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I migliori libri sulla psicologia della musica

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La musica è molto più di un semplice accompagnamento alle nostre giornate: è un linguaggio universale capace di evocare emozioni, influenzare i nostri pensieri e persino modellare il nostro comportamento. Ma cosa succede nel nostro cervello quando ascoltiamo una melodia? Perché certi brani ci commuovono mentre altri ci danno energia? Comprendere i meccanismi psicologici dietro l’esperienza musicale significa scoprire come suoni e armonie possano stimolare la memoria, rafforzare le relazioni sociali e persino avere effetti terapeutici sul nostro benessere.

Esplorare la psicologia della musica significa addentrarsi in un mondo affascinante, in cui scienza e arte si intrecciano per spiegare il potere che la musica esercita su di noi. Dalle connessioni tra ritmo ed emozioni alle implicazioni cognitive dell’apprendimento musicale, le ricerche in questo campo offrono spunti sorprendenti per chiunque voglia approfondire il legame tra suono e mente. I libri selezionati in questa lista dei migliori di Macity offrono prospettive diverse, dalle neuroscienze alla musicoterapia, per aiutarci a comprendere come la musica possa arricchire la nostra vita quotidiana.

Qui trovate tutti gli articoli con i Migliori libri di Macity raccolti in un’unica pagina.

migliori libri guida


Psicologia della musica

La scoperta di un mondo, non possiamo definirlo in altro modo. Che cosa succede nella mente quando ascoltiamo la nostra canzone preferita? Il cervello come elabora l’informazione musicale? Suonare uno strumento favorisce lo sviluppo del bambino? Che cos’è la musicoterapia? E a che cosa è dovuto il suo successo? Il volume, in edizione rivista e aggiornata, risponde a queste e altre domande, presentando le diverse teorie sulla psicologia della musica e gli sviluppi più recenti nell’ambito delle neuroscienze cognitive.

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Neuroscienze cognitive della musica. Il cervello musicale tra arte e scienza

La scoperta dei misteri sulla nostra mente e il rapporto con la musica. La predisposizione alla musica è codificata geneticamente? Quanto conta la pratica per lo sviluppo delle abilità musicali? È possibile imparare a suonare o cantare in età avanzata?

Qual è il segreto per non «steccare»? Perché si avverte l’impulso di muoversi a ritmo ascoltando un brano musicale? Perché una melodia in tonalità minore sembra triste? La percezione della dissonanza è culturale o innata? Quando un musicista improvvisa, cosa accade nel suo cervello?

Neuroscienze cognitive della musica esamina i diversi processi che si attivano, da un lato, durante l’esecuzione e la composizione musicale e, dall’altro, durante l’ascolto, mettendo in luce i principi del godimento estetico della musica. Tra i temi approfonditi: gli effetti della musica su mente e cervello, le basi neurali dell’immaginazione musicale, il ruolo dei processi automatici e controllati nell’apprendimento della musica, l’importanza della memoria procedurale per la prestazione musicale, la lettura «a prima vista» dello spartito, gli effetti terapeutici del canto e della pratica musicale nella riabilitazione motoria e per il trattamento delle malattie neurodegenerative.

Questo è un testo per studiosi di neuroscienze, educatori e musicoterapeuti, musicisti e studiosi di musica. L’autrice segue lo sviluppo della mente musicale nell’arco della vita dell’essere umano, dal grembo materno fino all’età senile. Attraverso studi sperimentali provenienti dai laboratori di tutto il mondo vengono sfatati miti e spiegati fenomeni: espressioni quali «avere orecchio», «buttare l’occhio», «la memoria della mano» trovano qui un’adeguata spiegazione scientifica.

Due le sezioni particolarmente innovative: una relativa al ruolo dei neuroni specchio audiovisuomotori nell’apprendimento della musica, nell’affinamento dell’abilità esecutiva, nella capacità di coordinarsi con i cointerpreti e cogliere le intenzioni espressive del direttore d’orchestra; l’altra riservata alla neuroestetica, disciplina che descrive i meccanismi neurali dell’esperienza estetica musicale, offrendo una spiegazione scientifica a come la musica sia in grado di modificare lo stato d’animo dell’ascoltatore e indurre emozioni specifiche, tanto da essere utilizzata a fini espressivi e narrativi in altri ambiti artistici quali, ad esempio, il cinema: alla neuroestetica della musica da film è dedicato appunto l’ultimo capitolo del libro.

