accessibile in pochi click, con l’ulteriore vantaggio di non dover configurare nulla perché si tratta dello stesso computer usato per lavorare nel resto della giornata. E quindi file, playlist, cartelle e preferenze sono tutti lì, senza nulla da sincronizzare o ennesime applicazioni da installare.
Non è pensato per il gaming, ma se la cava bene con giochi leggeri o via cloud tipo Xbox Game Pass o tramite Steam (come Hades, Celeste, Stardew Valley).
E se non volete usare tastiera e mouse con filo (il che nel 2025 ha perfettamente senso, specialmente in questo caso) allora sì che basta installare una delle tante app (tipo Unified Remote) che trasformano lo smartphone in un telecomando remoto; e a quel punto controllate il volume, mettete in pausa e navigate comodamente dal divano.
Lo potreste fare anche con un portatile, è vero, ma con questo modello qui ci sono fondamentalmente due vantaggi: più potenza e più spazio di archiviazione, e poi non avete bisogno di tenerlo aperto o appoggiato su qualcosa. Letteralmente, lo collegate alla TV e sparisce dietro. Anche qui, il computer non si vede, ma c’è e lavora per voi.
Giorno 7: impressioni finali
Una settimana con il GEEKOM IT12 2025 ci ha fondamentalmente cambiato il modo di pensare a un computer da scrivania. Ci ha fatto capire che la potenza non deve per forza vedersi, e che la comodità passa anche dall’assenza.
Cosa ci è piaciuto
È silenzioso, compatto e stabile, e funziona bene in tutto: lavoro, creatività, svago, adattandosi a molteplici contesti tra casa, coworking e salotto. È un computer che si può ignorare mentre si lavora, e non è un difetto.
Consigliabile soprattutto per chi lavora da casa ma vuole una scrivania libera e comoda, preferendo una soluzione flessibile e sufficientemente portatile ma che non sia per questo limitata come un laptop. E vale la pena prenderlo in considerazione anche se c’è il duplice intento di mettere a punto una postazione di media center, perché è decisamente più potente e maggiormente personalizzabile di un box Android.
Abbiamo apprezzato l’accoppiata col monitor PM16 perché mi è sembrata perfetta per chi ha poco spazio o punta molto alla portabilità del sistema, ma di certo funzionerebbe egregiamente anche con un monitor tradizionale su una postazione fissa, specialmente se si sfrutta l’attacco VESA in dotazione per nasconderlo dietro il pannello.
È davvero veloce e reattivo. E a differenza di altri computer da scrivania che escono “nudi” (e quindi bisogna procurarsi la RAM, il disco SSD, il sistema operativo, e poi essere bravi ad assemblare il tutto) qui ci sono già Windows 11 Pro (non Home!), disco da 1 TB e RAM in dual channel.
Quindi per l’utente “normale” è già tutto pronto, mentre per quello avanzato c’è comunque la possibilità di espansione a partire dalla RAM (fino 64 GB), ma supporta anche un SSD secondario e c’è la doppia porta HDMI per collegarlo a due monitor. Insomma, per chi ama smontare c’è la libertà di farlo, ma per chi non vuole toccare nulla (come il sottoscritto) funziona bene già così.
Non ha la solita scocca in plastica ma è tutto in metallo di qualità, con porte ben disposte e una ottima dissipazione termica. Sembra un prodotto premium anche se costa meno di altri con specifiche simili.
GEEKOM per altro come si è capito è tra i pochi brand che propone un kit completo e armonico di accessori (tra tastiera, mouse e monitor) da abbinare ai suoi Mini PC, che è un bel vantaggio in termini di integrazione.
Infine non dimentichiamoci che l’azienda offre anche una garanzia di 3 anni e supporto 24/7: in un mercato pieno di prodotti “usa e getta”, sapere che si può contare su assistenza e aggiornamenti costanti, alla lunga può fare la differenza.
Cosa si può migliorare
In rete c’è chi lamenta alcuni problemi di compatibilità coi microfoni integrati in alcune cuffie Bluetooth; altri hanno riscontrato problemi con l’utilizzo di dischi SSD NVMe superiori a 2 TB nonostante sia presente uno slot M.2 2280 PCIe Gen 4×4.
Per quanto ci riguarda torniamo invece al discorso di incompatibilità con lavori creativi pesanti o per il gaming “vero”. Per quello serve una GPU dedicata, che qui manca completamente anche attraverso l’assenza di un supporto Thunderbolt, che di fatto limita la possibilità di collegarne di esterne (ma d’altronde non è questo il target).
In conclusione
Non è un prodotto da vetrina, né un computer che grida potenza o design futuristico, ma è proprio questo il punto: funziona, e basta.
Non è un portatile, non è un Mac (ma in fin dei conti, sì: per il nostro lavoro si vive benissimo anche al di fuori dell’ambiente Apple), e non è un mostro da gaming. Ma non è neppure “solo” un Mini PC, bensì è una forma diversa di pensare al computer personale. È un piccolo PC che sa fare il suo lavoro e non si lamenta mai.
Fare un confronto con la nostra pregressa esperienza su MacBook Air sarebbe impossibile, oltre che ingiusto. Da una parte abbiamo infatti una macchina portatile nel vero senso della parola: ad alimentarlo c’è la batteria, per renderlo operativo basta aprire il coperchio e si può usare anche poggiandolo sopra le ginocchia.
Dall’altra c’è invece una macchina piccola ma incredibilmente potente e che, sebbene necessiti di corrente e di una superficie piana sufficientemente ampia per poter accogliere il necessario, può ancora essere considerata una soluzione trasportabile e che vi lascia poi completa libertà nella scelta degli accessori giusti per stare comodi ed essere davvero produttivi; e questo, fidatevi, fa tutta la differenza del mondo.
In definitiva se anche voi siete di quelli che lavorano meglio quando tutto è in ordine, allora forse è proprio questo il computer che stavate cercando. Anche se ancora non lo sapevate.
Disponibilità e prezzi
Il Mini PC GEEKOM IT12 2025 nella configurazione provata in questa occasione, quindi con processore Intel Core i7-1280P di 12ª generazione, 32 GB di RAM Dual channel DDR4 3200 MHz e disco SSD PCIe 4.0 da 1 TB, costa 549 € e lo trovate in vendita anche su Amazon.
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Il monitor GEEKOM PM16 costa invece 249 €; il set di tastiera e mouse da gaming è in vendita per 99,99 €. La custodia invece costa 39,99 €.