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Internet e minori, l’insonnia dei preadolescenti italiani tra videogiochi, chat e adescamenti

Il “vamping”, in altre parola la tendenza dei ragazzi a navigare su Internet durante la notte – e già diffusa tra gli adolescenti – ha ora contagiato anche i giovanissimi di età compresa tra gli 11 e i 13 anni.

È quanto emerge dall’indagine su Internet e minori in Italia condotta da ESET, azienda specializzata in sicurezza digitale secondo cui un ragazzo su 2 rimane connesso per diverse ore durante la notte utilizzando molto spesso profili social finti che nessuno conosce, risultando quindi non controllabili dai genitori e al tempo stesso facile preda della rete degli adescatori. A questo proposito, un preoccupante 35% dei preadolescenti ammette di essere caduto nella trappola del grooming, ovvero di essere stato adescato da un adulto attraverso un profilo fake. E se non sorprende che l’utilizzo che i giovanissimi fanno di Internet sia prevalentemente focalizzato sulle chat di WhatsApp (95%), i nuovi social network come music.ly (78%) ed i giochi online come Clash Royal (65%), ben il 90% ammette di condividere sui social con sconosciuti contenuti privati ed informazioni personali.

Tra gli “incidenti online” più frequenti commessi dai preadolescenti su Internet, l’80% si è abbonato involontariamente almeno una volta a servizi a pagamento nel tentativo di ottenere contenuti o giochi gratuitamente mentre il 40% ha subito delle infezioni dei dispositivi da malware cliccando sui contenuti social. In pochissimi conoscono l’esistenza di soluzioni di navigazione protetta per minori (10%) ma molti dei ragazzi dichiarano che non avrebbero problemi a farle attivare o installare sui propri dispositivi dai loro genitori (70%).

I risultati dell’indagine Internet e minori in Italia sono stati raccolti grazie al progetto “Io Navigo Sicuro – lezioni di Cyber Security” organizzato da ESET per sensibilizzare gli alunni, i docenti, i genitori ed i dirigenti scolastici delle scuole medie sulle opportunità che l’utilizzo di Internet offre e le insidie che esso nasconde. Il progetto, che si è svolto tra gennaio e maggio 2017 coinvolgendo più di 1500 ragazzi tra gli 11 ed i 13 anni, ha inoltre stimolato il confronto familiare sulla creazione di un percorso di condivisione delle buone regole di comportamento rispetto all’utilizzo in sicurezza di Internet e dei dispositivi elettronici.

“I ragazzi si sono rivelati molto preparati sulle azioni più giuste da intraprendere nei casi di cyberbullismo” spiega Massimiliano Ghelli, Technical Specialist di ESET Italia, ” ma analizzando alcune situazioni reali verificatesi nelle scuole è venuto alla luce che tali comportamenti non sono purtroppo stati messi in pratica. Si rafforza dunque la necessità di educazione alla cyber security – rivolta tanto ai minori quanto ai loro genitori – e di attenzione alla prevenzione, da attuare anche con strumenti di protezione e controllo della navigazione di un minore su Internet”.

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