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Il cervello musicale. Il mistero svelato di Orfeo

Il più grande mistero, anche per gli antichi: la musica. Presente in tutte le culture umane da migliaia di anni, la musica ha poteri straordinari. Ma che cosa accade al nostro cervello quando facciamo musica? Di certo essa è in grado di scolpirlo nelle sue strutture e funzioni, influenzando la percezione del linguaggio, l’attenzione e la memoria.

Tuffandoci nel condotto uditivo, trasformandoci in segnali elettrici capaci di raggiungere la corteccia, cavalcando le creste delle onde cerebrali, proveremo a svelare il mistero di questa forma così sofisticata di comunicazione, porta d’ingresso privilegiata per lo studio della mente.

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La musica, il linguaggio e il cervello

Una relazione tanto ovvia quanto completamente misteriosa e inspiegata. Ma sarà anche spiegabile? “La mia speranza – scrive l’autore del libro, Aniruddh D. Patel – è che questo libro possa contribuire a fornire un quadro di riferimento per coloro che sono interessati a esplorare le relazioni musica-linguaggio da un punto di vista cognitivo. Sia che la loro prospettiva teorica favorisca la ricerca delle differenze sia che favorisca quella dei punti in comune, una cosa è certa: l’approccio comparativo sta aprendo indirizzi di ricerca completamente nuovi e il viaggio è appena cominciato.”

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Musicofilia

Forse il migliore tra i libri scritti da Oliver Sacks. Un giorno, a New York, il medico neurologo e divulgatore straordinario Oliver Sacks partecipa all’incontro organizzato da un batterista con una trentina di persone affette dalla sindrome di Tourette: “Tutti, in quella stanza, sembravano in balia dei loro tic: tic ciascuno con il suo tempo. Vedevo i tic erompere e diffondersi per contagio”. Poi il batterista inizia a suonare, e tutti in cerchio lo seguono con i loro tamburi: come per incanto i tic scompaiono, e il gruppo si fonde in una perfetta sincronia ritmica.

Questo stupefacente esempio, spiega Sacks, è solo una particolare variante del prodigio di “neurogamia”, che si verifica ogniqualvolta il nostro sistema nervoso “si sposa” a quello di chi ci sta accanto attraverso il medium della musica. Presentando questo e molti altri casi con la consueta capacità di immedesimazione, Sacks esplora la “straordinaria forza neurale” della musica e i suoi nessi con le funzioni e disfunzioni del cervello.

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I Sentieri della Musicoterapia: Esperienze in età evolutiva

La musica cura. Questo libro nasce dalla volontà dell’autrice di accompagnare i professionisti che supportano bambini in questa fascia d’età in un viaggio che diventa metafora stessa dell’opera. Nei dieci capitoli del testo vengono illustrati, in termini pratici, i momenti che scandiscono un percorso di Musicoterapia dal primo contatto con i genitori sino alla gestione delle fasi finali dell’intervento.

Le riflessioni riguardo il setting musicoterapico, lo strumentario, l’uso del corpo e della voce nonché l’importanza della conquista della fiducia ci condurranno all’indispensabile lavoro d’equipe e alle sue modalità di funzionamento nell’ambito della scuola. Il viaggio proseguirà con il racconto di storie cliniche e strategie adottate per raggiungere i fini stabiliti, in un cammino che darà la sensazione di essere a fianco all’autrice nel setting.

Le attività proposte avranno lo scopo di avviare il bambino ad una consapevolezza sempre maggiore rispetto le capacità di gestione delle emozioni in diagnosi di Disturbo Oppositivo-Provocatorio, Deficit d’Attenzione ed Iperattività, potenziando capacità deficitarie nel Ritardo dello Sviluppo Psicomotorio e del Linguaggio ed in patologie rare come la Sindrome di George o la Micropoligiria.

A conclusione sarà descritto il ruolo della supervisione e la prevenzione del Burnout, in un cammino emozionante in grado di rimanere nel cuore arricchendovi sia a livello professionale che personale.

