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Le condizioni di salute di Jobs non sono peggiorate

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Le dimissioni di Jobs non avrebbero a che fare con un peggioramento delle sue condizioni di salute. A dirlo sono alcune informazioni raccolte da Bloomberg, ma piuttosto con la necessità di dare il via al processo di successione che i mercati chiedevano da tempo. Questo quanto si apprende da una persona informata su quanto sta accadendo a Cupertino, ma che resta anonima, citata dal sito finanziario.

L’ipotesi che l’abbandono della carica di amministratore delegato di Jobs possa avere a che fare con lo stato di salute, compromesso da tempo, del fondatore di Apple è stata immediatamente tra le più percorse della stampaì comprensibilmente, visto il percorso personale di Jobs degli ultimi anni.

La malattia che affligge il cinquantaseienne nativo californiano, figlio adottivo di due cittadini di Moutain View, si è manifestata per la prima volta nel 2004 quanto venne operato per una rara forma di tumore pancreatico di cui fu operato con successo. Tornato al lavoro dopo alcuni mesi, come comprensibile per una problematica di questo tipo, Jobs faticò a tornare nelle condizioni precedenti e ciclicamente è stato al centro di speculazioni sulle sue condizioni di salute. Iniziò ad apparire progressivamente sempre più magro fino a quando, a fine 2008, venne costretto ad abbandonare il consueto posto di relatore del MacWorld che avrebbe dovuto aprire ad inizio gennaio del 2009.

Si scoprì che quello che sembrava essere un semplice periodo di riposo per curare uno scompenso ormonale era dovuto in realtà alla necessità di un trapianto del fegato. A distanza di un anno e mezzo da quell’intervento chirurgico, nel gennaio di quest’anno, Jobs aveva di nuovo annunciato un periodo l’abbandono del posto di lavoro ma senza cenni alla possibilità che sarebbe tornato al lavoro, al contrario di quanto accaduto nel primo e nel secondo caso. Successivamente un giornale di gossip l’ha fotografato presso un ospedale californiano mostrandolo molto magro e debole, sostenendo che fosse in terapia radiologica.

Ma in fasi successive il capo di Apple è apparso prima alla presentazione del nuovo iPad 2 e poi per aprire la WWDC di inizio giugno anche se le sue condizioni di salute, almeno a prima vista, non gli hanno permesso di tenere il palco come in eventi precedenti. Nonostante tutto questo, secondo molte fonti, Jobs ha continuato a partecipare agli incontri del consiglio di amministrazione e ad essere coinvolto in tutti i più importanti eventi strategici. Recentemente avrebbe partecipato anche alle trattative con China Telecom per portare iPhone al più grande operatore mobile del mondo. In base alle informazioni raccolte da altre persone che restano sempre nell’anonimato, l’annuncio di Jobs sarebbe stato formalizzato al termine di una intera giornata di lavoro in Apple, durante un incontro molto sentito e toccante con il consiglio di amministrazione. Jobs sarebbe sì ancora debole e in stato di salute precario, dunque, ma non incapace di fare quel che ha fatto nei mesi scorsi.

Le affermazioni di Bloomberg sul perdurare del coinvolgimento di Jobs non stupiscono anche se da vedere che cosa si intende esattamente sotto questo profilo. Quel che è certo è che da mesi, se non da anni, alcune decisioni e la maggior parte dei compiti pratici sono state affidati a Tim Cook che oggi ha assunto l’incarico di amministratore delegato. Ma se Cook sembra essere perfettamente in grado di gestire quotidianamente Apple, in tutte le operazioni necessarie per condurre praticamente il lavoro a Cupertino e a mantenere lo spirito e la filosofia di fondo che ha portato la Mela dove si trova oggi, resta da vedere come inciderà sul lungo termine il fatto e che, presidenza del consiglio di amministrazione o no, il ciclo di Jobs, l’uomo che ha fondato Apple ma soprattutto quello che nel corso degli ultimi quindici anni l’ha portata dall’essere a tre mesi dal fallimento a società più capitalizzata al mondo, è finito. Questo solo il tempo potrà dirlo.

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