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Il CES non ama più Apple

Una considerazione che non deve essere fraintesa. Qui non stiamo parlando del destino di Apple, casomai di quello del CES, la kermesse tecnologica che si tiene a Las Vegas ogni anno (un tempo due volte all’anno). Un appuntamento al quale anche Macity partecipa e che, nonostante in passato sia stata dominata da Microsoft e dalla sua visione del futuro (i keynote di Bill Gates e poi di Steve Ballmer paragonabili a quelli che Steve Jobs faceva all’evento organizzato da IDC a San Francisco e Boston, il MacWorld), a lungo è stata una sorta di dimostrazione sul campo dell’importanza di Apple. Quelli di Cupertino non c’erano ma il loro ecosistema sì e si faceva sentire. Senza contare che Apple faceva gli annunci del MacWorld spesso in contemporanea a San Francisco: iPhone venne lanciato mentre la stampa si accalcava al CES (e da allora infatti molti giornalisti avevano deciso di frequentare il keynote di Steve Jobs al Moscone Center più che le allucinate conferenze stampa sparpagliate nei casinò dello Strip).

apple ces 2018

Il punto invece è un altro: le grandi aziende hanno bisogno di un ecosistema. È quello che dà armi e gambe ai loro eserciti di tecnologie. È quello che le porta nelle case e negli uffici. Siano essi Pc, telefoni o servizi cloud. E l’ecosistema di Apple sembrerebbe aver toccato già il suo punto di massimo sviluppo, muovendosi tra gli stand del CES, attraverso le strutture del Sands e degli altri spazi dedicati. I nostri inviati lo raccontano con gli articoli che vedete e che vedrete nelle prossime settimane sulle pagine di Macity, sicuramente tecnologie e apparecchi compatibili e dedicati sono tantissimi, ma il picco lo abbiamo già visto. È un mix tra quello che si poteva trovare per iPod e poi per iPhone: un esercito di accessori, un ecosistema di partner, un’armata invincibile di componenti e di funzionalità aggiuntive. Ma è storia.

Se prima non si poteva passare per le file infinite di stand e non vedere soluzioni e prodotti per le tecnologie Apple, oggi si passa e praticamente non si vede niente se non cose compatibili con iOS: domotica e soluzioni per le app, oppure app realizzate per funzionare anche su iOS. Chi ha preso il trono quest’anno? Due nomi vengono in mente, ma ognuno viene declinato sul medesimo piano tecnologico: Amazon e Google, entrambi per le cose che hanno a che fare con i servizi cloud di intelligenza artificiale. Stand pieni di sistemi e servizi dedicato ad Alexa o a Google Voice Assistant. E soprattutto l’ecosistema di Amazon è impressionante. Chi scrive aveva già visto a dicembre la convention re:Invent 2017 di AWS, cioè Amazon Web Services, il braccio cloud della casa di Seattle che vive di vita propria rispetto al resto del business di Amazon. Decine di migliaia di sviluppatori sempre a Las Vegas, quattro alberghi giganteschi solo per ospitare nei convention center dedicati tutti i seminari e gli incontri. Un colosso che sta mettendo le sue zampone ben piantate per terra, con la testa tra le nuvole del cielo e un sistema infrastrutturale fatto da decine e decine di datacenter in tutto il pianeta di tutto rispetto. La capacità di calcolo e storage, oltre alla tecnologia hardware dei datacenter di Amazon, in questo momento sono avanti a Microsoft e Google. E l’ecosistema, per quello che si è visto a re:Invent e adesso al CES 2018 lo è ancora di più.

apple ces 2018

Attenzione: tutto questo non vuol dire che Amazon si sta trasformando in qualcosa di differente da quel che è, mentre Apple è condannata a scomparire. Tutt’altro. Apple è sempre al centro dei progetti di sviluppo per centinaia di migliaia di aziende, se non milioni. La novità è che adesso lo è anche Amazon, e che questo viene messo in forte evidenza all’interno del CES, una sorta di barometro per vedere lo stato di avanzamento delle tecnologie e di penetrazione nel ventre molle dell’industria. E mentre la voce che compare di più nel bilancio molto informale ma onnicomprensivo di quel che accade al CES per quanto riguarda Apple è HomeKit, la pervasività di Alexa intesa come categoria-ombrello che racchiude tutti i servizi di intelligenza artificiale e di empowerment per soluzioni di terze parti su infrastruttura di Amazon è in gran spolvero e crescita impressionante.

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Un altro modo per vedere quello di cui stiamo parlando potrebbe essere il seguente: mentre in passato era un ecosistema di apparecchi quello dominante, cioè quello di Apple per il post-PC (e il ciclo precedente è stato quello dei PC Windows), adesso che questa fase di diffusione delle tecnologie è terminata, siamo arrivati allo scontro fra ecosistemi, non c’è più un paradigma dominante e uno sforzo per adottarlo e fornire soluzioni dedicate. Invece, emerge casomai la pervasività dei sistemi tipo cloud e delle soluzioni di più alto livello di astrazione, cioè segnatamente quelle di intelligenza artificiale, dove Google ma soprattutto Amazon stanno facendo un ottimo lavoro, mentre Siri è legata mani e piedi dalla sua esigenza di privacy e Cortana di Microsoft (con Azure dietro di sé) ha perso l’appeal che ha portato il suo ideatore Satja Nadella alla poltrona di Ceo di Microsoft.

Questo vuol dire che Apple sta per scomparire? Certamente no. E nemmeno però che sta vincendo la guerra del futuro per quanto riguarda i regni tra le nuvole, la prossima nuova e logica espansione del panorama tecnologico. Il che, questo sì, potrebbe essere un problema per l’azienda guidata da Tim Cook.

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