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La MUSICOTERAPIA: per un migliore sviluppo cognitivo ed emotivo del bambino

La bellezza della musica, la mente del bambino. Dagli anni Settanta anche in Italia nelle scuole e nelle diverse istituzioni educative si sta diffondendo ampiamente l’uso della musicoterapia per un migliore sviluppo emotivo e cognitivo di bambini, adulti e anziani.

Nel testo vengono citate le principali caratteristiche della musicoterapia come pratica per raggiungere il benessere psico-fisico di ogni persona: la musica infatti superando i filtri logici e analitici della mente, riesce ad entrare direttamente in contatto con i sentimenti e le passioni più profonde e a stimolare la memoria e l’immaginazione fino a provocare vere e proprie reazioni fisiche.L’ascolto attivo e la pratica musicale associata al movimento corporeo aiutano a sviluppare la creatività e le potenzialità cognitive, ritenute una chiave per il raggiungimento dell’equilibrio psico-fisico.

La musicoterapia può essere un eccellente ausilio anche in ambito scolastico per stimolare gli alunni all’apprendimento e per favorire una buona relazione educativa tra alunni e insegnanti, concepita come momento autenticamente costruttivo e dinamico per la costruzione della conoscenza.

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Musicoterapia per crescere. Percorsi riabilitativi dall’infanzia all’adolescenza

Altra prospettiva, sempre molto stimlante, sul rapporto musica e psiche per i bambini dal punto di vista sempre pratico ed esperienziale. A partire da una ricca e dettagliata documentazione relativa a un’attività di musicoterapia di gruppo, vengono definiti con precisione obiettivi e modalità di svolgimento dell’attività, seguendo una differenziazione in base all’età.

Viene inoltre resa disponibile una dettagliata descrizione dell’attività con numerosi esempi di giochi ed esercizi e con riferimenti agli obiettivi riabilitativi ed educativi e alle funzioni implicate, oltre a schede e griglie per l’osservazione e la valutazione.

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Musica e psiche

La musica unisce i popoli e i loro spiriti, tracciando percorsi e segnali profondi, studiati da Augusto Romano. Perché Claude Lévi-Strauss ha scritto che “fra tutti i linguaggi, solo la musica riunisce i caratteri contraddittori di essere a un tempo intelligibile e intraducibile”. Da sempre l’esperienza musicale ha generato miti e utopie; è stata contestazione dello status quo, nostalgia delle origini e della Armonia Mundi, simbolo di ciò che mai potrà essere detto in parole.

Questo libro si propone di seguire qualche percorso che la musica ha tracciato nell’immaginazione umana. Nella prima parte vengono prese in esame le teorie psicoanalitiche della musica e i loro antecedenti nel pensiero del Romanticismo. Nella seconda sono evocati, attraverso l’analisi di alcuni testi letterari e musicali (Hoffmann, Bernhard, Rilke, Offenbach), i rapporti tra musica, inconscio, fantasie cosmogoniche, mitologie del femminile e pratica analitica.

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Alta fedeltà

Non sarebbe una lista dei migliori di Macity se non avesse i suoi soliti due fuori sacco. Nello specifico, ecco il primo, un vero classico che è gustosissimo da leggere, perché Nick Hornby ha una penna incredibile. In una Londra irrequieta e vibrante, le avventure, gli amori, la passione per la musica, i sogni e le disillusioni di una generazione di trentenni piena di voglia di vivere. Commovente, scanzonato, amaro ma soprattutto molto divertente: un grande successo internazionale.

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La fortezza della solitudine

Altro fuori sacco della lista di Macity (ma potrebbero essere tantissimi) è il libro di Jonatham Lethem. Uno dei suoi romanzi più noti, narra la storia di Dylan e Mingus, due ragazzi, vicini di casa che abitano a Brooklyn. Dylan è bianco, Mingus è nero: la loro amicizia non è sempre Facile. Un racconto che si snoda dagli anni settanta ai novanta, all’interno della “Fortezza”, un isolato abitato da una maggioranza di famiglie nere, dove serpeggia la paura del ritorno dei bianchi.

La vita nell’America degli anni settanta è fatta di conflitti razziali e politici che si possono accendere anche a partire da scelte molto piccole: quali canzoni ascoltare e quali amici frequentare. Con gli anni novanta l’atmosfera si fa più distaccata, e le persone sono sempre più avvolte nell’indifferenza e nell’isolamento.

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