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L’addio di Jobs come Ceo di Apple non dovrebbe coglierci di sorpresa

Avremmo dovuto capirlo da tante cose, ma soprattutto da una in particolare. Non sono i segni che gli esperti hanno cercato di trarre dalla strategia di Apple, dal volto sempre più scavato di Steve Jobs, dal fatto che la data di uscita della sua biografia autorizzata è stata spostata dal 2012 a ottobre di quest’anno. No, non era da quello che avremmo dovuto capire l’annuncio delle dimissioni di Steve Jobs.

Invece, era tutto in un fotogramma, in una immagine che per pudore più che per pigrizia il vostro cronista si è tenuto nella penna, non ha scritto. Eppure, era sotto gli occhi di tutti. Alla fine del keynote dell’ultima conferenza mondiale degli sviluppatori a San Francisco, Jobs ha fatto una cosa che non era mai successa prima. Si è avvicinato alla bella moglie, ai piedi del palco, e ha poggiato la testa sulla sua spalla. Un attimo, un gesto di affetto, la ricerca di un conforto che adesso acquista tutto un altro significato.

Dal punto di vista del vostro cronista era a favore il volto di Laurene Powell Jobs, di dieci anni più giovane di suo marito e con lunghi capelli biondi. Lo sguardo che si sono scambiati è durato un attimo, colmo di infinita tristezza e della consapevolezza che solo adesso appare chiara: Laurene stava confortando Steve per la sua ultima apparizione sul palco del Moscone Center come Ceo di Apple.

E probabilente non solo. Il marito cercava nella tenerezza della sua vita privata, che ha sempre tenuto lontana dai riflettori, il senso di una “closure” rispetto a quello che stava succedendo, alla sua vita, ai suoi sogni, alle sue ambizioni, al suo lavoro, alle sue speranze.
Steve Jobs - Laurene Powell Jobs stevelaurene

Il segreto di pulcinella, che Steve Jobs sia molto malato e avviato verso il momento finale della sua vita, ci accompagna da sette anni. Jobs è sopravvissuto a lungo a un tumore raro, a un trapianto di fegato e a chissà quante altre complicazioni che nessuno ci ha raccontato, né avremmo avuto il diritto di sapere.

È un segreto di pulcinella perchè i fatti sono più o meno noti nella loro interezza. Proprio sul diritto di sapere si è combattuta una delle battaglie più aspre attorno al Ceo e co-fondatore di Apple. L’ansia degli investitori, l’invidia dei concorrenti, l’odio e i tranelli dei nemici. Apple, anche con il suo uomo migliore malato, ha avuto sempre spalle larghe e ha saputo prevalere, continuare a crescere, superare gli ostacoli lasciati sulla sua strada da chi avrebbe voluto considerarla un’azienda come le altre.
Lo è davvero? Oppure è qualcosa di diverso? Cos’è realmente Apple e chi è realente Steve Jobs? Non si può rispondere a queste domande facilente. Oggi Jobs è il “presidente esecutivo” con ruoli simili a quelli che aveva da Ceo a capacità limitata con Tim Cook in azione attorno a lui. E domani Jobs non ci sarà più.

È un segreto di pulcinella, dicevamo. Ma un segreto che è destinato a non essere più tale: Jobs non ha ingannato nessuno e ha cercato fino all’ultimo di lottare e soprattutto di andare avanti. Lo ha ribadito anche nella sua lettera: saremmo stati i primi a saperlo, quando non fosse stato più in gado. E adesso, in una notte di fine estate, l’abbiamo saputo. Il tempo passa, le malattie vanno avanti, le persone non sono eterne. Né chi vi scrive, né voi che leggete. E allora, come potrebbe esserlo Steve Jobs?

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